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Lombardia, caos Regione: dopo l’arresto di Zambetti, è scontro Formigoni-Lega

Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, è sempre più nell’occhio del ciclone: mentre ha accettato le dimissioni dei quattro assessori leghisti, prendendo le deleghe ad interim, ha però ammonito il Carroccio: “Se lasciano il Pirellone, fuori anche da Piemonte e Veneto” – Alfano lo difende, Salvini rilancia: “Si azzeri tutto e si torni alle urne”.

Lombardia, caos Regione: dopo l’arresto di Zambetti, è scontro Formigoni-Lega

E’ sempre più caos in Regione Lombardia, dopo l’arresto ieri del consigliere del Pdl Domenico Zambetti e la decisione shock della Lega Nord di dimettersi compatta dalla Giunta. La decisione del Carroccio ha suscitato la reazione stizzita del governatore Roberto Formigoni, sempre più nell’occhio del ciclone: “Se i leghisti vogliono il dialogo devono ritirare le dimissioni – ha detto Formigoni nell’intervista telefonica con Maurizio Belpietro -, decidano se vogliono far parte dell’alleanza in Lombardia, Veneto e Piemonte. In caso contrario andremo a elezioni con una giunta guidata da Formigoni e assessori completamente nuovi e ovviamente tutto ciò avrà conseguenze anche in Veneto e Piemonte, perché le tre giunte sono figlie dello stesso accordo politico”. 

In mattinata il leader della Lega milanese, Matteo Salvini, era così intervenuto a Tgcom24: “L’azzeramento della giunta mi sembra il minimo e lo dico a malincuore. Se Formigoni debba fare o meno un passo indietro, sta a lui deciderlo. Se però Formigoni pensa che gli si stia facendo un dispetto e che, cadendo lui, cada la Lega anche in Veneto e in Piemonte, si sbaglia. La Lega non ha paura di nulla. Se poi sarà così, torneremo a  votare e la Lega prenderà il doppio dei voti”. Poi, via Facebook, il segretario della Lega in Lombardia ribadisce: “Si azzeri tutto e si riparta, con pochi uomini e pochi progetti concreti fino a elezioni”.

A dar man forte a Roberto Formigoni è arrivato l’intervento del segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai microfoni di Radio Anch’io. “Non è una minaccia ma un patto politico. In Veneto non ricandidammo Galan uscente e vincente per rispettare un accordo con la Lega Nord. Ma lavoriamo perché non cada la Lombardia. Noi crediamo che Formigoni debba fare un gesto forte, molto forte. Crediamo davvero che il presidente Formigoni dirà e farà cose talmente forti per rimettere in marcia la Regione Lombardia. E’ qualcosa di più di una presa di distanza da Zambetti. Penso che debba azzerare tutto e debba ricominciare. Serve dare un segnale di censura“. “Ho già avuto modo di parlare con Formigoni – prosegue Alfano -. Io e Maroni, come ministri abbiamo fatto tantissimo per contrastare la ‘ndrangheta. Questa opera di azzeramento avverrà per opera e per mano dell’ex ministro dell’Interno e della Giustizia”.

Intanto però il presidente della Regione Lombardia ha fatto sapere di aver ritirato le deleghe degli assessori della Lega Nord, prendendole in carico ad interim. Dunque, in seguito dell’annuncio delle dimissioni degli esponenti leghisti del Pirellone, sono state ritirate le deleghe agli assessori: Andrea Gibelli (Industria e vicegovernatore), Daniele Belotti (Territorio), Giulio De Capitani (Agricoltura) e Luciana Ruffinelli (Sport e giovani). 

Quanto al caso Zambetti, “ci sono responsabilità anche da parte dei vertici del Pdl che avevano giurato su di lui”, commenta sibillinamente Formigoni. “L’accusa è di una gravità assoluta, ed è del tutto inaccettabile – prosegue – o è un abbaglio incredibile della magistratura, ma mi pare proprio di no, oppure Zambetti è uno spergiuro che ha tradito la fiducia di tutti noi. Io ho fatto giurare due volte tutti gli assessori di avere la coscienza pulita, quindi siamo in presenza di un politico che non solo ha tradito noi ma anche tradito il patto fatto con il proprio presidente ed il proprio partito”. “Di fronte a questo salto di qualità negativo – aggiunge Formigoni – io prenderò decisioni forti, nette. La ‘ndrangheta non deve avere accesso nelle istituzioni e non lo avrà”.

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