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M5S, Di Maio getta la spugna: non è più il capo politico

A pochi giorni dalle elezioni in Emilia Romagna Di Maio ha ufficializzato il passo indietro: “Ho protetto il movimento da trappole e approfittatori. Ora il governo deve andare avanti”.

M5S, Di Maio getta la spugna: non è più il capo politico

Luigi Di Maio non è più il capo politico del Movimento 5 Stelle.

 “È giunto il momento di rifondarsi. Oggi si chiude un’era. Ho portato a termine il mio compito”, ha affermato di Maio nel corso dell’evento organizzato dal M5s al Tempio di Adriano per presentare i facilitatori regionali. “Tanti mi hanno scritto non mollare. Ma io non mollerò mai il M5S, il Movimento è la mia famiglia“.

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“Ho lavorato – ha continuato Di Maio – per far crescere il Movimento e proteggerlo dagli approfittatori e dalle trappole lungo il percorso, anche prendendo scelte dure e a volte incomprensibili. La storia ci dice che alcuni la nostra fiducia l’hanno tradita ma per uno che ci ha tradito almeno dieci quella fiducia l’hanno ripagata”.

Poi l’affondo: “Abbiamo tanti nemici, qualcuno che resiste e che ci fa la guerra. Ma nessuna forza politica è mai stata sconfitta dall’esterno. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità”, ha accusato Di Maio.

Il ministro ha cercato di rassicurare tutti sul futuro del Governo: “Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura. Io penso che il governo debba andare avanti, perché alla fine” della legislatura “i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima“. 

Smentite dunque le preoccupazioni su un possibile contraccolpo delle sue dimissioni sull’Esecutivo.

Nel corso della riunione tenutasi in mattinata a Palazzo Chigi, il leader grillino aveva anticipato le sue dimissioni a ministri e viceministri pentastellati, pubblicando poi un post su Facebook che lasciava pochi dubbi su quale fosse la strada che il ministro degli Esteri aveva deciso di intraprendere.

“Oggi – ha detto Emilio Carelli aprendo i lavori – ascolteremo le parole importanti che ci dirà Luigi Di Maio. Non so se queste parole saranno un passo di lato o indietro, quello che so è che a nome di tutti dobbiamo pronunciare una parola di ringraziamento per Luigi Di Maio. Così Emilio Carelli introducendo la presentazione dei facilitatori M5s. “Per il governo non cambierà nulla. Anzi, il cronoprogramma andrà avanti” ha aggiunto.

Secondo indiscrezioni, la reggenza del M5S sarà affidata a Vito Crimi in qualità di membro anziano del comitato di garanzia. Una nomina “ad interim” in vista degli stati generali del partito che si terranno a metà marzo.

La cosa importante è restare uniti, tenere tutti uniti nel movimento, nello scegliere insieme la strada per il futuro”, ha detto il ministro per lo sport, Vincenzo Spadafora, uscendo da Palazzo Chigi al termine dell’incontro tra Di Maio e i ministri.

“Di Maio è stato tirato per la giacchetta, dunque aspettiamo che assuma lui un’iniziativa”. Ha detto in mattinata il premier Giuseppe Conte ai microfoni di Nonstopnews”, su Rtl. “Se fosse una sua decisione lo rispetterò” anche se “mi dispiacerà sul piano personale”, spiega.

Il passo indietro arriva a pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna, un appuntamento che secondo gli ultimi sondaggi pubblicati prima del silenzio imposto dalla legge potrebbe trasformarsi nell’ennesima sconfitta elettorale per il Movimento 5 Stelle.

A pesare sulla maggioranza potrebbero essere però gli addii al Movimento di altri due deputati, Michele Nitti e Nadia Aprile che hanno lasciato il Movimento e fatto formalmente richiesta di aderire al gruppo Misto. Salgono dunque a 14 i deputati ex M5s che siedono al Misto. In totale in questa legislatura sono 31 i parlamentari eletti con il M5s passati ad altri gruppi, per scelta personale o perché espulsi.

(Ultimo aggiornamento ore 19 del 22 gennaio).

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