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Manovra, Bersani: è una torta a strati indigeribile. Tremonti si è già mangiato l’Iva

Entro venerdì gli emendamenti saranno pronti – Dalle liberalizzazioni alle politiche industriali, dalle misure contro l’evasione all’imposta sui grandi valori immobiliari, fino agli interventi su dismissioni, costi della politica e giustizia, con la reintroduzione del reato di falso in bilancio – Bersani: “Le pensioni non servano a coprire il buco”.

Manovra, Bersani: è una torta a strati indigeribile. Tremonti si è già mangiato l’Iva

Eccole le contromisure del Pd alla manovra del governo: proposte che si tramuteranno in emendamenti in commissione Bilancio del Senato entro venerdì. A illustrarle il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha colto l’occasione anche per più di un rilievo critico verso il Governo e verso il presidente di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo. La contromanovra del Pd ruota, ha spiegato Bersani, ”intorno a tre punti principali: riduzione drastica ed efficace dei costi della Pubblica Amministrazione, una dismissione ragionata di immobili pubblici ed un’asta competitiva per le frequenze televisive; un calco della manovra in ragione dell’equità e misure per stimolare l’economia perché noi parliamo di spread, ma gli italiani stanno pensando al lavoro che manca”.

Le proposte si possono cosi’ sintetizzare:

1) un pacchetto di liberalizzazioni (dalla distribuzione dei farmaci ai servizi bancari);

2) politiche industriali per uno sviluppo sostenibile con la stabilizzazione del contributo per le rinnovabili e misure per il Mezzogiorno;

3) ”una terapia d’urto contro l’evasione fiscale con misure di impatto sostanziale e non retorico”: tracciabilità dei pagamenti superiori ai mille euro e di quelli superiori a 300; la comunicazione da parte delle imprese dell’elenco clienti-fornitori e la parziale o totale deducibilità delle spese per la manutenzione della casa;

4) l’introduzione di un’imposta erariale ordinaria sui grandi valori immobiliari basata su criteri fortemente progressivi e un’imposta una tantum del 15% sui capitali ‘scudati’. Ha spiegato Bersani: “Questi 100-150 mila che hanno fatto rientrare i capitali dall’estero non sono certo operai della Fiat. Oltre al fatto che posso citare precedenti di deroghe, noi siamo convinti che con questa misura non mettiamo in discussione un patto fiscale ma la credibilità dei condoni. Questo contributo servirebbe a sostenere l’economia e quindi noi ci prendiamo l’accusa di ineleganza. E poi in un Paese in cui e’ possibile tutto, sarebbe curioso che proprio questa misura non fosse permessa. Vorrei ricordare che è Tremonti che dice ‘quello che non e’ vietato e’ permesso”’

5) un piano quinquennale di dismissioni di immobili;

6) pubblica amministrazione, istituzioni e costi della politica. In Italia la riduzione della spesa deve riguardare non tanto la spesa sociale, ma l’area della Pubblica Amministrazione, le istituzioni politiche e i settori collegati. A cominciare dal Parlamento.

7) Reintroduzione del reato di falso in bilancio e misure per l’efficienza della Giustizia, a cominciare dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

8) Quanto al capitolo previdenza, Bersani ha ribadito le proprie convinzioni: ”Si vuol parlare di riforma del Welfare, mettere in equilibrio la spesa pensionistica ad altre spese del welfare? Benissimo, abbiamo le nostre proposte e si discuta di questo che va sotto il titolo di riforma del welfare. Se invece è per far pagare dazio a chi non ha mai pagato dazio per coprire un buco di bilancio maneggiando le pensioni non sono d’accordo”.

L’illustrazione delle contromisure è servita a Bersani anche per contestare l’entità e la certezza della manovra: “Il governo omette di dire che questa manovra e’ una torta a strati che sul 2012-13-14 porterà gli effetti dell’ultima manovra, cui si aggiungono quella di aprile e quella del 2010. L’insieme porta sul Paese un peso insostenibile, iniquo e recessivo. Questa torta a strati è indigeribile”. Fatti i calcoli e messi uno dietro l’altro i risparmi che la manovra vuole conseguire, Bersani dice che si arriva a 55 miliardi di tagli sulla spesa pubblica.

“Tenuto conto che 40 miliardi e’ il pareggio di bilancio, non si capisce perché si arrivi a 55 miliardi. Due sono le cose o il governo non e’ sicuro delle sue previsioni o nasconde il reale andamento della finanza pubblica”. Una critica anche sulle ipotesi che riguardano l’Iva, un dibattito che il segretario del Pd definisce “kafkiano ed e’ ora di dire chiaramente che Tremonti l’Iva se la è già mangiata per coprire altri meccanismi”. Infine una stoccata a Montezemolo: “Se c’è qualcuno che vuole solo farsi largo bombardando a destra e sinistra, noi gli diciamo che non e’ utile al Paese e che non c’è tempo per pre-campionati, perché la situazione e’ abbastanza drammatica”.

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