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Mediaset, senza calcio il fatturato crolla del 90%

L’addio alla Champions League porterà Premium al break even: la “cura dimagrante” vale 700 milioni di risparmi – Pier Silvio Berlusconi lascia uno spiraglio per la Serie A.

Mediaset Premium senza calcio avrà un giro d’affari ridotto di circa il 90% a 80 milioni di euro con 600mila abbonati (dai 2 milioni attuali) e una spesa media mensile per cliente che passa da 24 a 8 euro. E’ questo lo scenario 2020 fornito dal gruppo nel corso della presentazione delle linee di sviluppo al 2020. Il management di Mediaset, guidato da Pier Silvio Berlusconi, ha presentato agli analisti un nuovo modello di Premium che prevede una drastica riduzione dell’esposizione ai diritti del calcio, soprattutto per quanto riguarda la Champions League che non vedrà Mediaset in corsa per le licenze, e una generale ‘cura dimagrante’ del business pay.

Questo porterà il giro d’affari di Premium dagli attuali 600-680 milioni (tra abbonati e raccolta pubblicitaria) a circa 80-90 milioni con un abbattimento dei costi stimato in 800 milioni dal 2018, quando scadranno le attuali licenze Champions e Serie A: 700 milioni di risparmi riguarderebbero i diritti e i costi di produzione, 100 milioni altre voci di spesa. In questo scenario base, Premium raggiungerebbe il break even.

Secondo qualche analista presente al meeting londinese di ieri comunque, se sulla Champions League il management di Mediaset ha lasciato aperto pochi spiragli, Pier Silvio Berlusconi si è mostrato invece più possibilista sul fatto che la Serie A possa in qualche modo trovare spazio nei palinsesti di Premium. Il nuovo modello ‘aperto’ di Premium prevede la possibilità di ospitare contenuti di altri gruppi media sulla piattaforma digitale terrestre nonchè di fornire ad altri canali non sportivi realizzati dal Biscione.

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