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Mes, rifiutare la riforma danneggia gli italiani

Rifiutare la riforma del Mes come fanno le opposizioni di destra e parte dei populisti dei Cinque Stelle è un danno grave sia di immagine che di sostanza per il nostro Paese – Il perché lo spiega l’economista Giampaolo Galli

Mes, rifiutare la riforma danneggia gli italiani

È un classico caso di lotta politica che comporta come danno collaterale la rovina dei cittadini che quei politici dovrebbero invece amministrare con saggezza. Rifiutare la riforma del Mes, come fanno l’ultradestra di Salvini, Meloni e parte dei populisti pentastellati, è un danno grave sia di immagine che di sostanza per l’intero Paese. Al di là della componente politica, cioè di puro schieramento, se si va al merito della questione si vede con chiarezza che le argomentazioni di coloro che non vogliono l’approvazione della riforma del Fondo Salva Stati sono assolutamente false o nella migliore delle ipotesi confusionarie e volutamente ingannevoli.

Il portavoce dei 5 Stelle al Parlamento europeo, Piernicola Pedicini, scrive in un comunicato cose deliranti: ad esempio che l’estensione dell’utilizzo del Mes anche come backstop (un paracadute) per i fondi di sostegno dei singoli paesi in caso di crisi bancarie significhi dirottare i soldi degli italiani a difesa delle banche francesi e tedesche. La verità è esattamente all’opposto: saranno casomai i contribuenti tedeschi e francesi che, in caso di necessità, potranno intervenire a favore dei paesi più deboli e con sistemi bancari più fragili come l’Italia. Paesi che, a differenza della Germania, non hanno risorse pubbliche sufficienti per il salvataggio di una banca che dovesse trovarsi in difficoltà. Quindi non è il Mes che mette a rischio il risparmio degli italiani, ma semmai è la sua mancanza che in caso di crisi di una banca o del bilancio di uno Stato lascerebbe come unica alternativa il default, cioè il fallimento, con conseguenze catastrofiche per tutto il sistema finanziario e industriale e per i cittadini, che vedrebbero volatilizzarsi i propri risparmi.

Il Mes è una rete di sicurezza – afferma Giampaolo Galli, economista ed ex parlamentare – un elemento di solidarietà tra i Paesi europei per attutire la conseguenza di un’eventuale crisi che colpisca un Paese dell’Unione. Si tratta di un’assicurazione di ultima istanza a cui rivolgersi quando non ci sono alternative e si è perso l’accesso ai mercati. Sono i cittadini dei Paesi più solidi, come i tedeschi, che sicuramente non avranno bisogno di rivolgersi al Mes, che eventualmente dovranno pagare per tenere a galla paesi più deboli, come l’Italia. In questo senso, il Mes è un passo importante verso la coesione anche finanziaria della Ue sia dal punto di vista del mercato finanziario che per quel che riguarda la solidarietà tra i debiti dei vari paesi”.

Anche Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, sbaglia quando afferma che il Mes è uno strumento della vecchia Europa, quella che ha fatto politiche sbagliate imponendo troppa austerità. Un’affermazione che stupisce proprio perché proviene da un esponente della Lega che passa per essere un buon conoscitore dell’Europa e dell’economia. Al contrario, il Mes è nato meno di dieci anni fa e ora la riforma ne allarga il campo di azione anche al settore bancario e ne snellisce il funzionamento per quel che riguarda la linea di credito precauzionale, che può intervenire con rapidità per contenere shock esterni, imprevisti e ritenuti temporanei.

“D’altra parte – aggiunge Galli – la sola esistenza di un Mes ben funzionante ha l’effetto di calmierare i mercati, anche senza interventi concreti. È un po’ come il whatever it takes di Draghi, che ha cambiato le aspettative dei mercati prima ancora delle misure concrete della Bce. Anche per questa ragione, l’opposizione da parte dell’Italia è assurda e rischia di creare ulteriori ostacoli al varo del Recovery Fund, perché, superata l’opposizione dei paesi non democratici come Ungheria e Polonia, i Paesi così detti Frugali, potrebbero porre nuovi ostacoli non fidandosi della volontà dell’Italia di onorare i propri debiti e di rispettare le regole dell’Unione”. Del resto, Grillo e diversi esponenti dei 5 Stelle continuano a ripetere che non è detto che bisogna pagare i debiti non fatti dal governo attuale, oppure che bisogna trovare qualche forma di cancellazione dei nuovi debiti accesi per far fronte al Covid.

Anche dal punto di vista politico la battaglia contro la riforma del Mes non sembra molto lungimirante. Si vuole far cadere il Governo su un tema antieuropeo proprio mentre ci aspettiamo interventi per oltre 200 miliardi da Bruxelles? La scelta di Berlusconi di votare contro l’approvazione italiana del nuovo Mes contrasta con la dichiarazione, continuamente ribadita, di voler utilizzare il Mes sanitario, lo pone in conflitto con il gruppo dei popolari europei di cui fa parte e lo rende succube di Salvini, che non fa mistero di volerlo eliminare completamente dalla scena politica.

Tanti cittadini credono in buona fede che dall’Europa arrivino solo fregature. Non valutano i vantaggi che abbiamo avuto a stare in un grande mercato con 500 milioni di consumatori. E finiamo per boicottare i passi, sia pure lenti e non sufficienti, verso una maggiore solidarietà e coesione. Ancora una volta rischiamo di farci male da soli e di vanificare un’irripetibile occasione di rilancio dell’economia e dell’equità sociale. I politici si stanno caricando di gravi responsabilità: i 5 Stelle sono allo sbando, Salvini e Meloni appaiono avventuristi, Berlusconi cammina a zig-zag, e il Paese rischia di perdere l’ennesima possibilità di reinventarsi più moderno e più soddisfatto.

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