Condividi

M&A in caduta libera nei primi sei mesi del 2023: solo 228 operazioni completate contro le 441 dello scorso anno

Secondo l’analisi del Quaterly Deal Performance Monitor di Wtw, le cause principali sarebbe l’aumento dei tassi d’interesse e il clima d’incertezza

M&A in caduta libera nei primi sei mesi del 2023: solo 228 operazioni completate contro le 441 dello scorso anno


Calo record a livello globale per le operazioni M&A nella prima metà del 2023. Due le principali cause del tracollo: l’aumento dei tassi di interesse e del clima d’incertezza. Lo certifica l’analisi del Quarterly Deal Performance Monitor di WTW, società specializzata in servizi e soluzioni di Merger and Acquisitions, in collaborazione con l’M&A Research Centre della Business School di Londra.

M&A: operazioni in caduta libera nel 2023

Dal rapporto emerge che nei primi sei mesi del 2023, le operazioni da oltre 100 milioni di dollari hanno subìto un rallentamento significativo in tutto il mondo: con solo 280 operazioni completate rispetto alle 441 dello stesso periodo del 2022, la decrescita in termini di volumi è stata del 37%. Si tratta del numero più basso registrato nei primi sei mesi dell’anno dal 2009.

Le difficili condizioni macroeconomiche sono particolarmente evidenti in Nordamerica, dove si è registrato un calo di volumi per ben sei trimestri consecutivi, passando da un massimo storico di 173 operazioni nel terzo trimestre del 2021 a solamente 61 operazioni tra aprile e giugno 2023. 

L’analisi evidenzia inoltre che, oltre al numero di operazioni M&A in diminuzione, gli acquirenti hanno anche sottoperformato il mercato del 2,1%: si tratta di un netto calo dopo la performance positiva di +4,4% dei primi sei mesi del 2022. 

“Tuttavia, nonostante la continua volatilità del mercato, l’M&A a livello globale ha ottenuto una performance complessiva positiva di +1,4% negli ultimi 12 mesi”, sottolinea lo studio.

Andrea Scaffidi, Total Reward & Executive Solution Director di WTW, ha dichiarato: “Il contesto attuale, influenzato negativamente dall’aumento dell’inflazione, dai tassi di interesse, dai costi del capitale e da un maggiore controllo normativo, oltre che dalle forti turbolenze geopolitiche e dalla crisi economica, ha innescato un calo delle attività M&A più marcato di quanto previsto”.

M&A: previsioni in calo anche per la seconda metà dell’anno

“I buyer hanno dovuto cambiare marcia per adattarsi a un mercato di M&A più cauto, sebbene le negoziazioni siano comunque andate avanti”, continua Scaffidi, che poi aggiunge: “Si prevede che queste tendenze continueranno anche nella seconda metà del 2023; per questo i potenziali buyer si impegneranno maggiormente nella ricerca di operazioni per affrontare le priorità strategiche, come espandersi in nuovi mercati e colmare le principali lacune di business”.

Scaffidi aggiunge che: “Quando l’inflazione si stabilizzerà e i mercati del credito si riapriranno, ci aspettiamo che le operazioni M&A aumentino considerevolmente, grazie alla spinta della domanda latente, della trasformazione digitale, del ribilanciamento del portafoglio e dalle questioni ESG che continueranno a essere fattori chiave”.

“Le operazioni di grandi dimensioni resteranno difficili da realizzare a causa delle crescenti pressioni normative. Le aziende sono infatti più propense a perseguire operazioni di piccole e medie dimensioni, più facili da portare a termine rispetto ai “megadeal” e meno rischiose nell’attuale contesto economico. Ma nella corsa alle acquisizioni – a prescindere dalla portata delle operazioni – sviluppare una due diligence più rapida, approfondita e mirata, unita a un piano d’integrazione efficace, si rivelerà ancora più critico in questo contesto d’instabilità”.

Commenta