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LuxLeacks: sale la pressione su Juncker

Il Ppe difende il presidente della Commissione Ue, i socialdemocratici chiedono chiarimenti – Da Bloomberg arriva un attacco frontale.

LuxLeacks: sale la pressione su Juncker

La Commissione europea assicura che sarà fatta chiarezza sulla vicenda LuxLeaks relativa agli accordi fiscali segreti ed elusivi fra le imprese europee e l’erario del Lussemburgo. Un caso, quello del LuxLeaks, che getta inquietanti ombre sul nuovo presidente dell’Esecutivo Ue, Jean-Claude Juncker, per quasi 20 anni primo ministro del piccolo stato del centro Europa.

A Bruxelles c’è la necessità di disinnescare il caso prima che possa esplodere in tutta la sua pericolosità, pertanto se da una parte si afferma che è importante investigare sulla situazione del Lussemburgo, dall’altra il Ppe cerca di escludere Juncker da ogni responsabilità sulla vicenda. Oltre al capogruppo del Ppe all’Europarlamento, Manfred Weber, che spiega che Juncker sarà imparziale, si stringe attorno al presidente della Commissione Ue anche il vicepresidente del gruppo, Antonio Tajani, precisando che Juncker non ha “nessuna responsabilità diretta nella vicenda”.

Anche il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan si schiera dalla parte del presidente della Commissione Ue, affermando che le rivelazioni sugli accordi fiscali non mettono a rischio la credibilità di Juncker, ma sono piuttosto “il risultato di un clima in cui c’è molta più trasparenza”.

La pensano in maniera differente i socialdemocratici. David Sassoli, esponente del Pse e vicepresidente del Parlamento Europeo, ritiene che Juncker debba “sentire l’obbligo di chiarire la vicenda” mentre il collega Nicola Danti ha chiesto una commissione d’inchiesta.

Molto più pesante, invece, il giudizio espresso da una delle più note multi-testate finanziarie internazionali: Bloomberg, in un editoriale, sottolinea come la nomina di Juncker alla Commissione Ue sia stato un errore commesso dal Parlamento europeo “desideroso di estendere i propri poteri”.

Secondo Bloomberg, inoltre, la posizione di Juncker come capo dell’istituzione “che sta indagando le pratiche fiscali da lui supervisionate quando era primo ministro è in chiaro conflitto di interesse“. Sulla base di questo ragionamento la testata finanziaria ritiene che Juncker “servirebbe al meglio il progetto europeo se presentasse le dimissioni“.

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