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Ministero dello Sviluppo economico: tagliare del 10% la bolletta energetica, ecco come

ENERGIA – Spalma-incentivi obbligatorio e retroattivo per il fotovoltaico, taglio agli sprechi e soprattutto ad alcune discutibili agevolazioni: ecco il pacchetto del Ministero dello Sviluppo Economico per risparmiare dagli 1,9 ai 2,9 miliardi di spesa energetica, riducendo le bollette del 10% per le Pmi.

Ministero dello Sviluppo economico: tagliare del 10% la bolletta energetica, ecco come

Spalma-incentivi obbligatorio e retroattivo per il fotovoltaico, oneri di sistema da pagare, in parte, anche sull’energia autoconsumata, possibilità di avere prezzi negativi in Borsa. Ma anche taglio agli sprechi e ad alcune discutibili agevolazioni. Questi i punti principali del pacchetto di misure del Ministero dello Sviluppo Economico, che dovrebbe produrre risparmi per 1,9-2,9 miliardi di euro su base annua, due terzi dei quali andranno a beneficio delle sole bollette energetiche delle Pmi e un terzo di tutti gli altri consumatori.

Le incertezze sulla stima, si spiega dal Ministero dello Sviluppo economico, derivano da due ragioni: alcune misure, sono dominate da alea sul gettito, che è legato a fattori non controllabili; altre dipendono dalla maggiore o minore radicalità che il governo intenderà adottare in sede di scrittura delle norme.

Intanto quasi un miliardo dovrebbe essere recuperato tramite lo spalma-incentivi obbligatorio e retroattivo per il fotovoltaico e il temuto colpo all’autoconsumo, che potrebbe stroncare sul nascere il mercato del FV post-incentivi. Altri soldi a spese delle rinnovabili non programmabili si vogliono ottenere facendo pagare loro i costi di sbilanciamento, mentre va segnalata la previsione di introdurre prezzi negativi alla Borsa elettrica, che possono verificarsi nelle ore di massima produzione rinnovabile.

Altre risorse verrebbero dalla riduzione delle agevolazioni per specifiche categorie di consumatori. Si risparmierebbero 100-150 milioni di euro con un giro di vite sugli sconti per la cosiddetta interrompibilità. Altri 120 milioni verrebbero da tagli alle esenzioni alle Ferrovie dello Stato, che verrebbero mantenute solo per i consumi imputabili al servizio universale, eliminandole per i servizi a mercato (come l’alta velocità). 

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