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L’offensiva di Bolloré su Telecom apre l’autunno

Vivendi: “Disastrosa” la gestione Telecom – Cina in frenata aspettando i dazi Usa – Anche il Sud Africa sotto tiro – Nomine Ue: Italia in difficoltà – Il Governo: sarà una manovra soft – Spread sotto 250 punti, il due anni sotto l’1%

L’offensiva di Bolloré su Telecom apre l’autunno

Continua la fase di incertezza sui mercati. Da stasera possono scattare i nuovi dazi Usa sull’import cinese, mentre si allontana la firma dell’accordo tra Usa e Canada. Sale intanto la tensione sui mercati emergenti: continua la pressione su Argentina e Turchia ma ormai il malessere è generale: soffre l’Indonesia come il Sud Africa. Ovunque si diffonde la paura per le possibili conseguenze di un ulteriore rialzo del dollaro (+8% da marzo).

A minare l’umore di Wall Street, pur sostenuta dal brillante andamento dell’economia sono i conflitti politici, sempre più violenti in vista delle elezioni. Il New York Times pubblica un commento, anonimo, di “un alto funzionario dell’amministrazione” che rivela che nei mesi scorsi è stato seriamente discussa l’ipotesi di destituire Donald Trump, “bugiardo patologico ed inaffidabile”, dalla Casa Bianca ai sensi dell’articolo 25 della Costituzione.

In questa cornice si placa, per ora, l’aria di tempesta sull’Italia. E tornano così in primo piano le partite societarie. Ieri sera una nota di Vivendi ha ufficialmente avviato la campagna d’autunno di Telecom Italia. Si apre così un altro fronte nella partita tra Italia e Francia: da una parte Vincent Bolloré, dall’altra, assieme ad Elliott, c’è la Cdp.

CINA IN FRENATA ATTENDENDO I DAZI USA

Deboli i listini asiatici in attesa delle scelte Usa sui dazi. Le Borse cinesi segnano un ribasso dello 0,2% così come il Giappone. Fa peggio Hong Kong: -0,5%. Anche in Asia, i tecnologici, come Samsung Electronics (-1,18%), sono scambiati al ribasso.

Seduta sottotono ieri per Wall Street. Piatto il Dow Jones (+0,09%), in ribasso l’indice S&P 500 (-0,28%).

Pesante il Nasdaq (-1,19%) nel giorno di una difficile audizione in settima per Jack Dorsey di Twitter (-6,1%) e Sheryl Sandberg di Facebook (-2,3%), in grande difficoltà sulle fake news.

Continua la frana di Jd.Com -10,6%, il gruppo cinese nella bufera dopo l’arresto in Usa del leader del gruppo (già rilasciato) per molestie sessuali in Minnesota.

ANCHE IL SUD AFRICA SOTTO TIRO

Il Peso argentino ha toccato il minimo storico all’inizio di questa settimana, non rientra la crisi della Lira turca. Il Rand sudafricano ha ampliato la perdita da inizio anno al -22% dopo che le statistiche hanno decretato il ritorno in recessione del Sudafrica.

La crisi degli emergenti frena il petrolio: Brent a 77,13 dollari (-14 centesimi), Wti a 68,58.

RALLENTA SAIPEM, TONFO DI TENARIS

Chiusura in rosso per Saipem , in buon rialzo per gran parte della seduta, promossa da Morgan Stanley con target a 6,7 euro, perché ritiene che il settore servizi petroliferi abbia buone prospettive con la ripresa degli investimenti. Netto ribasso invece per Tenaris che lascia sul terreno il 2,97%, nonostante lo studio sul settore positivo da parte di Morgan Stanley: il titolo potrebbe risentire dell’annuncio da parte degli Usa di un alleggerimento dei dazi sulle importazioni di prodotti in acciaio e alluminio da alcuni paesi, tra cui la Corea del Sud.

Eni (-0,2%) ha dato mandato a Bnp Paribas, BofA Merrill Lynch, Citigroup, Goldman Sachs, J.P. Morgan, Morgan Stanley e Wells Fargo per l’organizzazione del collocamento di un’emissione obbligazionaria a tasso fisso in dollari, da emettersi in due tranche con durata 5-10 anni.

Tonfo del Bitcoin, scivolato da 7.700 a 7 mila dollari dopo l’annuncio che Goldman Sachs ha rinviato il varo dell’Etf sulla valuta virtuale

TIENE PIAZZA AFFARI, SOFFRE LA CITY

I future sulle borse europee anticipano un avvio debole. I listini hanno immediatamente imboccato ieri la via del ribasso. La pressione è andata crescendo con il passare delle ore coinvolgendo anche la Borsa italiana che seppur di poso, ha fallito il terzo rialzo di fila. Sul fronte macro, le revisioni dei PMI Eurozone services e composite di agosto hanno confermato il modesto rimbalzo dell’attività: il contagio della crisi italiana non si vede.

Anche Milano, dopo una seduta condotta con il segno più, ha chiuso in rosso-0,09% a quota 20.581 punti. In profondo rosso il resto del Vecchio Continente: Francoforte perde l‘1,39%; Parigi -1,54%; Madrid -0,8%.

Fuori dalla zona euro Londra segna -0,95%, penalizzata dal rialzo della sterlina a seguito di indiscrezioni su possibili accordi fra Germania e Regno Unito per favorire una più rapida intesa sulla Brexit, anche prima di aver definito tutti gli aspetti della complessa questione.

NOMINE UE, ITALIA IN DIFFICOLTÀ

È tutta in salita la strada dell’Italia per mantenere la propria influenza all’interno della Banca centrale europea. Diverse fonti europee riferiscono di un paese “isolato” mentre a Francoforte si liberano posti chiave e gli investitori si interrogano sulla politica economica del nuovo governo di Roma. Secondo Reuters è alto il rischio che l’Italia, dopo il passaggio di testimone di Mario Draghi il prossimo anno, si ritrovi per la prima volta senza propri rappresentanti nel comitato esecutivo Bce.

IL GOVERNO: SARÀ UNA MANOVRA SOFT

Anche ieri è stata una giornata positiva per il secondario italiano, sostenuto dalle dichiarazioni incoraggianti dopo il vertice del governo sulla manovra. Alla fine della riunione il premier Giuseppe Conte ha ribadito che “stiamo approfondendo tutti i dettagli per varare un piano finanziario che tenga i conti in ordine e che consenta al Paese di perseguire un pieno rilancio sul piano economico-sociale: la nostra sarà una manovra nel segno della crescita nella stabilità”. Oggi si terrà Una nuova riunione sulla manovra si terrà a Palazzo Chigi, con Conte, il ministro delle Finanze Tria, i vice premier Salvini e Di Maio e il sottosegretario Giorgetti.

LO SPREAD SOTTO 250 PUNTI, IL DUE ANNI SOTTO L’1%

Sull’onda di queste promesse il mercato secondario ha vissuto una seduta positiva anche se la chiusura è stata sotto i massimi di giornata.

Lo spread tra Btp e Bund decennali ha bucato al ribasso i 250 punti base per la prima volta dallo scorso 9 agosto, stringendo di quasi 20 punti dalla chiusura precedente.

Il rendimento decennale italiano è scivolato in giornata fino al 2,87% (da 3,03% della chiusura di ieri), anche in questo caso al minimo dal 9 agosto.

Il tasso sulla scadenza biennale è sceso brevemente sotto la soglia dell’1,00% (fino a 0,98%), sempre sui minimi da inizio agosto.

A fine seduta lo spread Italia/Spagna stringe di 9 punti base su a quota 158.

PRENDONO IL VOLO LE EX POPOLARI

È proseguito, in parallelo alla discesa dello spread, il rimbalzo delle banche. L’indice di settore avanza del 3,25% (+0,5% il comparto europeo). Guidano la corsa le ex Popolari: Ubi Banca+6,31%, Banco Bpm+7,17% e Bper+4,27%. Brilla anche Mediobanca (+3,25%), premiata da Equita con un buy (target 10,5 euro).

Continua anche il rally di FinecoBank: +1,4% a 10,79 euro, nuovo massimo storico. Da inizio anno il titolo guadagna il 26%.

VIVENDI: “DISASTROSA” LA GESTIONE TELECOM

Promette un autunno di fuoco Telecom Italia (-1,45%), scesa ad un nuovo minimo a 51,74 centesimi dopo aver fallito in mattinata un tentativo di rimbalza. Ieri sera, a mercato chiusi, Vivendi ha sferrato un duro attacco alla “disastrosa gestione della società da quando Elliott ha assunto il controllo del cda in seguito all’assemblea del 4 maggio. Telecom – si legge in una nota – da allora ha perso circa il 35% ed è ora al minimo da 5 anni, mentre nel position paper del 9 aprile, Elliott prometteva un raddoppio del corso di borsa in due anni”. La conclusione è che “la nuova governance è fallimentare il propagarsi di voci, fra cui quella dell’uscita del ceo, provoca disfunzioni che nuocciono al buon procedere e ai risultati di Telecom”.

Secca la replica del presidente Fulvio Conti che ha espresso “profondo rammarico” per la nota di Vivendi. La frana, tra l’altro, è stata preceduta dalla diffusione di un report di Exane Paribas (banca vicina a Vincent Bolloré) che fissa un target price di 0,38 euro per il titolo.

IN ROSSO STM E AUTO. CONTINUA LA MARCIA DELLA JUVENTUS

In profondo rosso anche Stm (-4,63%), in linea con l’andamento del tech ed comparto automotive: Ferrari -2,86%, Fiat Chrysler -2,25%, nonostante un buon dato (+10%) delle vendite in Usa. Giù anche Brembo (-1,93%).

Nel resto del listino da segnalare la marcia del titolo Juventus: +5%, a 1,28 euro. La capitalizzazione del club è salita a 1,3 miliardi con un progresso, nel corso del 2018, del 66%. Dall’inizio di luglio il valore del titolo è in pratica raddoppiato: l’effetto Ronaldo funziona.

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