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Le Olimpiadi a Tokyo fanno volare il Toro e fanno dimenticare tapering e Siria. Prudenza a Milano

Le Olimpiadi in Giappone danno sprint alle Borse e per un giorno accantonano tapering, Siria ed effetto Berlusconi – Piazza Affari, comunque, inizia prudente: riflettori puntati sul Monte dei Paschi (dopo il via libera Ue al piano rafforzato), su Telecom (dove spunta anche il fondo del Qatar), su Finmeccanica e al fronte dei tassi in vista dell’asta dei Bot

Le Olimpiadi a Tokyo fanno volare il Toro e fanno dimenticare tapering e Siria. Prudenza a Milano

LE OLIMPIADI FANNO VOLARE IL TORO A TOKYO. VERSO UNA PARTENZA LANCIATA IN EUROPA

Le Olimpiadi fanno bene alla Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei si avvia alla chiusura con un rialzo record, attorno al 2,5%. Il propellente è fornito dal nuovo calo dello yen (-13% da inizio anno). Molto comprati i titoli delle società di costruzione come Mitsubishi Real Estate +5,5%. Su un punto sono d’accordo tutti gli osservatori:  l’assegnazione a Tokyo dei giochi del 2020 è un formidabile acceleratore della strategia del premier Shinzo Abe. Intanto sono stati rivisti al rialzo i dati sulla crescita: +0,9% (0,6%) la stima iniziale, nel secondo trimestre. La proiezione annua è del 3,8%. Più facile, a questo punto, il rialzo dell’Iva.

Fa ancor meglio la Borsa di Shanghai +3%. In questo caso l’aiuto al Toro arriva dai dati sull’export cinese di agosto: +7,2%, assai di più del 5,5% stimato dagli economisti. E dall’inflazione in calo al 2,6%(contro +2,7% a luglio). Ad un mese  dalla conferenza del partito sull’economia, la Cina sembra uscita dalla mini crisi di primavera.

TAPERING PIU’ LONTANO,  INCOMBONO SIRIA E BERLUSCONI

“E’ lecito prevedere, dopo i dati sull’occupazione Usa, che la Fed continuerà per un po’ a stampar moneta…”. Così si legge sul britannico Daily Telegraph a proposito del possibile taglio di acquisti sul mercato da parte della banca centrale Usa. L’atteso tapering, dunque, potrebbe non scattare il 19 settembre, dopo il vertice della Fed. Ma non c’è certezza,  quella che hanno chiesto al G20 i Paesi Emergenti: “è necessario – recita il comunicato ufficiale – che le banche centrali comunichino in modo chiaro e trasparente”.  

Ma, nonostante la minor tensione sul fronte dei tassi, la settimana che coincide con il quinto anniversario del default di Lehman Brothers (15 settembre 2008) non si annuncia tranquilla né sul fronte interno (effetto Berlusconi) né su quello internazionale (crisi siriana). In giornata al Senato italiano si riunirà la commissione che dovrà decidere in merito alla decadenza dell’ex premier. In serata a Washington il Senato  discuterà la risoluzione per l’autorizzazione dell’uso limitato delle forze armate contro la Siria.

Senza trascurare alcune partite “calde” tra i recinti di Piazza Affari. 

1/ DOSSIER  MONTEPASCHI

Sotto i riflettori la svolta europea di Monte Paschi. “L’Italia si piega alle pressioni della Ue sul Monte Paschi” titola il Financial Times. Dai colloqui al meeting Ambrosetti tra il commissario Ue Joaquin Almunia e  il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomannni è emerso che:  1) la banca dovrà procedere entro 12 mesi ad un  aumento di capitali di almeno 2,5 miliardi ben più rilevante  di quello già deliberato (1 miliardo); 2) la banca dovrà  procedere all’alienazione “progressiva” di buona parte del portafoglio in titoli di Stato (29 miliardi); c) sarà anche necessario, di conseguenza, rivedere il business plan, con azioni di contenimento sul fronte dei costi.

Una volta accettate queste condizioni, la Ue darà il disco verde all’erogazione dei Monti bond (4,1 miliardi) senza I quali il Tier 1 di Siena è pari ad un modesto 6,5%. Un aumento di capitale di queste dimensioni e caratteristiche avrà come conseguenza immediata la riduzione della quota della Fondazione assai al di sotto del 10%. Ma se fallisse l’aumento di capitale? I bond saranno convertiti in azioni e Mps finirà sotto il Tesoro, una prospettiva dirompente per gli equilibri del credito.

2/  TELECOM, SPUNTA IL QATAR

Conto alla rovescia per il futuro di Telecom italia che nell’ultima settimana ha guadagnato complessivamente oltre il 14,6% sulle crescenti ipotesi di M&A nel settore europeo.

Il primo appuntamento riguarda l’atteso cda del 19 settembre, dedicato al piano di taglio dei costi predisposto dal presidente Franco Bernabé. Ma anche ai possibili scenari futuri in vista della prima finestra (28 settembre) per i soci Telecom che intendano dar disdetta dal patto. Nella tre giorni dell’Ambrosetti i protagonisti della partita a poker sono stati abbottonati: Bernabé ha sottolinato l’urgenza di un piano industriale rispetto all’assetto finanziario; il presidente delle Generali, Gabriele Galateri (ex Telecom), si è limitato a dire che “i contatti tra I soci proseguono”; Naguib Sawiris, pur interessato, si tira fuoi “perché il governo parteggia per Telefonica”. Il socio spagnolo tace. Carlos Slìm smentisce con veemenza un suo ruolo. E, secondo fonti finanziarie, tra i candidati ci sarebbe il fondo sovrano del Qatar, che fra l’altro insieme alla Cdp ha recentemente sottoscritto un veicolo che dovrà investire nel made in Italy e nel turismo.

3/ FRONTE DEI TASSI

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunicherà stamane  l’ammontare e le caratteristiche dei titoli di stato a medio-lungo termine  che saranno emessi il 12 settembre. Mercoledì si terrà l’asta dei Bot a 3 e 12 mesi.

Molti gli spunti sul mercato obbligazionario, dentro e fuori l’eurozona.

Si è quasi chiusa la forbice tra Italia e Spagna: il BTp decennale italiano ha inftti  chiuso la settimana con un rendimento al  4,51%, appena sotto il 4,53% garantito da Bono decennale spagnolo. In termini di spread sul Bund tedesco lo scarto tra Italia e Spagna si e’ ridotto ad appena 3 punti base (256 contro 259 centesimi).

La scommessa sul tapering ha invece infiammato i rendimenti dei titoli tedeschi, fenomeno rientrato in parte a fine seduta. Il bund future tedesco è crollato a quota 138,5, sui minimi dal settembre 2012, ma la notizia che fa più scalpore è che il rendimento del decennale tedesco è salito al 2,03%, sopra la soglia psicologica del 2% per la prima volta  dal marzo 2012. Era intorno all’1,2% a metà marzo. Oggi è prevista un’emissione di titoli di stato tedeschi con scadenza a 6 mesi. Ammontare previsto: 3 miliardi di euro.

A due facce la seduta Usa, condizionata dai dati sull’occupazione: all’inizio il decennale è schizzato sopra il 3% per la prima volta dal luglio 2011 per poi scendere al 2,93% nelle ultime battute. 

BORSE, LA PLAZA DE TOROS STA A MADRID

Wall Street ha  guadagnato circa un punto percentuale su base settimanale. Svetta  in questo scorcio iniziale di settembre il rimbalzo del  Brasile, che  ha messo a segno un rialzo del +6%. O la ripresa del trend positivo di  Tokio salita del 3,5%. L’indice Eurostoxx50 ha portato a termine una settimana in guadagno di oltre 2,5 punti percentuali. Spacchettando il risultato spicca il +4% accumulato dalla Borsa di Madrid. Milano si deve “accontentare” di un +1,8%, performance grosso modo allineata a quella di Francoforte.

LE VENDITE FINMECCANICA  MOVIMENTANO MILANO

Rialzi superiori al 7% anche per Atlantia, Buzzi e Finmeccanica. StM +6,3%. Sono state ancora le ipotesi speculative a far volare Ansaldo Sts in rialzo del 6%. Il presidente di General Electric Italia, De Poli, ha dichiarato che il gruppo americano sarebbe interessato ad esaminare il dossier “Ansaldo Sts” qualora Finmeccanica decidesse di vendere.

Enel, grazie al +5% di oggi, ha portato la performance complessiva a un +4,5%. Pirelli +4,2% e Prysmian +3,3%. Non troviamo banche nei primi 10 posti, ma soltanto una compagnia assicurativa, Fondiaria Sai , con un +3,3%. I due colossi bancari Intesa  eUnicredit si devono accontentare di guadagni intorno al 2%.

Se passiamo ad esaminare la coda del gruppo troviamo Autogrill -4%, e Saipem -3%, ma anche Luxottica ha sofferto con un -2%. Figura poi l’utility bresciana-milanese A2A -1,6% e una coppia di banche: Ubi -1,5% e Mps -1,3%.

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