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Mediobanca (in rialzo) ringrazia Bruxelles

Secondo il Financial Times la Ue vuole esentare le banche dalle regole più stringenti in materia di capitale per Basilea 3 – Ne approfitterebbero (volentieri) l’istituto di piazzetta Cuccia, Intesa e Unicredit, che salgono in Borsa – Intanto continua il tracollo di Maire Tecnimont

Mediobanca (in rialzo) ringrazia Bruxelles

Per ridare slancio alle banche europee, stressate dagli sviluppi della crisi dei debiti sovrani, ci voleva una spinta da fuori. E ieri ne sono arrivate due. La prima, di stampo più tradizionale, è il report di Citigroup che promuove l’intero settore euroepo con un lusinghiero overweight, dopo il calo di queste settimane.
La seconda spinta, di carattere eccezionale, proviene da uno “scoop” del Financial Times. Le banche dell’Unione Europea verranno in parte esentate, secondo le prime indiscrezioni, dalle regole più stringenti in materia di capitale, soprattutto per quel che riguarda le partecipazioni assicurative che potranno venir calcolate come capitale utile ai fini del core tier 1: una regola che calza a pennello, in Italia, per Mediobanca , la stessa Intesa ed Unicredit, non a caso uno dei titoli più brillanti in apertura (+1,3%). Certo, l’intonazione di fondo dei listini, alla vigilia del week-end del G8 e degli inevitabili nuovi allarmi sul debito sovrano greco, resta fragile. E lo conferma il fatto che dopo lo sprint iniziale (+1,8%) il comparto bancario europeo ha perso velocità (+1,1%). In Italia, dove le attenzioni sono concentrate sul tema dell’aumento di capitale di Intesa, a metà mattinata la fiammata si era già esaurita. Ma, nel frattempo, emergevano i primi calcoli sui nuovi, potenziali criteri per le banche.

IL “REGALO” PER MEDIOBANCA, INTESA ED UNICREDIT

Secondo le anticipazioni di Ft la bozza su cui sta lavorando la Ue dovrebbe permettere: a) comprendere nel capitale gli strumenti ibridi emessi fino alla pubblicazione delle modifiche dei principi, prevista nel prossimo luglio; b) considerare come capitale la partecipazione in società assicurative (vedi Generali). Un’ottima notizia per la banca di piazzetta Cuccia che già dispone, a fine marzo, di un core tier 1 pari all’11,3%, ma destinato a salire ancora nel caso che le nuove regole vedano la luce. Di quanto? Le regole attuali impongono una deduzione di 300 bp di fronte alla partecipazione nel gruppo assicurativo (13,4%).

Minore l’impatto per Intesa che comunque potrebbe dedurre dal capitale la sua partecipazione nel polo assicurativo.

Per quanto riguarda Unicredit la questione più rilevante ed immediata (in attesa di possibili sviluppi sul fronte Ligresti/Fonsai oggi non prevedibili) riguarda i cashes. La banca è intenzionata a computare i 3 miliardi raccolti con questo prodotto ibrido nel 2009 come capitale. Al proposito, è già stato convocato un cda straordinario per lunedì prossimo proprio per analizzare l’accordo sulla ridefinizione del prodotto concordata con Banca d’Italia.

I GIUDIZI DI CITIGROUP

Il settore bancario europeo ha anche incassato il giudizio positivo di Citigroup. La promozione da neutral ad overweihgt è motivata dal fatto che “il comparto bancario è stato il peggiore in Europa, perdendo circa il 10% negli ultimi tre mesi. Ora sui minimi assoluti del 2010, il settore ha trovato il supporto” mentre, secondo gli analisti della banca, anche la pressione del debito greco si va alleggerendo. Per Ubd, invece, il secondo trimestre delle banche europee sarà ancora debole per le banche di investimento proprio per le tensioni sul debito sovrano. Ma nella seconda parte del 2011 le cose andranno meglio, salvo che per il Crédit Suisse, su cui oesano i riflessi dei nuovi record del franco svizzero.

Al di là delle banche poco da segnalare nella prima parte della seduta, salvo il dinamismo di Saes Getters, tornata sui massimi di febbraio o di Terni Energia (+1,7%) dopo l’annuncio del suo ingresso nel settore del risparmio energetico. Invece Prysmian (-0,5%) non capitalizza il giudizio Overweight in arrivo da JP Morgan. Continua la frana, ormai quasi un thriller, di Maire Tecnimont: oggi la società risulta ancora una volta la “pecora nera” del listino (-4,2%), ai minimi dal 2009. Da gennaio il titolo ha perso poco meno dei due terzi del suo valore.

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