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Manovra, tagli in vista a reddito di cittadinanza e pensioni

La manovra di bilancio cambia faccia al Senato per convincere la Ue ad evitare la procedura d’infrazione: per ridurre il deficit al 2% si ipotizza il taglio a 500 euro a famiglia del reddito di cittadinanza e la riduzione della platea dei pensionamenti anticipati di quota 100 con allarme chirurghi – Ancora in bilico il taglio delle cosiddette “pensioni d’oro”

Manovra, tagli in vista a reddito di cittadinanza e pensioni

L’obiettivo è disinnescare la procedura d’infrazione europea. Come arrivare alla meta, è ancora un rebus. I due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, hanno ormai abbandonato il fortino del deficit-Pil al 2,4%, ma – in vista delle europee di maggio – vogliono cedere il meno possibile sulle rispettive misure bandiera: quota 100 sulle pensioni e reddito di cittadinanza.

Regole europee alla mano, per fare il suo dovere l’Italia dovrebbe mantenere il disavanzo dell’anno prossimo entro l’1,6% del Pil, che corrisponde a un calo del deficit strutturale pari allo 0,1% del Pil. Bruxelles può salire all’1,7%, visto che nei precedenti accordi si era tenuta più bassa proprio per avere uno 0,1% da utilizzare in un’eventuale trattativa. A questo margine si aggiunge un altro 0,2% di flessibilità aggiuntiva per il crollo del Ponte Morandi a Genova e il dissesto idrogeologico. Infine, la Commissione Ue ha messo sul tavolo un ulteriore 0,5%, portando l’ultima offerta dell’Europa all’1,95%.

Come scendere fino a questo livello? I tecnici del Tesoro ritengono che l’anno prossimo la spesa per quota 100 sarà inferiore a cinque miliardi, contro i quasi sette stanziati a bilancio. Salvini ha accettato di cedere una parte delle risorse destinate alla controriforma previdenziale, ma non ha ancora dato il via libera al maxi taglio chiesto dal ministero dell’Economia, che vorrebbe ridurre la spesa per quota 100 di 2,5 miliardi, pari allo 0,15% del Pil.

Significa introdurre nuovi paletti per ridurre i pensionamenti anticipati nel 2019. Tra questi, un problema particolare riguarda i medici (soprattutto chirurghi): per Cosmed, sindacato di medici e dirigenti della pubblica amministrazione, sarebbero 25mila i camici bianchi pronti ad andare in pensione con la quota 100. Sostituirli tutti sarebbe un problema per l’arrugginito sistema formativo italiano.

Per quanto riguarda l’altro lato della maggioranza, allo stesso tempo Di Maio dovrebbe rinunciare a una fetta consistente delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza, che si potrebbe ridurre dai 780 sbandierati fino a poche settimane fa a 500 euro a famiglia. Una cifra compatibile con le risorse in manovra (9 miliardi totali, di cui 7,1 per il reddito, uno per le pensioni di cittadinanza e uno per la riforma dei centri per l’impiego) considerando la partenza dell’assegno dal 1° aprile.

Grazie agli interventi su quota 100 e reddito di cittadinanza il deficit-Pil del 2019 dovrebbe scendere dal 2,4 al 2,2%. Per evitare la procedura mancherebbe un ulteriore 0,25, che vale circa quattro miliardi e mezzo. Dove il governo intenda trovarli, ancora non è chiaro.

Come non è chiaro cosa ne sarà del taglio alle cosiddette “pensioni d’oro“, ancora in bilico. Fra le proposte di modifica presentate da governo e relatori alla Camera la misura non c’è: dovrebbe essere introdotta con un emendamento al Senato.

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