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Monti: spending review “non è una manovra”

Si tratta, invece, di “misure strutturali” – Il Premier ha assicurato che la priorità è di eliminare sprechi e non ridurre i servizi – Per evitare l’aumento dell’Iva in autunno servono però più dei 4,2 miliardi previsti – Esodati e terremoto, due emergenze che hanno cambiato i piani.

Monti: spending review “non è una manovra”

L’operazione della spending review non è una nuova manovra di finanza pubblica ma l’assunzione di misure strutturali. Per questo le priorità non saranno tagli lineari e nemmeno una drastica riduzione dei servizi, quanto l’eliminazione degli sprechi. Lo ha detto oggi il primo ministro Mario Monti nell’incontro con gli enti locali (Anci, Upi, Conferenza delle Regioni) sulla spending review a Palazzo Chigi. 

Per evitare che scatti l’ulteriore aumento dell’Iva occorre una cifra molto più alta dei 4,2 miliardi previsti. “Per evitare che, ad ottobre, novembre e dicembre, ci sia un aumento dell’Iva, occorrono 4,2 miliardi”, ha detto Monti. Ma, secondo il premier “si sono poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati, meglio qualificati come salvaguardati; il, terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, rendendo la cifra di 4,2 miliardi molto più alta”.

Dopo il decreto legge di due settimane fa e l’incontro di oggi, la terza fase sarà la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche dello Stato. Ai rapresentanti delle autonomie il premier avrebbe assicurato la “compartecipazione” alle scelte sulla spending review.

Sulla spending review è stato ascoltato alla Camera il vice-ministro dell’Economia Vittorio Grilli.

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