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L’energia di Hollywood: va in scena l’oil&gas

ENIDAY – Per il firmamento di Hollywood il settore dell’energia continua a essere una grande fonte di ispirazione. Nicholas Newman ripercorre la storia del rapporto tra gli Studios e il mondo dell’oil&gas attraverso film, documentari e serie televisive che, spesso, hanno segnato un’epoca.

L’energia di Hollywood: va in scena l’oil&gas

Hollywood spende milioni di dollari per accattivarsi il pubblico di tutto il mondo con pellicole romantiche, commedie, film drammatici e dell’orrore. In misura minore, ma non insignificante in termini di presenza, è la rappresentazione del settore energetico e dei suoi operatori nella filmografia, nelle serie TV e nei documentari hollywoodiani. Fra questi si evidenzia una serie di pellicole che nel corso degli anni hanno trasformato attori ai primi esordi in vere e proprie star, come James Dean in Il Gigante e Larry Hagman nella serie televisiva d’evasione Dallas. Ma non va dimenticata la rappresentazione pionieristica sul potere dell’elettricità nel film horror Frankenstein del 1910.

Spirito pionieristico 

Il settore del petrolio e del gas continua a dimostrare il proprio spirito pionieristico cercando di esplorare nuove risorse in aree sempre più remote e ostili, sviluppando tecnologie innovative in grado di accelerarne l’accesso e migliorarne la produttività a costi sempre più bassi. Gli albori del settore petrolifero sono stati rappresentati nel film prodotto nel 2007 da Miramax dal titolo, “Il Petroliere” ispirato al romanzo omonimo, di Upton Sinclair. La trama descrive la storia di un ex-cercatore d’argento divenuto poi petroliere, interpretato da Daniel Day-Lewis, e della sua spietata brama di ricchezza durante il boom petrolifero della fine del XIX e inizi del XX secolo nella California del Sud.

Il film del 1940 “Edison, the Man,” con Spencer Tracey nella parte di  Thomas Edison evidenzia  le sfide  e le vicissitudini degli innovatori in campo energetico in maniera straordinaria, ritraendo il profilo di Edison e le lotte affrontate nel suo ruolo di importante pioniere della tecnologia per la generazione dell’energia, di  nuovi sistemi di rete compresa la lampadina elettrica. Il film inoltre prefigura i diversi problemi che gli innovatori al giorno d’oggi incontrano nella raccolta fondi, nell’imparare dalla sperimentazione evidenziando come sia arduo convertire un’idea teorica in un concetto realizzabile commercialmente.

Avventura

Per il tema legato all’avventura, molti potrebbero consigliare film quali  “L’ultima tempesta“ (2016) e “Il mondo non basta” (1999) della serie James Bond. Il primo è il tipico thriller drammatico storico-catastrofico, diretto da Craig Gillespie e prodotto da Walt Disney Pictures. Nel cast, fra gli attori di spicco di Hollywood, troviamo Chris Pine, Casey Affleck, Ben Foster, Holliday Grainger, John Ortiz, ed Eric Bana; il film descrive il salvataggio del 1952 della petroliera  SS Pendleton  da parte della guardia costiera degli Stati Uniti, dopo che la nave si era spezzata in due a causa di una tempesta al largo della costa del New England.

Nel film del 1999, “Il mondo non basta,” l’agente segreto britannico James Bond 007 (Pierce Bronsnan), torna per salvare il mondo dopo l’assassinio di un magnate del petrolio. Il cattivo Renard, con una pallottola piantata in testa da un altro agente dell’MI6 animato da sentimenti ostili, sta segretamente complottando per distruggere un terminale petrolifero in Kazakhstan. Renard ha piazzato una bomba nel “pig”, un dispositivo utilizzato per l’ispezione interna di oleodotti. Bond non può impedire che il dispositivo esploda ma riesce a non farlo arrivare al terminale petrolifero principale, salvando così innumerevoli vite. Tuttavia, la vera minaccia si trova altrove. Bond con la sua capacità seduttiva e in qualità di spia cerca di sventare il piano di Renard, il quale intende distruggere le forniture di petrolio di necessità cruciale per l’Europa. Ai fini della realizzazione cinematografica, sia il dispositivo “pig” sia l’oleodotto appaiono di dimensioni molto più grandi rispetto alla realtà.

Fantasy-horror

Una delle prime storie che ha illustrato il potere dell’energia è stato il libro di   Mary Shelley “Frankenstein”, pubblicato nel 1818. Da questo best-seller mondiale è stato tratto   il primo film dell’orrore, “Frankenstein”, diretto da J. Searle Dawley nel 1910. La storia originale narra di come il Barone Von Frankenstein, un innovatore immaginario, porta in vita una creatura composta da sezioni prese da vari esseri umani, utilizzando l’elettricità. Il Barone Von Frankenstein utilizza l’energia rilasciata da un fulmine, che in realtà può riscaldare l’aria fino a oltre 50.000 gradi Fahrenheit  in soli pochi milionesimi di secondo! Da allora ci sono stati molti film e idealizzazioni televisive di questo romanzo pionieristico, fra cui il film  “Victor Frankenstein” del  2015 con  l’attore James McAvoy come protagonista. Anche se è una storia di fantascienza, la trama si riflette nell’attuale realtà scientifica con i suoi  trapianti di organi e defibrillatori elettrici utilizzati nel campo medico per riportare in vita le persone.

“Armageddon” è un thriller catastrofico-fantascientifico americano del 1998, diretto da Michael Bay e prodotto da Jerry Bruckheimer. Il film tratta di un team di perforatori offshore (capitanati da Bruce Willis) e dei loro sforzi per salvare l’umanità da un asteroide di dimensione pari al Texas, che sta per schiantarsi sulla terra — un fatto realmente accaduto nella penisola dello Yucatan 66 milioni di anni fa e che si ritiene abbia posto fine all’era dei dinosauri. In questo film gli eroi seguono un corso accelerato sui viaggi spaziali per poter trivellare e poi distruggere l’asteroide. Anche se la trama è poco realistica, oggi si intraprendono regolarmente missioni esplorative dello spazio, dove sonde come la “Curiosity” su Marte effettuano perforazioni a breve distanza tra loro nella crosta del pianeta.

Serie televisive 

Il braccio televisivo di Hollywood da tempo drammatizza il mondo del petrolio sfruttando l’interesse intrinseco del pubblico. Sono ancora oggi in molti a ricordare la serie televisiva “Dallas,” della Warner Brother iniziata nel 1978 e proseguita per 14 serie. Ambientata negli uffici dei grattacieli di Dallas e nel ranch di South Fork, ogni settimana J.R., Bobby e Sue Ellen portavano il glamour e tutta la suspense dei segreti, complotti e tradimenti di quel mondo sul piccolo schermo. La serie ha reso Larry Martin Hagman, che interpretava il personaggio di J.R. Ewing, una stella internazionale. In forte contrasto, la serie TV “Blood and Oil,” della ABC che ne ha invece portato il realismo, descrivendo la  dura vita di chi lavora nel campi di scisto del Nord di Dakota. Senza il glamour e gli intrighi di Dallas, la serie non è riuscita a conquistare il cuore e la mente degli spettatori, soprattutto dopo il crollo del prezzo del petrolio nel 2014. La serie è stata cancellata nell’ottobre del 2015.

Documentari

I grandi “studios” cinematografici riportano aspetti legati al business dell’energia che evocano sensazioni come eccitazione, pericolo ed immagini spettacolari nella vita delle persone per stimolare l’intrattenimento. In contrapposizione a questo approccio, i cineasti indipendenti hanno prodotto documentari didattici volti maggiormente all’informazione ed istruzione. Un importante documentario didattico è “Disruptors” realizzato dalla “Economist Films” che analizza come il settore dei combustibili fossili,  il cui valore si attesta su cinque trilioni di dollari, comprese aziende energetiche come E.on e Statoil, giganti del settore petrolifero,  si stiano adeguando alle nuove dirompenti sfide tecnologiche e di mercato emerse con l’avvento delle energie rinnovabili come l’eolica e quella solare. Il documentario richiama   anche l’impatto dell’Accordo di Parigi sul Cambiamento Climatico firmato da 195 nazioni che si sono impegnate a far fronte alle dannose emissioni di anidride carbonica.

Ricca di informazioni ed educativa è anche la mini-serie “Planet Oil: The Treasure that Conquered the World” della britannica BBC. Il Professor Iain Stewart, Direttore del nuovo “Sustainable Earth Institute” (SEI) della Plymouth University esplora come in meno di una generazione, il mondo sia diventato dipendente dal petrolio. Lo stesso, evidenzia come la sete inestinguibile di petrolio stia cambiando il pianeta stesso da cui tutti dipendiamo, oltre a palesare la centralità del ruolo del petrolio in tutti gli aspetti della vita umana.

Nel mondo del gas e del petrolio, dove preoccupazioni di natura ambientale e geopolitica sono in crescendo, la tentazione a drammatizzarne le caratteristiche per il grande pubblico può risultare impellente, e probabilmente, molto redditizio. Che il grande schermo sia accurato nelle sue rappresentazioni è forse discutibile tuttavia è innegabile che questo tema continuerà a dimostrarsi nel tempo irresistibilmente coinvolgente.

Dal sito Eniday.

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