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Magnus, l’App che identifica l’arte

La nuova App si muove sul modello di Shazam, che consente di identificare brani musicali. Scattando una fotografia di un’opera d’arte con il proprio smartphone si potranno ottenere tutte le informazioni relative a quell’opera – Per l’ideatore Magnus Resch “la missione dell’app è democratizzare l’accesso al mondo dell’arte”.

Magnus, l’App che identifica l’arte

Un’app per riconoscere al volo qualsiasi opera d’arte e, come se non bastasse, scoprirne il prezzo. Se l’avete sognata potete sorridere, perchè è stata lanciata da poco Magnus, già definita la Shazam dell’arte, proprio perchè, alla stregua dell’app della musica più famosa al mondo, è in grado di identificare ogni quadro solo “guardandolo”.

Lo scopo di Magnus, disponibile sull’App Store, è quello di rendere fruibile l’arte a chiunque. Scattando un immagine dell’opera d’arte con il proprio smartphone si possono rapidamente ottenere tutti i dettagli in merito, anche il prezzo e la sua accessibilità, aiutando anche, in questo modo, ad animare il mercato dell’arte.

L’ideatore dell’app è Magnus Resch, trentunenne tedesco già inventore di Larry’s List, l’archivio dei collezionisti d’arte contemporanea. A fornire i prezzi delle opere, spiega Resch, sono gli stessi utenti, in un sistema che si fonda, dunque, sul crowd-sourcing e che ha portato ad avere fino a 8 milioni di opere all’interno del database dell’app.

“La missione di Magnus – spiega ancora Resch – è democratizzare l’accesso al mondo dell’arte. Questa applicazione è lo strumento perfetto per chiunque sia interessato all’arte. E’ come Shazam: basta scattare una foto e l’applicazione ti dice tutto quello che c’è da sapere”

“La mappa mostra tutti i luoghi d’arte intorno a voi – conclude l’imprenditore – in modo da non perdere mai un evento, o controllare i prezzi delle opere che desiderate acquistare. Credo che la trasparenza sia un bene per il mondo dell’arte. Questo attirerà nuovi collezionisti e darà ai potenziali acquirenti uno strumento a portata di mano per godersi ancora di più l’arte. E il bello è che è gratuito”.

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