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Letta incontra Renzi a Palazzo Chigi: sul tavolo jobs act e legge elettorale

Secondo fonti di Palazzo Chigi, l’incontro fra i due leader è stato “molto utile e positivo” – Al centro del colloquio, durato circa un’ora e mezza, diversi temi: dal patto di Governo alla bozza del Jobs act presentata di recente dal segretario democratico. Il punto cruciale del dibattito, tuttavia, rimane la riforma elettorale.

Letta incontra Renzi a Palazzo Chigi: sul tavolo jobs act e legge elettorale

L’incontro c’è stato. Alle 8 di questa mattina il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha varcato la soglia di Palazzo Chigi per parlare con il premier Enrico Letta. Al centro del colloquio, durato circa un’ora e mezza, diversi temi: dal patto di Governo – che il Presidente del Consiglio ha battezzato “Impegno 2014” – alla bozza del Jobs act presentata di recente dal segretario democratico. Il punto cruciale del dibattito, tuttavia, rimane la riforma elettorale, che approderà in Aula alla Camera il 27 gennaio

Secondo fonti di Palazzo Chigi, l’incontro fra i due leader è stato “molto utile e positivo”. L’appuntamento era inizialmente previsto per ieri, ma poi era slittato e sembrava destinato a svolgersi dopo la prossima riunione della direzione Pd, in agenda per il 16 gennaio. 

Il colloquio si è reso necessario anche per appianare alcune tensioni emerse nelle ultime ore. Da una parte, l’affondo di Renzi, il quale si è definito “badante del Governo”, che sa “solo combinare guai a cui noi dobbiamo rimediare”. Dall’altra, la reazione di Letta: “L’agenda del governo la faccio io. È giusto che Renzi avanzi le sue proposte, che acceleri i tempi. Ma non sto qui a fare il notaio, non mi faccio commissariare”. 

Intanto, dopo il clamoroso dietrofront sulle buste paga degli insegnanti, diverse voci del Pd si sono scagliate contro il numero uno del Tesoro, Fabrizio Saccomanni: “Penso sia grave quando un ministro così importante dice ‘Sono un esecutore’ o ‘Nessuno mi ha istruito’ – ha detto a Radio 24 Dario Nardella, deputato democratico, ex vice sindaco di Firenze e tra i più stretti collaboratori di Renzi –. Credo che il ministero dell’Economia, come regola generale, debba essere guidato da un politico, perché abbiamo visto che l’esperienza dei tecnici non ha funzionato bene”. In seguito Nardella ha però chiarito che con queste parole non intendeva chiedere le dimissioni di Saccomanni. 

“Come ribadito più volte nel corso di questi giorni, il Partito Democratico non ha mai chiesto né ha intenzione di chiedere rimpasti o la sostituzione di questo o quel ministro – ha precisato Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria Pd –. In questo momento è necessario lavorare bene e insieme sulle riforme che servono al Paese e non sollevare questioni che non esistono”.

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