Le grandi potenzialità di sviluppo dell’IoT è il tema al centro del Seminario “L’internet of Things per le infrastrutture di pubblica utilità. Come accelerare lo sviluppo?”, organizzato a Milano dall’Infrastructure Unit di Agici e che ha riunito attorno al tavolo un gruppo rappresentativo di esponenti del mondo delle utilities e delle istituzioni. Obiettivo: comprendere che prospettive si aprono per il comparto delle infrastrutture e dei servizi di pubblica utilità con la diffusione dell’IoT, ma anche quali barriere e colli di bottiglia ne ritardano il decollo e quali le possibili soluzioni per superare le difficoltà esistenti.
Sono intervenuti, tra gli altri, l’Assessore Roberta Cocco del Comune di Milano, Silvio De Nicola di Agcom, Michele Frassini di Vodafone, Gianluca Marini del Cesi, Paolo Quaini di Edison, Gianluigi Fioriti di Enel, Stefano Latini di Trenitalia, Marcello Bondesan di Hera, GinacarloAttili di Terna; e, inoltre, esponenti di Almaviva, Alpiq, Anas, Assogas, Confindustria Digitale, E.on, Falck Renewable, Gruppo Mercantile Servizi, Innowatio, Leonardo-Finmeccanica, Manutencoop, Schneider Electric, Selta, TerniEnergia, Utilità.
“L’automazione digitale delle infrastrutture nei settori della viabilità, trasporti e logistica offre notevoli opportunità di significativi risparmi di costi grazie a una migliore efficienza operativa ed energetica e alla possibilità di svolgere la manutenzione predittiva” ha spiegato il professor Andrea Gilardoni, docente presso la Bocconi e presidente di Agici. “Studi che abbiamo condotto dimostrano come l’IoT, grazie alla telelettura, può apportare effettivamente in un comparto come quello del gas notevoli vantaggi sul fronte economico, del risparmio energetico o dell’ambiente a seguito delle minori emissioni di CO2”, ha proseguito Andrea Gilardoni. Tra tutte le applicazioni possibili dell’Internet of Things – secondo Agici – quelle che mostrano le maggiori potenzialità risiedono nelle infrastrutture cittadine e nel miglioramento dei servizi che queste erogano.
Molti i progetti avviati o in fase sperimentale presentati dai diversi speaker; ad esempio il progetto pilota avviato a Modena da Hera di Smart Metering multiservizio, o il progetto di Dynamic Maintenance Management System di Trenitalia che attraverso la sensoristica può generare risparmi nei costi di manutenzione dell’8-10%; la control room per la gestione dei servizi di EDF-Edison; i progetti di IoT per il settore elettrico di Terna e del CESI, ad esempio Demand Response Management e Virtual Power Plant. “Attraverso la crescita dell’infrastruttura digitale la rete elettrica è oggi in grado di abilitare nuovi servizi ha sottolineato Gianluigi Fioriti Amministratore Delegato di e-distribuzione. L’Internet of Things rappresenta per noi un’opportunità nella sfida che abbiamo scelto di affrontare da oltre quindici anni puntando sulla ricerca e sull’innovazione con lo sviluppo dello ‘Smart Meter’ e di tecnologie per la mobilità elettrica, il telecontrollo e l’automazione della rete.
Nella nostra visione, l’infrastruttura di e distribuzione evolverà integrandosi sempre più con il mondo esterno a supporto della Smart City, dell’Industria e dei servizi avanzati dedicati alla collettività”. Dalle testimonianze dei partecipanti al Seminario è emerso, tuttavia, che nel nostro Paese vari sono ancora gli ostacoli che impediscono un pieno sviluppo del mercato. Una barriera tra le più importanti è costituita dall’incertezza relativa alle infrastrutture di rete: il mercato offre numerose alternative per la comunicazione degli oggetti intelligenti, sia a banda larga che a banda stretta; sotto questo aspetto sarà determinante la diffusione della NB-IoT, su cui sta lavorando anche Vodafone, la rete cellulare su spettro licenziato che garantisce elevata copertura territoriale e bassi consumi energetici. Una seconda barriera riguarda l’organizzazione interna all’azienda e la bassa propensione al cambiamento di numerose realtà italiane. Per superarla molte aziende hanno costituito delle unità ad hoc, con risorse con competenze digitali e manageriali, che gestiscono in maniera trasversale i progetti IoT.
Infine, l’opinione condivisa da tutti i partecipanti è che la barriera principale allo sviluppo dell’IoT è l’eccessiva frammentazione dei progetti e la mancanza di un coordinamento che metta a sistema competenze e best practice. “Occorre una leadership forte e chiara che pianifichi e coordini un progetto digitale, incoraggi il coinvolgimento attivo degli stakeholder (enti pubblici, imprese, cittadini, istituti finanziari, poli di ricerca, universit, ecc.) e favorisca la condivisione di know how fra tutti i soggetti parte del network” ha sottolineato Stefano Clerici, direttore della Infrastructure Unit di Agici.
“Tale ruolo potrebbe essere svolto dalla Pubblica Amministrazione che meglio di tutti conosce le esigenze e le necessità dei cittadini, destinatari di tali progetti”. Proprio su questo tema l’Assessore alla Trasformazione Digitale del Comune di Milano, Roberta Cocco, ha affermato: “I progetti di digitalizzazione dei servizi per i cittadini devono essere frutto del lavoro congiunto di più operatori e la PA deve essere strutturata in modo da sostenerne efficacemente lo sviluppo. Ad esempio, la struttura dell’unità dei Sistemi Informativi e Agenda Digitale del Comune di Milano prevede tre figure chiave: un CTO che definisca le priorità e le strategie, un CIO che disegni l’architettura del digital path e un CDO che si occupi dei dati, con attività di mining e analysis”. A conclusione la Infrastructure Unit di Agici lancia la proposta di un tavolo di lavoro permanente che studi e metta a punto modelli di implementazione efficaci e concreti per tali progetti.