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Mediobanca, nuovo board senza Del Vecchio, ma con il 47% di donne

Il cda ha approvato la lista di 15 candidati da sottoporre all’assemblea del 28 ottobre – Confermati Nagel e Pagliaro, escono Bolloré e Pecci

Mediobanca, nuovo board senza Del Vecchio, ma con il 47% di donne

Il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha dato il via libera alla propria lista di 15 candidati per il rinnovo del board per il triennio 2021- 2023. L’elenco sarà sottoposto all’assemblea dei soci convocata per il prossimo 28 ottobre.

Come da attese, nel cda non ci sono rappresentanti di Leonardo Del Vecchio, che con la sua Delfin è il primo azionista di Piazzetta Cuccia,. Confermati 11 consiglieri uscenti, tra cui il presidente Renato Pagliaro, l’amministratore Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. 

Nella lista figurano anche Maurizia Angelo Comneno, Maurizio Carfagna, Maurizio Costa, Vale’rie Hortefeux, Maximo Ibarra, Elisabetta Magistretti, Vittorio Pignatti Morano e Gabriele Villa. 

Ad uscire dal cda saranno invece Marie Bolloré e Alberto Pecci, quest’ultimo per raggiunti limiti di età. Le loro poltrone saranno occupate da Virginie Banet e Laura Cioli. Gli ultimi due posti nel board andranno invece a Roberta Casali e Romina Guglielmetti, che tuttavia non entreranno in consiglio se verrà presentata una lista di minoranza. La compagine di candidati, sottolinea la nota della società, “include due terzi di consiglieri indipendenti e il 47% di rappresentanza femminile”.

Mediobanca fa sapere inoltre che, oltre ad eleggere il cda e approvare il bilancio, l’assemblea del 28 ottobre dovrà esaminare, in sede straordinaria, una proposta di modifiche statutarie, già autorizzate dalla Bce, “relative a taluni profili di governance connessi all’evoluzione degli assetti proprietari e volti a un maggior allineamento alle ‘best practice’ dell’industria bancaria mediante una maggior flessibilità nel processo di selezione dell’amministratore delegato e il rafforzamento dei criteri di indipendenza degli amministratori non esecutivi”. In particolare si prevede di “eliminare il vincolo che l’amministratore delegato e il direttore generale vengano scelti fra gli amministratori dirigenti del gruppo”.

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