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Made in Italy: cala l’export agroalimentare di qualità

Effetto Brexit in Gran Bretagna, mentre vanno bene le esportazioni verso la Francia – Male anche la Germania e la Cina

Made in Italy: cala l’export agroalimentare di qualità

Non basta essere sostenibili o a filiera controllata. Per la prima volta nel 2019 le esportazioni alimentari Made in Italy ristagnano. Il colpo più pesante è il meno 17,1% in Gran Bretagna a causa della svalutazione della sterlina. In altre parole, la Brexit sta facendo male all’agricoltura italiana. Istat e Coldiretti hanno osservato il fenomeno sul commercio estero di giugno. L’organizzazione degli agricoltori mette in risalto le tensioni tra Londra e la Ue che hanno determinato un 2,4 in meno dell’intero export italiano rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Una situazione che potrebbe peggiorare, dice Coldiretti, in caso di No Deal con l’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi alle esportazioni. In questo caso peserebbero sui prodotti italiani anche problemi per la tutela giuridica dei marchi. Il mercato europeo ha sin qui apprezzato le colture italiane, soprattutto quelle a marchio bio e a filiera controllata. Siamo alla svolta Brexit? Senza protezione europea, denuncia Coldiretti, il lavoro italiano rischia di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari. Un avviso al nuovo Parlamento europeo, perché non sono per niente escluse decisioni politiche più generali. Con l’ulteriore rischio che si affermi una legislazione sfavorevole al cibo italiano in Gran Bretagna, che è il quarto cliente dell’Italia.

Le valutazioni di Coldiretti non si fermano, però, alla Brexit. Le battaglie per la salvaguardia del nostro export di qualità si raccordano alle tensioni internazionali. Per esempio pesano sul mercato cinese con le vendite a – 21,6.%. E i cinesi hanno con l’Italia accordi commerciali specifici con riflessi su quella via della seta che apre le nuove frontiere commerciali con l’Europa. E gli USA di Trump, altro mercato top del Made in Italy ? Le esportazioni per ora vanno bene, con una crescita di poco superiore al 5%. Ma la minaccia dei dazi annunciati andrebbero a colpire oltre la metà del cibo Made in Italy. Il fatturato delle nostre imprese agroalimentari scenderebbe pesantemente, compromettendo l’equilibrio tra costi e ricavi per prodotti controllati come richiesto dal mercato americano. Tornando al mercato Ue, la Francia ha assorbito un 6% in più di prodotti di “casa Italia”. I francesi restano tra i principali partner economici con riconoscimenti alle produzioni sostenibili e di agricoltura biologica. Non così la Germania con un crollo del 7,9% negli ultimi mesi.

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