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Margherita Cassano presidente della Cassazione. È la prima donna a guidare la Suprema corte

Per la prima volta una donna alla presidenza del più alto ordine giudiziario, un organo chiave per il paese

Margherita Cassano presidente della Cassazione. È la prima donna a guidare la Suprema corte

Margherita Cassano attualmente presidente aggiunto della corte di Cassazione, sarà la prima donna nella storia italiana a guidare la Suprema corte.
La nomina della giudice al ruolo di presidente è stata proposta martedì all’unanimità dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura. La ratifica da parte del plenum (l’organo al completo) arriverà il 1° marzo, in una seduta presieduta dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Cassano succederà a Pietro Curzio, nominato nel 2020, che sta per andare in pensione.

Chi è Margherita Cassano

Fiorentina di origine lucana, Cassano è in magistratura dal 1980 ed è figlia d’arte: il padre, Pietro, è stato pure lui alto magistrato, impegnato nella lotta al terrorismo rosso e nero a Firenze. Cassano ha iniziato in Procura a Firenze, dove ha fatto parte anche della Direzione distrettuale antimafia, per poi trasferirsi in Cassazione nel 2003, dopo un mandato da consigliera laica al Csm con la corrente conservatrice di Magistratura indipendente. Prima del voto, la quinta commissione ha ascoltato i due candidati, oltre alla Cassano, anche Giorgio Fidelbo, anch’egli toga della Cassazione, definito dai suoi stessi colleghi “giurista di altissimo livello”, presidente della sesta sezione penale da cui passano i più importanti verdetti soprattutto in tema di orientamento giuridico sull’interpretazione delle leggi, che però non ha ottenuto voti. A far prevalere la Cassano, a parte l’essere già presidente aggiunta, è stata la sua recente esperienza come presidente della Corte d’Appello di Firenze.

A distanza di 50 anni dalla legge che ha consentito alle donne l’accesso in Magistratura (L. 66/1963), fa un passo avanti importante il percorso delle donne verso una piena parità nel mondo del lavoro e ora le donne rappresentano più della metà dei giudici italiani. Nel 2013 il posto che oggi viene assegnato a Cassano sfuggì a Gabriella Luccioli, protagonista della sentenza su Eluana Englaro. E sono passati ben dieci anni da allora con presidenze tutte al maschile. Compresa l’ultima, quella del giurista Pietro Curzio pronto ad andare in pensione.

Perché è importante la nomina di Margherita Cassano

Essere la prima donna, nella storia d’Italia, a guidare la più alta Corte del nostro organismo giudiziario è un passo importante. Le donne sono potute entrare in magistratura negli anni ’60 e solo dopo sessant’anni una donna è stata riconosciuta all’altezza di raggiungere l’apice della priamide. Nel frattempo circa la metà dei magistrati è donna e a buon titolo si può dire che Cassano, già da due anni è presidente aggiunta, è riuscita ad espugnare la più maschile delle piramidi. Prima di lei Marta Cartabia è diventata presidente della Corte Costituzionale per un interim, prima di diventare ministro della Giustizia con il governo Draghi. La nomina di Cartabia ha fatto scuola e oggi la Consulta ha come presidente Silvana Sciarra.

“Verrà il giorno in cui una nomina come la mia non sarà più una notizia, e allora sì, per davvero, quello sarà un gran giorno per tutte le donne”, aveva dichiarato Cassano in occasione della sua nomina a presidente aggiunto.

Cosa fa la Corte di Cassazione?

In Italia la Corte Suprema di Cassazione è al vertice della giurisdizione ordinaria; tra le principali funzioni che le sono attribuite dalla legge fondamentale sull’ordinamento giudiziario del 30 gennaio 1941 n. 12 (art. 65) vi è quella di assicurare “l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni”. Una delle caratteristiche fondamentali della sua missione, finalizzata ad assicurare la certezza nell’interpretazione della legge (oltre ad emettere sentenze di terzo grado) è costituita dal fatto che, in linea di principio, le disposizioni in vigore non consentono alla Corte di Cassazione di conoscere dei fatti di una causa salvo quando essi risultino dagli atti già acquisiti nel procedimento nelle fasi che precedono il processo e soltanto nella misura in cui sia necessario conoscerli per valutare i rimedi che la legge permette di utilizzare per motivare un ricorso presso la Corte stessa”.

Suprema Corte di Cassazione, le sue funzioni

La Corte di Cassazione è l’ultimo dei tre gradi di giudizio del nostro ordinamento. Se ravvede un vizio nei precedenti gradi, “cassa” (boccia) la sentenza impugnata e indica ai giudici del livello inferiore i principi a cui dovrà uniformarsi quando riprenderà in esame la causa cassata.

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