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Le Figaro: “Le aziende francesi pronte a lasciare l’Italia”. Le reazioni al voto sui siti stranieri

LE REAZIONI DELLA STAMPA ESTERA – La parola d’ordine sui siti stranieri è “ingovernabilità”, che difatti già stamattina sta terrorizzando i mercati – Il quotidiano francese Le Figaro già all’indomani del voto si pone questioni sulla permanenza in Italia di grandi aziende come Alstom, Crédit Agricole e Carrefour.

Le Figaro: “Le aziende francesi pronte a lasciare l’Italia”. Le reazioni al voto sui siti stranieri

L’Italia fa tremare il mondo. Oggi nelle Borse, con Piazza Affari che precipita trascinando con sé i listini europei, e sin da ieri sui giornali di tutto il pianeta. La parola d’ordine è una sola: ingovernabilità, timore che si renda necessario tornare alle urne e preoccupazione per la reazione dei mercati, che in effetti stamattina non si sono fatti pregare. Anche lo spread con il Bund tedesco è subito salito a 330 punti base.

Il Wall Street Journal ad esempio, attento osservatore delle dinamiche finanziarie, più che additare Berlusconi, Bersani o Grillo taglia corto: “Il voto italiano rigetta l’austerità”. E in effetti è così: Monti si è fermato al 10%, mentre centrodestra e movimento 5 stelle, tendenzialmente o fortemente anti-europeisti, hanno messo insieme quasi il 60% dei consensi.

Lo spagnolo El Mundo invece più che di anti-austerità parla di antipolitica: “Monti si blocca, l’antipolitica sale, l’Italia resta in bilico”. Più ironici, come sempre, i siti tedeschi che non perdono occasione per “sfottere” sull’ennesimo exploit di Berlusconi, che monopolizza le aperture con foto e titoli alquanto da presa in giro. Stranamente morigerati invece i britannici, con la Bbc che parla di impasse, mentre dalla Francia prima viene data la vittoria al centrosinistra, in particolare su Le Figaro. Lo stesso quotidiano transalpino però poi si ravvede e lancia subito un allarme: “Le aziende francesi pronte a lasciare l’Italia”.

Il tono è forse eccessivo, visto che anche dall’altra parte delle Alpi la situazione non è esattamente rosea, ma mette alla luce un malessere diffuso, specie tra società grandi e importanti come la banca Crédit Agricole (che controlla Cariparma), il costruttore Alstom (che ha diverse commesse, da ultima quella per i treni Italo), Renault e soprattutto Carrefour, la catena di grande distribuzione che ha investito molto in Italia (di recente 12 milioni solo per l’iniziativa dello sconto sull’Iva), dove ha quasi 4 milioni di clienti e occupa migliaia di lavoratori.

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