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Le banche salvano la Borsa: Mps vola, spread sotto 160 punti

Le banche brillano e tengono a galla Borsa italiana – Giù Iveco, soffre ancora Saipem – Exploit di Mps dopo il cambio dell’Ad

Le banche salvano la Borsa: Mps vola, spread sotto 160 punti

Seduta volatile, ma infine positiva per le Borse della zona euro: Piazza Affari sale dello 0,31% a 26.411 punti base, dopo una mattina che aveva fatto sperare di meglio e un pomeriggio in calo. A incidere sul listino, oltre all’umore generale, sono state alcune trimestrali. Nel complesso sono andate bene le banche, hanno sofferto le utility, mentre sono tornate massicce le vendite su Saipem -3,9%. Nel resto d’Europa la piazza migliore è Madrid, +1,3%, trascinata dalle banche. Sono più tiepide Francoforte +0,26% e Parigi +0,27%, è piatta Amsterdam e Londra cede lo 0,11%. 

A New York, dopo un avvio contrastato, i tre indici principali hanno preso con decisione la strada del rialzo. È tonico il comparto finanziario, ma resta in calo il settore energetico. Pfizer è in rosso, in scia a conti in linea con le attese e nella previsione che la pandemia abbia ormai raggiunto il picco. Nvidia trova la forza di passare in positivo, nonostante il mancato acquisto di Arm per l’opposizione delle autorità di regolamentazione e per i dubbi dei clienti più importanti della società britannica. Meta (Facebook) non riemerge dall’abisso di perdite nel quale è finita la settimana scorsa e va leggermente giù anche oggi, dopo aver comunicato che Peter Thiel, cofondatore di PayPal e investitore tech, lascerà quest’anno il consiglio di amministrazione.

Prudenza nell’attesa dell’inflazione Usa

Sia in Europa sia negli Usa prevale l’incertezza nell’attesa delle prossime mosse delle banche centrali in senso restrittivo a partire dalla Fed. In settimana il dipartimento del lavoro Usa pubblicherà i prezzi al consumo di gennaio; gli esperti prevedono un rialzo del 7,2%, che sarebbe il ritmo più elevato dal febbraio 1982 e offrirebbe una ragione in più alla Federal Reserve per muoversi con decisione e rapidità. Ieri, Bank of America ha ribadito il suo appello alla Fed di alzare i tassi di 1,75 punti, ovvero sette volte, nel corso del 2022. Le possibilità che a marzo l’intervento sia di 50 punti base e non di 25 sono cresciute in questa fase.

Scendono così i prezzi e salgono i rendimenti dei T-Bond, con il tasso del decennale a 1,969, in rialzo del 2,75%, al top da novembre 2019.

Sul secondario italiano lo spread, dopo una partenza preoccupante, chiude a 154 punti base, ma i tassi sono in rialzo: 1,77% il Btp (da 1,74% di ieri) e +0,23% il Bund (da +0,19%).

Secondo S&P è difficile che gli acquisti netti di bond da parte della Bce arrivino a zero prima di settembre 2022. La banca d’affari vede perciò un primo potenziale rialzo dei tassi nel dicembre 2022, diversamente da chi ipotizza già due rialzi nel corso dell’anno. Francoforte potrebbe imprimere una svolta al processo di normalizzazione della politica monetaria già nella riunione di marzo sulla base delle nuove previsioni macroeconomiche e alla luce delle nuove informazioni ricevute nel frattempo su caro-energia tasso di cambio e andamento dei salari, ma” la normalizzazione del bilancio richiederà tempo”, osserva la società di rating. “Ci aspettiamo che la Bce reinvesta i propri titoli Pepp fino alla fine del 2024, e i reinvestimenti App potrebbero probabilmente durare più a lungo”. Dato che la duration media del portafoglio obbligazionario della Bce è di 7 anni, la normalizzazione passiva del bilancio potrebbe continuare fino al 2031”.

Sempre in ambito banche centrali, oggi l’istituto della Polonia ha annunciato un rialzo del suo principale tasso di riferimento al 2,75%, contro il precedente livello del 2,25%. Si tratta del quinto rialzo consecutivo in cinque mesi volto a combattere l’inflazione.

Arretra il petrolio

Sul mercato dei cambi l’euro è in modesto ciao sul dollaro intorno a 1,141.

Tra le materie prime prosegue la discesa del petrolio già vista ieri, a seguito dei colloqui indiretti Usa-Iran che potrebbero portare persino alla riapertura dei mercati internazionali al petrolio iraniano. L’oro nero, dopo aver toccato i massimi da sette anni venerdì scorso, vede il Brent muoversi in ribasso del 2,5% intorno a 90,30 dollari al barile e il Wti perdere il 2,6%, a 88,96 dollari.

Sprint delle banche in Piazza Affari

Banche toniche a Milano, con il Ftse MIb capitanato dai rialzi di Bper +4,71% in attesa dei conti trimestrali. Bene Mediobanca +2,98%; Banco Bpm +2,61%, con un utile oltre le attese nel 2021; Unicredit +2,33%; Intesa +2,01%. Boom di Mps, +6,67% con il cambio al vertice. I risultati del quarto trimestre della banca di Siena vedono una perdita di 79 milioni contro l’utile di 186 milioni nel trimestre precedente. Il broker Equita sottolinea che “la perdita netta è sopra le attese”, ma ieri la banca ha nominato il nuovo ad, Luigi Lovaglio, al posto di Guido Bastianini e forse il mercato lo apprezza.

Tra i finanziari salgono Unipol +1,89% e Finecobank +1,6%. Nell’industria rimbalza Leonardo +2,43%

Chiude tra i migliori Cnh, +2,45%, dopo aver mandato in soffitta un 2021 con un utile di 1,76 miliardi di dollari, contro una perdita nel 2020.

Iveco è invece tra i peggiori e registra un calo del 3,66%.

Tra i titoli in rosso Amplifon -2,72%.

Scendono ancora le utility, A2a -2,05%, Hera -1,99%, Enel -1,55%.

Fuori dal paniere principale Saras guadagna il 7,56%, sulle attese della crescita dei margini di raffinazione.

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