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Le Borse dribblano inflazione e tassi: brillano petrolio e oro

Malgrado l’aumento record dell’inflazione americana e l’avvicinarsi del rialzo dei tassi Fed, le Borse continuano a salire come petrolio, oro e materie prime – Vacilla invece di nuovo l’immobiliare cinese

Le Borse dribblano inflazione e tassi: brillano petrolio e oro

“Sono d’accordo, per ora, con i tre rialzi per l’anno in corso. Ma, se necessario, faremo di più”. Patrick Harper, a capo della Fed di Philadelphia con potere di voto sui tassi, si è schierato così con gli altri banchieri, da Loretta Mester di Cleveland e Raphael Bostic di Atlanta, che si sono espressi a favore di un incremento del costo del denaro prima della fine dell’inverno. Sulla stessa linea è la vice di Powell, la democratica Lael Brainard, che oggi nella sua audizione al Senato dirà che frenare l’inflazione sarà l’impegno principale della Banca. La corsa dei prezzi, balzata al 7% come non si vedeva dal febbraio 1982, rischia di travolgere i democratici.

Il quadro, insomma, è chiaro: primo aumento a marzo, poi altri due (o, forse tre) ritocchi al rialzo di un quarto di punto. Meno comprensibile è la flemma con cui il mercato si limita a prendere atto che la stagione del denaro facile è ormai finita. Le Borse, infatti, si sono limitate a notare che i dati, pur inquietanti, non sono peggiori del previsto. E da domani i conti delle grandi banche, a partire da JP Morgan, dovrebbero dimostrare che Wall Street è in grado di far fronte senza problemi a una mini-stretta.

RALLENTANO LE BORSE ASIATICHE, EVERGRANDE -3,5%

Modesti i riflessi sulle borse dell’Asia Pacifico. stamattina in assestamento dopo il forte rialzo di ieri.

L’indice Bloomberg APAC è piatto. Il Nikkei di Tokyo perde lo 0,8%. CSI 300 dei listini di Shanghi e Shenzen -1,1%. Hang Seng di Hong Kong +0,1%. Taiex di Taipei invariato. Kospi di Seul -0,5%.

Torna a destare qualche preoccupazione il mattone cinese, chiamato nei prossimi giorni a regolare i conti con i creditori. Evergrande segna un ribasso del 3,5% alla vigilia dell’assemblea dei possessori di uno dei suoi bond, chiamata a votare su una richiesta di slittamento del pagamento degli interessi.

MATERIE PRIME RECORD: NICKEL AL TOP

La borsa dell’Australia ha chiuso in rialzo dello 0,5% grazie alla spinta delle società delle materie prime. Il nickel, impiegato nell’auto elettrica, è ai massimi da dieci anni.

Recuperano a Londra le azioni kazache precipitate del 40% nei giorni della protesta. Nel 2021 il listino locale, ricco di titoli minerari, era salito dell’81%.

BENE LE ASTE DEL TESORO USA. NASDAQ + 0,23%

Chiusura in rialzo per i mercati Usa: Dow Jones +0,11%, S& 500 +0,18%. Nasdaq +0,23%. Arretrano Goldman Sachs e Morgan Stanley, le due banche più legate ai movimenti dei capitali. L’indice dei finanziari sale dello 0,3%.

Il Treasury Note a dieci anni è poco mosso a 1,74%. Ieri il Tesoro a ha collocato 36 miliardi di dollari di titoli a dieci anni, tasso a 1,72%, bid to cover a 2,5, sui massimi degli ultimi tre mesi.

BRENT E ORO SU NUOVI MASSIMI

Il petrolio Brent e WTI si è spinto ieri sui massimi degli ultimi due mesi e stamattina è poco mosso.

Quarto giorno consecutivo di apprezzamento dell’oro, arrivato con il +1% di ieri a 1.825 dollari l’oncia.

UE, SCENDE A SORPRESA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Non c’è solo l’inflazione a condizionare un avvio d’anno particolarmente impegnativo. Dai dati Eurostat emerge che a novembre la produzione industriale nella zona euro è scesa rispetto a un anno prima dell’1,5%: gli economisti si aspettavano un incremento dello 0,5%. Dietro al dato deludente, c’è soprattutto la caduta della produzione di beni strumentali (-9,8%) che ha sovrastato l’aumento del 4,4% dei beni di consumo durevoli e un aumento del 6,1% dei beni di consumo non durevoli. Ma il quadro macro, complicato anche dalle previsioni in calo della Banca Mondiale, non frena i mercati del Vecchio Continente, che si confermano ottimisti e chiudono positivi.

LO SPREAD SCENDE A 135. SALE IL RENDIMENTO DEI BOT

Si allenta in questa cornice la tensione sulle obbligazioni italiane. Lo spread con il decennale tedesco rientra a 135 punti base (-2,65) e scendono leggermente i rendimenti: -0,1% per il Bund per il bund contro 1,34% per i Btp.

Sale invece il rendimento dei Bot annuali assegnati dal Tesoro: -0,444%, in rialzo di 2 centesimi rispetto all’asta del mese precedente. Oggi tocca alle aste a medio-lungo termine.

CRESCE L’ATTIVITÀ DEI PRESTITI CORPORATE

Attiva anche la Germania, che ha raccolto 1,26 miliardi di euro nel Bund a 30 anni. Il Portogallo ha collocato via sindacato 3 miliardi in un ventennale con una domanda sopra quota 20 miliardi.

Non si ferma intanto l’offerta corporate: dopo Unicredit, ieri è stata la volta del Credito Emiliano, del Crédit Agricole e di Snam.

SALE MILANO, AMSTERDAM IN VETTA NONOSTANTE PHILIPS

Salgono i listini europei, in linea con le indicazioni in arrivo dai mercati Usa. Piazza Affari cresce dello 0,65%, a 27.714 punti.

Svetta per il secondo giorno di fila Amsterdam (+1,03%). Ma stavolta non sono i titoli tech a brillare: si fanno onore Accelormittal, Prosus e Just Eat. Crolla però Philips (-15,2%) dopo aver previsto una flessione dell’utile core per il quarto trimestre di circa il 40%, a causa della scarsa disponibilità globale di componenti e dopo aver richiamato alcuni respiratori. La società olandese dell’health technology ha anche comunicato un nuovo accantonamento da 225 milioni di euro per richiamare il prodotto, data la necessità di riparare più apparecchi di quanto inizialmente previsto.

I progressi sono frazionali a Francoforte +0,43%; Parigi +0,75%; Madrid +0,13%. Bene Londra +0,81%, indifferente alle vicissitudini politiche del premier Boris Johnson.

CORRE IL GESTITO, BOOM DEGLI AZIONARI

A dare la carica a Piazza sono i titoli del risparmio gestito, in grande evidenza nella stagione delle decisioni sul nuovo risparmio da parte delle famiglie. Guida la corsa Azimut (+4,22%) sull’onda di un utile record (600 milioni) superiore alla guidance, tallonata da Fineco (+3,71%) e Banca Mediolanum (+1,91%); buy confermato per Goldman Sachs (target price a 101, euro).

IVECO INGRANA LA QUINTA

Ingrana la marcia Iveco (+5,71%): gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno iniziato la copertura con un prezzo obiettivo di 16,9 euro e l’indicazione di acquisto. La banca d’affari osserva che “sull’azionario in Europa la raccolta dell’industria ha avuto un forte aumento a dicembre, in particolare sostenuta dai fondi passivi che hanno registrato 40 miliardi di euro, il valore più alto degli ultimi 12 mesi”.

In terreno positivo anche Diasorin (+2,7%) ed Eni (+1,9%).

UNICREDIT, IL MERCATO BOCCIA LA CARTA RUSSA

Destini opposti per i due Big del comparto bancario: Intesa Sanpaolo avanza del 2,6%; frana, al contrario, Unicredit (-3,2%), cui non fano bene le indiscrezioni sul possibile interesse per la russa Otkritie Bank, di proprietà della Banca centrale dopo il salvataggio del 2017 a causa di un eccessivo ammontare di crediti deteriorati. Il gruppo italiano potrebbe entrare in data room nel corso della settimana assieme ad altri gruppi interessati all’operazione. Lo scrivono sia Reuters che Bloomberg.

BRILLA POP SONDRIO IN ATTESA DI BPER  

In controtendenza Popolare Sonddrio (+3,34%), in attesa di un’offerta da parte di Bper, ormai impegnata, con la regia di Unipol, nella creazione del terzo polo bancario.

In fondo al listino ci sono anche Amplifon (-2,4%) e il settore del lusso: Moncler -0,3%.

L’OMBRA DELLE TASSE SU ENEL, MONITO A KKR DA GIORGETTI

Poco mosse le utilities: Enel -0,1% su cui BofA ha ridotto il giudizio da buy a neutral, con un prezzo obiettivo in calo da 9,65 a 8 euro.

Il ministro dello Sviluppo economico italiano Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che il governo sta pensando di tassare i maggiori profitti delle aziende energetiche per finanziare i rincari delle bollette di luce e gas.

Tim -0,2%. Lo stesso Giorgetti sostiene che il governo italiano intende tutelare gli asset che ritiene strategici nel caso in cui Kkr proceda con una offerta pubblica di acquisto sulla società di telefonia.

GIGLIO NEL METAVERSO: UN RIALZO DELL’ALTRO MONDO

Fuori dal paniere principale Giglio Group (+20,51%) chiude una seduta pirotecnica in seguito all’annuncio dell’apertura della nuova business unit “Giglio Meta” dedicata allo sviluppo di progetti Metaverso e NFT (non fungible token).

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