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Meloni: “Legge di Bilancio che aiuta il ceto medio, non i ricchi. Non c’è condono”. Letta: “Inadeguata e iniqua”

La Presidente del Consiglio parla di “Manovra coraggiosa e figlia di scelte politiche”. Giorgetti: “Coraggio di prendere scelte impopolari”. Ma Letta scende in piazza il 17 novembre

Meloni: “Legge di Bilancio che aiuta il ceto medio, non i ricchi. Non c’è condono”. Letta: “Inadeguata e iniqua”


Una Manovra “coraggiosa” e frutto “fatta di scelte politiche”. Queste le parole con cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme ai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, delle Infrastrutture, Matteo Salvini, del Lavoro, Elvira Calderone, e al viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha presentato la Legge di Bilancio 2023 approvata ieri sera dal Consiglio dei Ministri. 

“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto con questa Manovra perché non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche. Si tratta “di una manovra che ricalca e racconta di una visione politica”, ha detto la Premier

“Sono contenta che l’approccio che abbiamo avuto, per come lo vedo, è quello di un bilancio familiare, quando ti occupi di bilancio familiare se mancano risorse non stai a preoccuparti del consenso ma di cosa sia giusto fare per far crescere la famiglia nel migliore dei modi”, ha proseguito, ribadendo che “Questa è una manovra figlia di scelte politiche, come è giusto e normale che sia per un governo politico, abbiamo scelto e concentrato le risorse, è una manovra coraggiosa, coerente con gli impegni che abbiamo preso con il popolo italiano e che scommette sul futuro”, ha affermato Meloni. 

Nell’ambito della discussione sulla manovra in maggioranza “non ho visto egoismi ma voglia di lavorare nella linea decisa” e per questo “ringrazio i partiti della maggioranza”. Il riferimento sembra essere alle misure bandiera promesse dai diversi partiti – Lega in primis – che, per forza di cose, sono state ridimensionate a causa delle scarse risorse disponibili e della necessità di destinare gran parte di fondi (21 miliardi) al contrasto al caro bollette. Si tratta insomma di una manovra equilibrata, costretta a fare i conti con la realtà. 

Ora “speriamo che nell’iter parlamentare possa essere migliorata” con i contributi “anche dell’opposizione e speriamo in un atteggiamento serio e responsabile come quello avuto da noi”.

Entrando nel merito della Manovra da 35 miliardi di euro, la premier Meloni ha spiegato: ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo” e, dall’altra parte “la giustizia sociale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi”. Meloni ha poi passato in rassegna le principali misure contenute nella legge di Bilancio, dallo stop al reddito di cittadinanza dal 2024 per gli occupabili alle pensioni con l’introduzione di quota 103 e le modifiche a Opzione donna, dalle modifiche al congedo parentale e all’assegno familiare fino al cuneo fiscale.

Caro Bollette

“Come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno subito rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore”, ha detto Meloni.

Flat tax e cuneo fiscale

Rispondendo alle critiche ricevute nelle ultime settimane sulla flat tax la Premier ha spiegato che nella legge di Bilancio ci sono “tre tasse piatte”, tra cui quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”. Meloni ha ricordato anche l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente e fa il paio con estensione fringe benefit”.

Sul taglio al cuneo fiscale la Presidente del Consiglio ha ribadito: “È la misura più costosa di tutta la legge di bilancio: costa 4 miliardi di euro e questo indica che l’altra priorità del governo è per aumentare” lo stipendio a “coloro che hanno redditi più bassi”.

“Sul congedo parentale: io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizioni economiche difficili”, ha proseguito Meloni.

Famiglia

“I provvedimenti per la famiglia e natalità valgono un miliardo e mezzo di euro, una scelta che non ha molti precedenti. L’assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili (assorbenti, ndr) vengono confermate le misure per l’acquisto della prima casa sulle giovani coppie”. 

Reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza, la Premier ha detto “siamo fedeli ai nostri principi si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro”. “Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni. C’è gente che lo prende da tre anni evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro”. 

“C’è un collegamento con la formazione”, ha poi spiegato la ministra del Lavoro, Elvira Calderone “c’è il passaggio dal sussidio all’attivazione, non come richiamo ma come percorso obbligatorio. Il lavoro stagionale è reso compatibile entro 3.000 euro con il reddito; saranno intensificati i controlli e il beneficio decadrà dopo il rifiuto di un’offerta congrua”.

Pensioni

Oltre all’introduzione di quota 103, alla conferma dell’Ape Sociale e alle modifiche su Opzione donna, in materia di pensioni, la premier ha spiegato: “Rivaluteremo le pensioni minime al 120%” ma con un meccanismo di aumento fino a 2000 euro ma poi “mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila euro per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%”. La manovra in materia pensionistica interviene “sullo scalone pensionistico che sarebbe scattato dal 1° gennaio. Senza un intervento dal 1° gennaio sarebbe scattata la pensione a 67 anni”: si potrà andare in pensione a 62 anni con 41 di contributi, ma con dei paletti di buon senso. Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, quindi tra i 62 e i 67 anni, fino a maturazione dei requisiti”.  

Intervenendo nel corso della conferenza stampa, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, ha detto: “È stato rinnovato il bonus Maroni in Manovra, oltre ad aver fermato la Fornero che era un nostro obbligo non politico ma sociale, chi ha raggiunto limiti ma andrà avanti a lavorare avrà un premio del 10% sullo stipendio”. “Inizia un percorso”, ha aggiunto.

Fisco 

Per quanto riguarda le misure di carattere fiscale, compresa la cancellazione delle vecchie cartelle fino a mille euro, la Presidente del consiglio ha detto: “Lo spirito da cui muoviamo è un rapporto diverso tra Stato e contribuente: lo Stato non è più aggressivo e punitivo ma giusto e comprensivo verso chi è in difficoltà”. Meloni ha assicurato che “non esiste alcun condono ma solo operazioni vantaggiose per lo Stato”. Vengono “annullate – spiega – le cartelle inferiori a 1000 euro e antecedenti al 2015. Per tutti gli altri si paga il dovuto con una maggiorazione unica del 3% e la rateizzazione”.

Nella manovra finanziaria ci sarà “una norma di contrasto alla concorrenza sleale a esercizi ‘apri e chiudi’ cioè quelli che aprono, non versano un euro alle casse dello Stato, chiudono prima dei controlli, spariscono e ricominciano da capo. Ora quando l’Agenzia delle Entrate ha avvisaglie, convoca (quegli imprenditori, ndr) e se non ha le rassicurazioni necessarie, può cancellare l’Iva o chiede una fideiussione sul pagamento delle tasse”. Meloni ha concluso: “È una misura di buon senso, perché i commercianti devono essere difesi”.

Francia

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Meloni ha difeso l’operato del Governo nello scontro avuto con la Francia in tema di migranti. Dall’Italia sono stati usati “toni rispettosi”, ha detto, sottolineando che “Credo di aver fatto il mio lavoro difendendo gli interessi della Nazione e non mi pare che stia crollando qualcosa qui intorno o che con l’arrivo di un governo di destra ci sia stato isolamento o spread in rialzo. Mi pare ci sia invece un approccio molto serio ma rispettoso dell’interesse nazionale”.

Battibeccando con un cronista presente alla conferenza stampa, Meloni ha detto: “È una vita che mi volete insegnare qualcosa. Contrariamente a quello che era stato scritto, però, segnalo che da quando siamo al governo non ci sono le cavallette o le piaghe d’Egitto, perché quando si è rispettabili si è rispettati”.

Giorgetti: “In Manovra scelte coraggiose”

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha affermato: “Presentando la Nadef avevamo indicato una linea prudente, responsabile e sostenibile: credo che l’abbiamo dimostrato”, con l’aggiunta di un approccio “coraggioso e giusto. Quando si ha il coraggio di prendere scelte anche impopolari è qualcosa di importante”. “La presentiamo in modo orgoglioso agli italiani e a tutti i risparmiatori che continuano ad aver fiducia, ricordo il successo del Btp Italia”.

La reazione delle opposizioni

“Sabato 17 la nostra manifestazione contro una manovra improvvisata e iniqua. Inadeguata rispetto al rischio recessione e all’impennata dell’inflazione. Lo avevamo anticipato nella nostra Assemblea di sabato. Ora, dopo le decisioni di ieri lo confermiamo con ancora più convinzione”, ha scritto il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta. 

Al leader dem ha risposto a stretto giro il leader di Azione, Carlo Calenda: “Enrico, fare manifestazioni contro la manovra senza proporre un’alternativa è esattamente l’opposizione che la destra si augura di avere. Vi manderemo il documento di dettaglio sulle proposte per una contromanovra più equa e giusta. Lavoriamoci insieme”.

Sulle barricate per le modifiche al reddito di cittadinanza il presidente del M5S, Giuseppe Conte: “Sono disumani, siamo disposti a tutto per arginare il folle piano. Scenderemo in piazza”.

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