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L’uomo dal cuore di ferro: al cinema “il Macellaio di Praga”

A pochi giorni dalla Giornata della Memoria arriva nelle sale una pellicola che racconta l’attentato a uno dei nazisti più spietati del Reich: Reinhard Heydrich, definito “il macellaio di Praga” per la sua brutalità

L’uomo dal cuore di ferro: al cinema “il Macellaio di Praga”

due stellette e mezza

Sarà forse perché siamo lontani dai grandi appuntamenti dei festival internazionali, ma il “convento” cinematografico in questo periodo non passa grandi titoli ed è necessario accontentarsi e, magari, trovare anche qualcosa di dignitoso. Il film che proponiamo questa settimana è L’uomo dal cuore di ferro, firmato alla regia da Cédric Jimenez, tratto da un romanzo di Laurent Binet, a sua volta ispirato ad una vicenda realmente accaduta.

Premesso che si tratta di un film dalle obiettive difficoltà narrative dovute ad una materia dura, cattiva, e si riferisce anzitutto all’incommensurabile crudeltà di cui è capace una parte del genere umano, espresso in modo assoluto con quanto avvenuto durante la Seconda guerra mondiale ad opera dei nazisti. Questo particolare genere “bellico” ha generato innumerevoli titoli che, spesso, hanno fatto la storia del cinema. Uno su tutti, relativamente simile a questo, merita di essere ricordato: Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, uscito nel 2009.

La storia racconta tutte le fasi precedenti, la preparazione e lo svolgimento dell’attentato, avvenuto realmente nel maggio del 1942 a Praga, contro Reinhard Heydrich, braccio destro di Heinrich Himmler, ideatore e realizzatore della “soluzione finale” destinata a sterminare milioni di ebrei e, in precedenza, autore e organizzatore materiale della strage della “notte dei lunghi coltelli”. Il film si divide in due parti: nella prima si riassume la sua ascesa al potere nelle gerarchie naziste, nella seconda le fasi operative dell’attentato. In Gran Bretagna si trovano rifugiati gruppi di giovani cechi, addestrati dalla RAF per essere poi paracadutati nel loro paese e svolgere attività di contrasto all’esercito tedesco invasore, governato appunto da Heydrich.

Le forze alleate decidono che è necessario colpire uno degli uomini più pericolosi del regime di Berlino e, per questa occasione, vengono scelti e addestrati due giovani con il preciso compito di uccidere quello che era definito “il macellaio di Praga” per la totale brutalità usata per massacrare civili inermi oltre che partigiani e avversari politici. Il film racconta in modo esauriente tutti gli avvenimenti realmente accaduti e i personaggi principali rispondono bene al ruolo assegnato (Jason Clarke e Rosamund Pike, nel suo ruolo ormai consolidato di donna spesso cinica e spietata) insieme ai due giovani attori Jack O’Connell e Jack Reynor, i veri protagonisti.

Da un punto di vista strettamente cinematografico, si tratta di un buon lavoro, eseguito con sufficiente attendibilità: tempi, scenografia e allestimenti scenici rendono bene l’ambiente e il periodo in cui si svolge la storia. È verosimile che in molti passaggi possano essere avvenute forzature narrative, giusto per rendere fino alla fine una relativa dimensione di attesa emotiva su come la vicenda è destinata a concludersi, senza nulla togliere alle fonti storiche che hanno ispirato il racconto.

Potrebbe non essere una pellicola destinata a vincere prestigiosi riconoscimenti internazionali, ma merita di essere vista anche in chiave di omaggio a quanti, in uno dei periodi più bui della storia recente, hanno sacrificato la loro vita per la libertà dell’intero continente. Tra l’altro, il film esce nelle sale proprio pochi prima del Giorno della Memoria, il 27 gennaio.

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