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Mediobanca: l’utile del primo semestre batte le attese

L’utile si attesta a 410,6 milioni, in ribasso del 12,2% rispetto all’anno prima, ma risulta triplicato se confrontato allo stesso semestre dell’anno precedente – Bce permettendo, confermata l’ipotesi di distribuzione dei dividendi pari al 70% dell’utile netto

Mediobanca: l’utile del primo semestre batte le attese


Mediobanca ha chiuso il primo semestre dell’esercizio, che per Piazzetta Cuccia comincia a giugno, con un utile pari a 410,6  milioni di euro, in ribasso del 12,2% rispetto all’anno precedente. Il dato ha però battuto le attese degli analisti che avevano stimato un risultato pari a 355 milioni di euro e risulta triplicato rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, quando si era fermato a 132,8 milioni. L’utile del secondo trimestre è invece salito del 5% a 211 milioni. 

Andando avanti coi parametri, i ricavi complessivi del gruppo sono scesi dell’1,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1,3 miliardi di euro a causa. Il ribasso è dovuto “unicamente al minor apporto di Generali”, legato all’impatto dell’arbitrato della compagnia su Bsi, precisa Mediobanca. Il dato registra però un miglioramento rispetto ai sei mesi precedenti, quando i ricavi si erano fermati a 1,187 miliardi, grazie a con un contributo crescente nell’ultimo trimestre (674,8 milioni contro 626 milioni). 

Il margine d’interesse è stabile a 721,5 milioni, mentre le commissioni sono salite del 16,5% a 382,8 milioni. Le rettifiche su crediti tornano sui livelli dello scorso anno (117,7 milioni contro 109,5 milioni) con un aumento del livello di copertura. Il costo del rischio di gruppo si attesta a 50 punti base (48 punti base a dicembre 2019), quello del Consumer a 222 punti base (190). Gli impieghi verso la clientela crescono da 46,7 a 48,1 miliardi per il maggior apporto del Corporate and Investment Banking (+4,7%, da 18,6 a 19,5 miliardi) e del Wealth Management (+6,4%, da 13,2 a 14 miliardi, di cui 10,7 miliardi di mutui ipotecari) a fronte di un leggero calo del Consumer (12,8 miliardi contro 13 miliardi). 

Quanto alle moratorie, al 31 dicembre quelle in essere ammontano a 1,2 miliardi (2,4% degli impieghi) in calo rispetto al totale concesso dall’inizio della pandemia (2,7 miliardi ad oltre 148mila clienti), con “oltre l’80% delle moratorie estinte che tornano regolari nei pagamenti”. Sul fronte dell’asset quality, infine, le attività deteriorate lorde scendono da 1.954,2 a 1.653 milioni portando l’incidenza al 3,3%. Il Cet1 ‘fully loaded’ e’ stabile a 14,51%. 

Parlando del dividendo, nel corso della conference call successiva alla pubblicazione dei conti, l’Ad Alberto Nagel ha chiarito che:  “Se anche per il secondo anno consecutivo non dovessimo distribuire il dividendo che abbiamo in mente” a causa dei limiti imposti dalla Bce “a quel punto nel 2022 dovremo immaginare una politica di distribuzione che tenga conto del fatto che per due anni non abbiamo potuto” dare la cedola agli azionisti”. Il manager ha precisato che, al momento, “non abbiamo preso una decisione sul 2022, ma se il payout al 70% sul 2021 non potremmo farlo, dovremo riconsiderare la politica della cedola l’anno successivo”.

A Piazza Affari, il titolo Mediobanca guadagna l’1,16% a 8,564 euro, a fronte di un Ftse Mib in ribasso dello 0,23%.

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