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Metalmeccanici: per il rinnovo del contratto chiesti più welfare, 280 euro di aumento e la riduzione dell’orario fino a 35 ore

L’attuale contratto scadrà il prossimo 30 giugno. Interessa più di 1,5 milioni di lavoratori e coinvolge 30mila aziende che nel 2022 hanno prodotto l’8% del Pil italiano, rappresentano il 6,2% dell’occupazione e il 45% delle esportazioni del nostro Paese

Metalmeccanici: per il rinnovo del contratto chiesti più welfare, 280 euro di aumento e la riduzione dell’orario fino a 35 ore

Le organizzazioni sindacali Fim Cisl Fiom e Uilm hanno presentato la piattaforma del rinnovo del CCNL 2024-27 dei metalmeccanici. Contratto che scadrà il prossimo 30 giugno e che interessa più di 1,5 milioni di lavoratori. Con la piattaforma, in undici punti, viene chiesto un incremento medio a regime dei minimi retributivi pari a 280 euro e più risorse per il welfare, portando i flexible benefit esentasse dagli attuali 200 a 250 euro e favorendo la conversione del premio di risultato in prestazioni di welfare. Inoltre le organizzazioni sindacali chiedono una sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro per portarlo progressivamente a 35 ore settimanali, più spazio alle misure di conciliazione tra vita e lavoro (congedi parentali, smart working) e il rafforzamento del fondo sanitario complementare Mèta salute.

L’ipotesi di piattaforma, della durata dal 30 giugno 2024 al 30 giugno 2027 e presentata a Federmeccanica e Assistal, sarà sottoposta a consultazione certificata con voto segreto dei lavoratori per l’approvazione finale. Il settore metalmeccanico coinvolge 30mila aziende che nel 2022 hanno prodotto l’8% del Pil italiano, rappresentano il 6,2% dell’occupazione e il 45% delle esportazioni del nostro Paese.

Aumento di 280 euro per il livello C3 e 700 euro ai dipendenti senza contrattazione

L’aumento economico dei minimi retributivi pari a 280 euro è riferito al livello C3 del nuovo inquadramento contrattuale (ex-5°cat.) che è considerato il parametro medio di riferimento. I sindacati propongono un incremento a 700 euro dell’importo annuo dell’elemento di perequazione riconosciuto ai dipendenti di imprese che non hanno in vigore un premio di risultato o senza voci retributive derivanti dalla contrattazione aziendale.

Welfare: aumento dei flexible benefit a 250 euro

Sul versante welfare i sindacati propongono un aumento dell’importo dei flexible benefit a 250 euro annui e l’istituzione di una «Piattaforma metalmeccanica Welfare» unica nazionale gestita dalle parti per garantire a tutti la possibile conversione del Premio di risultato in prestazioni di welfare, con ulteriori convenzioni e forme di sostegno ai dipendenti. Nella piattaforma si chiede l’adeguamento progressivo del contributo mensile a carico aziendale di 4 euro a dipendente, per sviluppare prestazioni di carattere integrativo e mutualistico erogate dal Fondo sanitario. Si propone anche di incrementare il numero di aderenti al Fondo previdenziale Cometa attraverso forme di premialità straordinarie riservate ai nuovi aderenti.

Orario di lavoro: sperimentazione della riduzione fino a 35 ore

La piattaforma dei sindacati prevede di sperimentare e consolidare a livello di contratto nazionale la riduzione dell’orario di lavoro e la rimodulazione oraria secondo modalità come il telelavoro, o il lavoro agile già parzialmente utilizzate nella contrattazione di secondo livello, attraverso un maggior utilizzo degli impianti e nuovi turni. Nella piattaforma si propone di definire una normativa quadro a livello nazionale. Secondo i sindacati si tratta di misure che accrescono l’attrattività del settore per le giovani generazioni, e possono migliorare le condizioni di lavoro riducendo gli infortuni.

Fiom, Fim e Uilm propongono anche di ridurre l’orario di lavoro implementando quanto già previsto per il lavoro a turni in settori e aziende interessati dai processi di transizione, riorganizzazione, crisi e riqualificazione professionale. La richiesta è quella di avviare una fase di sperimentazione contrattuale per raggiungere progressivamente una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, fatte salve le intese aziendali esistenti. Per i sindacati le parti devono coinvolgere il governo per individuare uno strumento legislativo che favorisca la riduzione contrattuale dell’orario di lavoro, anche destinando le risorse oggi impegnate in ammortizzatori sociali, favorendo un sostegno alla formazione.

Conciliazione dei tempi vita-lavoro: più flessibilità per i Par

Nel capitolo della piattaforma dedicato alla conciliazione vita-lavoro si propone l’utilizzo dei Permessi annui retributivi (Par) anche a frazioni d’ora, sia per i lavoratori a giornata che per quelli impegnati nei turni di lavoro, e il preavviso ridotto o nullo quando i Par servono per l’assistenza ai figli minori, ai genitori anziani, familiari disabili. Sui congedi parentali si propone di integrare il trattamento economico previsto portando l’integrazione al 100% del reddito per ulteriori due mesi (attualmente all’80% e al 60%), prevedendo l’utilizzo del congedo anche in ore. Vanno poi definite linee guide per la contrattazione di secondo livello, la modalità di conversione in ore per la trasformazione su base volontaria dei Pdr.

Politiche di genere e contrasto del gender pay gap

Le norme contrattuali vanno estese a tutte le vittime della violenza di genere, con interventi di formazione e informazione per favorire una sensibilizzazione specifica sui temi delle molestie e della violenza di genere effettuando almeno 2 ore a carico dell’azienda. Nel corso del biennio vanno definite azioni per affrontare le problematiche relative al gender pay gap.

Per il lavoro a termine occorre definire le causali

Secondo i sindacati è necessario definire contrattualmente gli ambiti relativi alle “causali”, le modalità e tempi di stabilizzazione nel caso di ricorso ai contratti a termine e/osomministrazione per periodi superiori ai 12 mesi. Per Fiom, Fim e Uilm occorre anche individuare percorsi di stabilizzazione al superamento dei 24 mesi di rapporto di lavoro per i lavoratori con contratti a tempo determinato, in somministrazione a tempo determinato e in staff leasing, anche nei casi di successione di contratti.

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