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L’incredibile storia di Valerio Pastore, da hacker a guru della sicurezza

Valerio Pastore era un ragazzo di talento di Sarno con la passione per gli hacker: seguendo i consigli di Gartner group è diventato un guru della sicurezza internazionale e ora la sua factory milanese, la Boole server, va a sfidare i santoni della Silicon Valley aprendo un ufficio commerciale a San Francisco dopo Londra e Parigi

L’incredibile storia di Valerio Pastore, da hacker a guru della sicurezza

Ragazzo, e vuoi crescere per davvero, vai in America. E Valerio Pastore da Sarno, non ci ha pensato su due volte a seguire il consiglio di Gartner Group, la società di consulenza più rinomata nel mondo dell’hi tech. Ma non sarà la solita storia della fuga di cervelli: Boole server, la factory milanese capitanata da Pastore, 36 anni, ex hacker diventato un guru internazionale della sicurezza, non lascia l’Italia ma, dopo aver aperto bottega a Londra e Parigi, si sente pronto per la grande impresa: sfidare i Big nella loro tana, San Francisco, dove a giorni aprirà l’ufficio commerciale della boutique meneghina dove Pastore opera con un agguerrito staff di cervelli nostrani che nulla hanno da invidiare ai talenti di Silicon Valley.

Ma l’apetura oltre Oceano è un passaggio obbligato: come per primeggiare nel basket occorre esibirsi sul parquet del Madison Square Garden o di San Antonio, per conquistare la fiducia dei grandi clienti, da Google a Facebook, bisogna spostarsi nel cuore del futuro, tra San José e Mountain View

“Riteniamo che le nostre soluzioni siano mature e pronte per penetrare il mercato americano” dice Pastore scovato, appena sedicenne, nella sua Sarno dai servizi di sicurezza sconvolti dalla scoperta che qualcuno stava violando i “santuari” più protetti della Rete. Da hacker, ovvero genio affamato di conoscenza (cosa ben diversa dai pirati del web) a leader italiano nella protezione dei dati digitali e della sicurezza informatica datacentrica il passo è stato logico, anche se non breve.

Oggi, però, la sua Boole server, già vende i suoi sistemi di sicurezza ad un’ampia fascia di clienti, dai big italiani (Barilla, Tod’s etc) alla polizia di Shanghai. Un business in grande crescita, che ha già ripagato l’investimento iniziale (600 mila euro forniti da Santo Versace, folgorato dal talento del giovane salernitano). Ma è solo l’inizio. 

“Boole Server – continua Pastore – è pronta a scendere in campo e a mettere a segno una serie di goal, primo fra tutti la diffusione di un’eccellenza made in Italy in un mercato fino ad oggi governato da soluzioni a stelle e strisce”. Un mercato che cresce a tassi esponenziali, come dimostra la cronaca (vedi il Datagate, le violazioni alla privacy della Nsa e, non meno significativo, i furti sul web di dati sensibili dei personaggi famosi) al punto che la stessa Bbc ha definito il 2014 “l’anno della crittografia”.

A complicare la situazione contribuisce l’esplosione del cloud. Se in passato la difesa di un sistema dai pirati informatici poteva esser paragonata alle mura di un castello medievale, oggi si deve fare i conti con un altro mondo: centinaia di applicazioni cloud di cui fanno uso le società con dati accessibili da oltre 900 milioni di dispositivi. Di qui la necessità di spostarsi da una strategia basata sui firewall ad un sistema di data centric Protection, metodologia nata e cresciuta in ambiente militare in grado di proteggere qualsiasi tipo di informazione ovunque (dai server ai mobile), adattabile ad ogni tipo di business, ma adatto anche agli utenti comuni.

Invece di “mura” virtuali solo in teoria invalicabili, il sistema di Pastore funziona con un algoritmo che governa un software che cripta le informazioni che corrono da un tool qualsiasi ad un altro rendendole inaccessibili al di fuori degli utenti autorizzati. Può anche renderli visibili per pochi secondi salvo poi distruggerli. E’ impossibile, copiare, fotografare o in qualsiasi maniera archiviare le informazioni: il sistema di Boole non vigila sugli accessi bensì rende inutilizzabili i file di modo che il ladro resti a mani vuote.

Il sistema funziona, come dimostrano i numerosi premi internazionali (vedi ad esempio lo Sc awards a Londra). Ora, però, arriva l’esame più impegnativo. Da Sarno a San Francisco il passo è lungo. Ma il mondo web, si sa, azzera le distanze.

1 thoughts on “L’incredibile storia di Valerio Pastore, da hacker a guru della sicurezza

  1. “Valerio Pastore da Sarno, cuore d’Irpinia”
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    La città di Sarno non è in Irpinia!
    E’ in pianura, sotto il Vesuvio, in provincia di Salerno!

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