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L’effetto contagio manda in rosso le Borse ma Ftse Mib resta sopra quota 20 mila

Piazza Affari, in linea con le altre Borse europee, chiude la settimana perdendo circa l’uno per cento ma difendendo a denti stretti la soglia psicologica dei 20 mila punti base – Scatto di Telecom Italia e balzo del Creval – Brutto scivolone di Atlantia.

L’effetto contagio manda in rosso le Borse ma Ftse Mib resta sopra quota 20 mila

La risalita dei contagi in Europa, la quarantena in Gran Bretagna per chi viene dalla Francia e la conseguente crisi diplomatica fra i due paesi, i dati marcoeconomici deludenti, mandano in rosso i listini continentali, alla vigilia di un Ferragosto che balla con il Covid e costringe la Spagna a mettere i lucchetti alle discoteche, mentre alcune regioni italiane hanno stabilito delle limitazioni per l‘accesso.

La chiusura per Piazza Affari è sul filo dei 20mila punti, in ribasso dell’1,13%. Fanno peggio Parigi -1,58%, Londra, -1,5% e Madrid -1,32%. Francoforte contiene i danni allo 0,76%. Soffrono i titoli legati al turismo e ai viaggi, a causa delle nuove briglie dopo che ieri la Francia ha registrato la cifra record di 2669 contagi, male anche la Germania con 1449 e la Spagna 1700. 

Wall Street è prudente e, dopo un avvio in lieve calo, tenta il recupero almeno con Dow Jones e S&P 500, in attesa dei colloqui commerciali di alto livello fra Usa e Cina, previsti nel fine settimana, durante i quali sarà valutato il rispetto degli accordi bilaterali (fase 1) firmati a gennaio. Da inizio anno però è cambiato il mondo e questo tempo trascorso fra allora ed oggi, scandito dal macabro ritmo della pandemia, non ha certo migliorato i rapporti fra le due superpotenze. Inoltre è passata un’altra settimana senza che le trattative tra Congresso e Casa Bianca sul piano di stimoli siano arrivate a conclusione.

Deludono inoltre i dati macroeconomici. In Cina a luglio le vendite al dettaglio sono calate dell’1,1% su anno, mentre si puntava su un minimo rialzo; la produzione industriale è cresciuta del 4,8%, contro previsioni di +5, in linea con giugno. Malissimo l’occupazione in Europa secondo le stime flash di Eurostat: -2,8% nell’Eurozona e -2,6% nella Ue  nel secondo trimestre. Il Pil  dell’Eurozona si è confermato inoltre in calo del 12,1% sul trimestre precedente e del 15% su anno. Non sono buone neppure le vendite al dettaglio negli Usa, che a luglio sono aumentate dell’1,2%, contro attese quasi doppie, +2,3%. Insomma una lunga scia di danni da lockdown, con la prospettiva che la ripresa dei contagi da coronavirus anche in Europa possa preludere alla temuta seconda ondata autunnale.

Per quanto riguarda il Belpaese, Bnkitalia segnala inoltre che a fine giugno il debito pubblico ha raggiunto un nuovo record, 2.530,6 miliardi, 20,5 miliardi in più rispetto a maggio a fronte di un fabbisogno del mese di 20,6 miliardi. A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono scese di 6,5 miliardi (-19,9%) rispetto a un anno prima a 26,2 miliardi, con un calo nei primi sei mesi del 2020 di 19,4 miliardi (-10,3%) a 169,9 miliardi. Pesano – spiega Bankitalia – la sospensione dei versamenti fiscali disposta dai decreti anti-Covid e il peggioramento del quadro macroeconomico. Le disponibilità liquide del Tesoro si sono leggermente ridotte (-0,8 miliardi) a 60,7 miliardi.

Nessun contraccolpo si è abbattuto però sui titoli di Stato: lo spread risulta in lieve calo anche oggi a 141 punti base (-0,84%), mentre il tasso del Btp scende allo 0,99%. La seduta è negativa per l’azionario, anche se il saldo del mese resta al momento attivo del 5%.

La blue chip che registra la performance peggiore è Atlantia -3,23%. Il titolo, che viene da quattro sedute consecutive in rialzo, risente delle difficoltà nelle trattative con il governo per il cambio di controllo, l’ingresso di Cdp e l’uscita di Atlantia. Il premier Conte ha detto, in un’intervista a La Stampa, che mancano ancora molti dettagli da definire per arrivare a un accordo. 

Scendono Leonardo -2,48%; Interpump -2,3%; Stm -2,41%. Si appanna il settore bancario, in gran luce in questo periodo. Bper cede l’1,35%. Mps -3,38%. In controtendenza Unicredit, +0,41%, che è una delle due big cap in territorio positivo, insieme a Telecom +0,85%.

Fuori dal paniere principale il titolo I Grandi Viaggi perde l’1,67%, penalizzato come tutto il settore europeo dalle nuove restrizioni agli spostamenti per il Covid-19, in particolare l’obbligo di quarantena introdotto dalla Gran Bretagna per chi rientra dalla Francia. Non si ferma l’entusiasmo di Sourcesense, +23,57%, la matricola che ha debuttato con il botto all’Aim due giorni fa.

L’azienda è leader e precursore in Italia nell’integrazione di soluzioni enterprise-ready basate su tecnologie Open Source. Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso, cn il cambio intorno a 1,18. Lo spartiacque ferragostano frena anche l’oro, 1946,35 dollari l’oncia. Debole il petrolio: Brent -0,51%, 44,73 dollari al barile.

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