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L’inflazione aumenta, ma la Bce non imita la Fed

Gli acquisti del programma Pepp si concluderanno a marzo, ma saranno compensati dal piano App fino a fine settembre – Per Lagarde è “molto improbabile” un aumento dei tassi nel 2022

L’inflazione aumenta, ma la Bce non imita la Fed

L’Eurozona non insegue gli Stati Uniti, perlomeno in politica monetaria. Se la Fed, per contrastare il rialzo dei prezzi, accelera su tapering e aumento dei tassi, la Bce prevede che l’inflazione resterà “elevata nel breve termine, ma si attenuerà il prossimo anno”, non giustificando una stretta monetaria significativa. Lo ha confermato giovedì Christine Lagarde, numero uno della Banca centrale europea, dopo l’ultima riunione del Consiglio direttivo dell’Eurotower.

LE NUOVE PREVISIONI SULL’INFLAZIONE

I tecnici della Bce hanno corretto al rialzo le previsioni sull’andamento dell’inflazione nell’area euro: dal 2,2 al 2,6% sul 2021, dall’1,7 al 3,2% sul 2022 e dall’1,5 all’1,8% sul 2023 (stesso livello stimato per il 2024, che per la prima volta entra nell’orizzonte di previsione). Se si escludono i prezzi di cibo ed energia, l’inflazione dovrebbe attestarsi all’1,4% quest’anno e all’1,9% nel 2022, per poi scendere all’1,7% nel 2023 e all’1,8% l’anno seguente.

La crescita dei prezzi nell’Eurozona “resterà al di sopra del nostro obiettivo per la maggior parte del 2022, ma è probabile che si attenui durante il prossimo anno – ha continuato Lagarde – Le prospettive sono state riviste al rialzo, ma restano inferiori al livello obiettivo sull’orizzonte previsionale. Affinché l’inflazione si stabilizzi sul nostro obiettivo del 2% nel medio termine resta necessario l’accomodamento monetario, inclusi gli acquisti netti di titoli con l’App e le nostre indicazioni prospettiche sui tassi”.

I PIANI DI ACQUISTO TITOLI

Per questo, la Bce ha annunciato una serie di modifiche alla politica monetaria meno significative di quelle varate ieri dalla Fed.

Innanzitutto, da inizio anno l’istituto di Francoforte taglierà l’importo dei bond rilevati con il Pepp – il piando d’acquisti varato contro la crisi pandemica – che si concluderà come previsto a fine marzo 2022.

Allo stesso tempo, però, la Banca centrale ritiene che l’incertezza sulle prospettive economiche imponga di mantenere una politica monetaria espansiva: per questo il board ha prolungato fino a fine 2024 le operazioni di rinnovo dei titoli accumulati con il Pepp.

Inoltre, per bilanciare la chiusura del piano d’emergenza, nel secondo trimestre la Bce raddoppierà a 40 miliardi di euro al mese gli acquisti effettuati con il programma App, che poi proseguiranno al ritmo di 30 miliardi al mese fra luglio e settembre, per tornare a 20 miliardi a partire da ottobre. Dopodiché, rimarranno stabili “fino a quando raggiungeremo il nostro obiettivo” d’inflazione, ha sottolineato ancora Lagarde.

I TASSI D’INTERESSE

Per quanto riguarda i tassi d’interesse, “un aumento nel corso del 2022 rimane molto improbabile – ha ribadito la numero uno della Bce – Tuttavia, le nostre azioni sono guidate dai dati e quindi li valutiamo ogni volta che si rendono disponibili”.

Per il momento, comunque, i tassi sono confermati ai minimi storici: zero sulle operazioni di rifinanziamento principali, 0,25% sulle operazioni marginali e -0,50% sui depositi presso la stessa Banca centrale.

L’ANDAMENTO DEL PIL NELL’EUROZONA

Infine, l’Eurotwer ha rivisto anche le previsioni sull’andamento del Pil nell’Eurozona: dal +5 al +5,1% per il 2021, dal +4,6 al +4,2% per il 2022 e dal +2,1 al +2,9% per il 2023. Entra nell’orizzonte temporale il 2024, anno per il quale gli esperti Bce si attendono una crescita pari all’1,6%. Secondo le stime di Francoforte, a causa delle difficoltà negli approvvigionamenti, il recupero dei livelli economici pre-Covid slitterà dalla fine del 2021 al primo trimestre del 2022.

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