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L’Irpinia ha la sua rete museale

Ciriaco De Mita, sindaco di Nusco, favorisce l’aggregazione dei sindaci che ottengono finanziamenti europei. L’anziano leader cultore delle tradizioni della sua terra pronta per un distretto turistico.

L’Irpinia ha la sua rete museale

Rieletto Sindaco di Nusco a 91 anni. Un pezzo della storia repubblicana che non ha mai trascurato  la sua terra. Tutt’altro. La valorizza anche per le vestigia e le tradizioni che solo i musei  possono custodire e lasciare alle generazioni future. E’ bella e suggestiva l’Irpinia e Ciriaco De Mita la rappresenta da par suo. Da leader politico, da ex Presidente del Consiglio, da studioso e curioso di uomini e cose. Ora, come ritirato ( si fa per dire) nel borgo natio, sfida i potenti di turno a mettere soldi nelle strutture culturali. Luoghi solidi della memoria e della sapienza. Sostenibili più di quanto il territorio circostante già non ci conquisti alla vista e al passaggio. Terra con forte radici culturali e storiche. Ha messo insieme 25 Sindaci dell’alta Irpinia, De Mita, intorno alla sua Nusco per costruire una rete museale. 

Ne avevano tutti bisogno, perché tra le tante iniziative che tutelano ambiente, paesaggio e forme espressive genuine, una rete di luoghi ordinata e sinergica, mancava. Ha reso i sindaci partecipi della Snai – la Strategia Nazionale Aree Interne – e proposto al Governatore della Campania Vincenzo De Luca di finanziare gli  interventi. Sapevano che c’erano soldi dell’Unione Europea da spendere. E senza facili denigrazioni su soldi mal gestiti e dispersi in mille rivoli. Per lungo tempo in queste terre si è fatto anche così. Ma ora siamo in un altro film. Nonostante non sia facile far comprendere a chi oggi gestisce soldi pubblici che investire in cultura e ambiente, vuol dire investire bene. Perché spesso sono privi di storia e cultura essi stessi. Tutti insieme i sindaci hanno comunque, ottenuto 10 milioni e 400 mila euro, per sostenere il programma ‘Rete Museale’. Chapeaux!

Il primo passo sarà la progettazione di cinque interventi. Si inizia con l’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, il Museo Diocesano di Nusco, il parco archeologico di Conza, il Museo Etnografico di Aquilonia e il Museo del Vino di Castelfranci. Paesi dove il terremoto dell’80 portò morte e distruzione. De Mita e colleghi sono soddisfatti. Non foss’altro per aver saputo mettere insieme più ingredienti culturali nella rete che si sta costruendo. Nei musei ci metti quello che hai, ma poi fai sempre in tempo a renderli più attraenti, a farti donare beni e opere d’arte da coloro che riesci a convincere. A questi sindaci non mancherà come fare, ammesso che non vogliano chiedere consiglio a chi ne ha viste più di tutte ed è il Presidente della loro Rete. La tenacia e la voglia di fare bene c’è. L’arte è un ingrediente di una strategia territoriale che punta a costruire il distretto turistico irpino.

Se a Nusco si spenderanno oltre 3 milioni di euro per il museo diocesano, a Conza si spenderà più o meno lo stesso per il progetto integrato Ambiente, Natura, Territorio e Archeologia. Il senso di questi interventi è anche di dire a tanta parte dell’Italia, venite al Sud a scoprire e studiare il nostro patrimonio. D’altra parte, prima della rete museale, gli stessi Comuni hanno preso dall’Europa 26 milioni di euro per un documento più organico e corposo di strategia d’area. Non meraviglia nemmeno che nel Comune di Fontanarosa, si svolga il simposio internazionale di opera d’arte in pietra. Summit artistico di livello giunto quest’anno alla quinta edizione dopo un po’ di assenza. Ha richiamato artisti da tutto il mondo. In scenari naturali incantevoli si lavorano blocchi di pietra senza forma riprendendo  l’antica tradizione greca e romana divenuta qui patrimonio immateriale dell’umanità. Complessivamente niente di più utile e benaugurante per un bellissimo scorcio d’Italia. Piaccia o no, ma il regista viene dal secolo scorso.

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