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Le speranze su Brexit e i vaccini spingono le Borse

Gli spiragli che sembrano aprirsi tra Uk e Ue sulla Brexit e l’avvio delle vaccinazioni di massa negli Usa danno un’intonazione positiva ai mercati azionari – Il Ftse Mib rallenta nel finale ma chiude positiva grazie ad Azimut, Pirelli ed Fca – Crolla però Atlantia

Le speranze su Brexit e i vaccini spingono le Borse

Le Borse europee avviano la nuova settimana all’insegna dell’ottimismo, ignorando le novità sui lockdown natalizi e concentrandosi sulle buone notizie provenienti dal Regno Unito e dagli Usa. Dopo le parole del capo negoziatore Michel Barnier, convinto che un accordo sulla Brexit sia “ancora possibile”, i listini sperano in un’intesa in extremis tra Londra e Bruxelles, mentre guardano con favore a quanto sta accadendo negli Stati Uniti dove oggi è cominciata la campagna di vaccinazione anti-Covid con il siero prodotto da Pfizer. 

Il sentiment dei listini comunitari è unanime, con Madrid e Francoforte in rialzo di oltre l’1% Parigi che guadagna lo 0,67% e Milano che rallenta nel finale e segna +0,27%. Diverso l’umore di Londra (-0,02%), su cui pesa il rafforzamento della sterlina in attesa di sviluppi sulla procedura di divorzio.

Dall’altra parte dell’oceano procede a spron battuto Wall Street che, nel giorno in cui i grandi elettori ufficializzano la vittoria di Joe Biden, festeggia l’arrivo del vaccino Pfizer. La prima dose è stata somministrata a New York poco dopo le 9.00 del mattino (le 15.00 in Italia) al Long Island Jewish Medical Center nel Queens. Sale nel frattempo l’attesa per la valutazione sul vaccino sviluppato da Moderna (-0,4%), che l’Fda renderà noto questa settimana. I tre listini principali della Borsa americana sono in netto rialzo (Nasdaq +1%, DJ e S&P500 su di mezzo punto) trainati dalla performance dei titoli delle società che più hanno sofferto a causa del lockdown. Occhi puntati su Google che viaggia poco sopra la parità dopo i malfunzionamenti registrati in tutto il mondo da Gmail, Youtube e Meet. Domani comincia la due giorni di riunioni del Fomc, con la Banca Centrale Americana che mercoledì potrebbe annunciare novità sulla politica monetaria.

Venendo a casa nostra, Piazza Affari si riavvicina a quota 22mila punti e chiude la seduta in rialzo dello 0,27% rallentata dall’incertezza sul futuro della maggioranza e dal possibile lockdown natalizio. A spingere Milano è l’ottima prestazione dell’auto e del risparmio gestito con Azimut (+2,53%) e Pirelli (+1,54%) in vetta al Ftse Mib. Sugli scudi Fca (+1,32%) e Banca Generali (+1,65%). Tra i titoli migliori anche Interpump (+2,09%) e Recordati (+1,7%) 

Le banche, positive nel corso di tutta la seduta, rallentano nel finale con Banco Bpm che guadagna lo 0,9%, Intesa Sanpaolo lo 0,19% e Unicredit che cede l’1,66%. Secondo i rumors la Bce starebbe considerando l’ipotesi di stabilire un tetto ai dividendi valido fino al settembre del 2021, permettendo però agli istituti più forti di erogare cedole fino al 20-25% degli utili. 

In fondo al Ftse Mib c’è invece Atlantia (-6,24%) che, nel giorno del Cda che dovrebbe convocare l’assemblea per l’eventuale scissione di Aspi, paga le indiscrezioni relative al fatto che la cordata capitanata da Cdp avrebbe valutato Aspi circa 7,5 miliardi di euro, una cifra inferiore alle attese e nettamente al di sotto delle aspettative della società. Male Leonardo (-1,42%), in rosso anche Eni (-1,48%) e Tenaris (-1,29%) dopo il taglio sulle previsioni sulla domanda di greggio da parte dell’Opec.

Fuori dal listino principale, gli acquisti premiano Mediaset (+2,69%). Secondo gli analisti, la posizione della società nell’ambito della guerra con Vivendi si sarebbe rafforzata dopo la notizia che la Procura di Milano ha deciso di aprire un’indagine su Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine con l’accusa di manipolazione del mercato e di ostacolo all’esercizio delle funzioni di autorità pubblica di vigilanza. Sul fronte dei cambi, l’euro è in leggero rialzo a quota 1,2161 sul dollaro, mentre la sterlina si rafforza a 0.90894 contro la moneta unica. In ribasso il petrolio, con il Brent sotto i 50 dollari al barile (-1,2%). Infine, sul mercato secondario, lo spread tra BTp e Bund scende a 112 punti base (-2,6%).

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