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Migranti, vertice Ue: Italia, ecco la proposta in 10 punti

“Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa” è l’asse della proposta presentata dal premier Conte al vertice di Bruxelles sull’emergenza migranti che punta a superare il Trattato di Dublino e la logica del primo approdo. Ma il vertice si è chiuso senza accordo: se ne riparlerà nel Consiglio Europeo

Migranti, vertice Ue: Italia, ecco la proposta in 10 punti

Superare Dublino e la logica del primo approdo e far passare il principio che chi sbarca in Italia arriva di fatto in Europa, con la libertà poi di muoversi tra i vari Paesi membri. La proposta italiana per la gestione dei flussi migratori presentata al vertice Ue di domenica, che fa da prologo a quello che sarà il Consiglio – probabilmente decisivo – di giovedì 28 e venerdì 29 giugno, è intitolata “Strategia europea multilivello”. L’ha presentata il premier Giuseppe Conte nel corso del punto stampa che ha preceduto il vertice informale di Bruxelles, spiegando come la proposta si basi su “sei premesse” e abbia “dieci obiettivi”.

La proposta italiana mira a “una puntuale politica di regolazione dei flussi che sia realmente efficace e sostenibile e al totale superamento del regolamento di Dublino, che noi riteniamo” legato “ad un quadro emergenziale”, quando invece vogliamo una gestione “strutturale”, ha spiegato Conte. “L’Italia in Europa è chiamata a una sfida cruciale. E vi garantisco che sarà un radicale cambio di approccio sul tema”, aveva già scritto il premier su Twitter.

Ecco i dieci punti della proposta italiana:

1. Intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti. Ad esempio la Libia e il Niger, col cui aiuto abbiamo ridotto dell’80% le partenze nel 2018.

2. Centri di protezione internazionale nei Paesi di transito. Per valutare richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l’Ue deve lavorare con Unhcr e Oim. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund Ue-Africa (che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500milioni di euro) che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger.

3. Rafforzare le frontiere esterne. L’Italia sta già sostenendo missioni Ue (Eunavfor Med Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia Costiera Libica, occorre rafforzare queste iniziative.

4. Superare Dublino. Nato per altri scopi, è ormai insufficiente. Solo il 7% dei migranti sono rifugiati. Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema Comune Europeo d’Asilo oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l’Europa, poco importa a che prezzo.

5. Superare il criterio Paese di primo arrivo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Riaffermare responsabilità-solidarietà come binomio, non come dualismo. È in gioco Schenghen.

6. Responsabilità comune tra Stati membri sui naufraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo. Superare il concetto di ‘attraversamento illegale’ per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo. L’obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.

7. L’Ue deve contrastare la tratta di esseri umani con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti.

8. Non possiamo portare tutti in Italia o Spagna. Occorrono centri di accoglienza in più paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva ed evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento.

9. Contrastare i movimenti secondari. Attuando principi precedenti, gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra paesi maggiormente interessati. Su questo punto l’Italia asseconda le richieste della Francia e soprattutto della Germania, dove la cancelliera Angela Merkel è messa alle strette dal partito alleato Csu.

10. Ogni Stato stabilisce quote di ingresso dei migranti economici. È un principio che va rispettato, ma – conclude il documento – vanno previste “adeguate contromisure finanziare rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati”.

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“La proposta di Conte? La studieremo”, è stata la prima reazione del premier spagnolo Pedro Sanchez.

Tuttavia, in vista del Consiglio europeo, Merkel ha ammesso che “non esiste ancora una soluzione a livello comunitario, quindi si tratta di trovare accordi bilaterali, di come possiamo aiutarci a vicenda e trattarci reciprocamente in modo equo e onesto”.

Sulla stessa linea il presidente francese, Emmanuel Macron. “Dobbiamo trovare una soluzione europea sui migranti e si costruirà solo attraverso la cooperazione dei Paesi dell’Ue, che si tratti di una collaborazione a 28 o tra più Stati che decidono di andare avanti assieme. Questo richiede la responsabilità di ciascuno e spirito di solidarietà per condividere il peso che alcuni Paesi conoscono”.

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