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Manovra, al via l’esame al Senato: ecco i punti controversi

Dal Superbonus alle bollette, passando per la rottamazione delle cartelle e il bonus facciate, ecco le misure su cui si discute all’inizio dell’esame parlamentare, da chiudere in meno di un mese

Manovra, al via l’esame al Senato: ecco i punti controversi

Inizia la corsa per l’approvazione della legge di Bilancio. All’alba del 6 dicembre, il testo arriva finalmente in Senato. La tabella di marcia prevede il passaggio alla Camera in seconda (e presumibilmente ultima) lettura il 21 dicembre, per arrivare al via libera definitivo entro fine anno e scacciare lo spettro dell’esercizio provvisorio, quest’anno più pericoloso del solito visto che in gioco c’è anche la prima rata degli aiuti europei legati al Pnrr. I lavori parlamentari, quindi, dovranno svolgersi a tempi di record. In questa direzione va anche il taglio degli emendamenti proposti dalla maggioranza, che da oltre 5mila sono scesi a 600.

Il problema sarà trovare un equilibrio in grado di accontentare tutti i partiti, visto che gli elementi controversi non mancano: dal Superbonus alla proroga delle cartelle, dal patent box al cashback fiscale, la combinazione dei veti incrociati sui temi più caldi è davvero ampia. Per questo i capigruppo, assieme ai relatori e al governo, hanno deciso di sedersi ad un tavolo per definire un orientamento comune su cinque macrotemi: Superbonus, scuola, reddito di cittadinanza, contrasto del caro bollette e sisma.

In particolare, sulle bollette il governo potrebbe tornare a confrontarsi in settimana dopo il cortocircuito della settimana scorsa in Consiglio dei ministri, quando la destra e Italia Viva hanno bocciato il contributo di solidarietà proposto da Draghi e da Franco, che avrebbe escluso temporaneamente i redditi superiori a 75mila euro dai benefici della riforma dell’Irpef (nessuna patrimoniale, dunque) per sterilizzare in parte il caro bollette. Il no a questa soluzione lascia aperto un tema a dir poco controverso, considerato che tutti i partiti giudicano insufficienti i 2,8 miliardi attualmente stanziati per mitigare il forte rincaro dell’energia.

L’accordo generale sulla riforma di Irpef e Irap è ormai raggiunto da tempo, mentre un altro tema su cui si naviga a vista è il Superbonus 110%. Gli emendamenti sembrano convergere verso una proroga tout court della misura, eliminando quindi il tetto Isee a 25mila euro per le villette unifamiliari (ma c’è anche l’ipotesi di alzarlo a 40mila euro).

Sempre in tema di fisco e casa, Movimento 5 Stelle e Pd chiedono anche anche il bonus facciate non cali dal 90% al 60%, come invece previsto nella versione della manovra uscita da Palazzo Chigi.

Un tema che invece mette d’accordo tutti i partiti, e su cui il governo ha già dato disponibilità, è una nuova proroga per le cartelle nel 2022. I partiti spingono per una maggiore elasticità in favore di famiglie e imprese, che si tradurrebbe in tre misure:

  • revisione del termine per rottamazione-ter e saldo e stralcio (fissato al 14 dicembre nel decreto fiscale);
  • proroga di due mesi, al 31 gennaio 2022, per l’Irap;
  • estensione da 150 a 180 giorni del termine per pagare le cartelle sospese per l’emergenza Covid.

L’idea è di far finire in manovra una soluzione che parta da due delle ipotesi sul tavolo: diluizione dei pagamenti e rottamazione quater.

Tutti d’accordo anche sulla richiesta del Parlamento di modificare il Patent Box (inviso a Confindustria), ovvero il regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di software protetti da copyright, brevetti industriali e marchi d’impresa. Si profila un meccanismo con due opzioni per le imprese: gli incentivi sulla sperimentazione, oppure – in alternativa – la deduzione sull’utilizzo dei brevetti.

Infine, si prevede battaglia sul Reddito di cittadinanza (che i 5 Stelle difendono e la Lega vuole ridurre), sul cashback fiscale, sulle pensioni.

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