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Lavoro Usa fa flop ma non raffredda le Borse

Solo 226 mila i nuovi posti di lavoro in Usa: ne erano attesi più di un milione – Ma il flop dell’occupazione americana non raffredda le Borse che chiudono tutte la settimana in territorio positivo dopo gli sbandamenti dei giorni scorsi – Spread a 118 pb

Lavoro Usa fa flop ma non raffredda le Borse

Delude il rapporto sull’occupazione negli Usa, ma i mercati si rafforzano, perché si placano le preoccupazioni per una ripresa troppo rapida e la Fed potrà mantenere più agevolmente la sua politica monetaria ultra accomodante. Wall Street, dopo un avvio contrastato, scambia in rialzo e tocca nuovi massimi con Dow Jones e S&P500, mentre il rendimento del T-Bond decennale è in calo.

I listini europei partecipano di questo clima e, dopo un breve sbandamento nel primo pomeriggio, finiscono la seduta in netto progresso. A guidare la rumba è Francoforte, +1,36%, in zona massimi storici, trascinata da alcune trimestrali migliori del previsto come quella di Adidas (+8,8%) e dai dati macroeconomici. Le aziende tedesche hanno aumentato le loro esportazioni per l’undicesimo mese consecutivo a marzo, con una crescita dell’1,2%, il doppio di quanto previsto dagli economisti. Segna un balzo oltre le stime anche la produzione industriale (+2,5% a marzo), consolidando così le attese per una robusta ripresa nel secondo semestre. I progressi sono frazionali a Londra +0,8% (oltre i 7100 punti per la prima volta da febbraio 2020), Parigi +0,45%, Madrid +0,92%, Amsterdam +0,84%.

Piazza Affari si apprezza dello 0,48% a 24.612 punti, guidata da Unipol +3,3% e rallentata da alcune prese di profitto, mentre le trimestrali dominano ancora la scena. Delude leggermente Enel, che conferma la guidance sull’anno; le azioni restano inchiodate sui livelli della viglia. Il trimestre è oltre le stime per Leonardo, ma il titolo cede l‘1,03%. Archiviano la seduta in rialzo Stm +2,79%; A2a +2,01%; Interpump +1,93%. Perdono Tenaris -1,57%; Inwit -1,26%, Campari -1,11%. Non bastano i conti record a salvare Unieuro dalle vendite (-3,07%). Si rinvigorisce Monte Paschi, +2,57%, mentre ripartono le indiscrezioni su un possibile futuro con Unicredit (+0,67%), ma il settore appare poco mosso, in un contesto di cautela per il rialzo dello spread

Il differenziale di rendimento tra Btp decennale e Bund di pari durata sale a 118 punti base e il tasso del titolo italiano chiude a +0,91%. Nel corso della seduta si è registrata una fiammata ben più alta a seguito delle dichiarazioni del Governatore della Banca centrale della Lettonia, secondo cui la Bce potrebbe rallentare il ritmo degli acquisti di bond euro (programma Pepp) già a partire dal prossimo mese di giugno. Verso la fine degli scambi però la vendita di carta italiana si è ammorbidita, in attesa di un nuovo esame del rating del credito tricolore da parte di Moddys’, che si pronuncerà a mercati chiusi. L’agenzia probabilmente confermerà il suo giudizio Baa3, una sola tacca sopra il livello spazzatura, ma si dice che potrebbe migliorare l’outlook, attualmente stabile.

Sul mercato valutario sbanda il dollaro, dopo i dati sul lavoro. In aprile le aziende a stelle e strisce hanno assunto molti meno lavoratori di quanto ci si aspettasse. Sono 266mila i posti in più rispetto a marzo, contro previsioni di un milione; la disoccupazione è in rialzo a 6,1% (da 6%), mentre le stime erano per un dato in calo al 5,8% e questi sono i primi dati dopo l’approvazione del pacchetto di aiuti da 1900 miliardi di dollari contro la pandemia voluto dalla Casa Bianca. Al momento l’euro si apprezza contro il biglietto verde dello 0,7% e il cross si porta a 1,27.

Il rapporto ha innescato una corsa agli acquisti dei titoli di Stato americani, con prezzi in rialzo e rendimenti in calo, mentre nell’azionario corrono a New York i giganti tecnologici. Riprende fiato anche il settore farmaceutico, in particolare le grandi aziende produttrici di vaccini colpite ieri dalle vendite a seguito della possibilità di uno stop ai brevetti sui sieri anti Covid messo in campo da Joe Biden. Oggi la Ue ne discute a Oporto, ma la Merkel si è già detta contraria.

I riflettori restano accesi sulle materie prime, con i prezzi del rame e dei minerali ferrosi che hanno toccato nuovi record, spinti dalla forte domanda cinese e dal calo del dollaro. Sale anche l’oro, in rialzo di un punto percentuale circa oltre i 1835 dollari l’oncia. È poco mosso il petrolio. Il future Brent luglio 2021 è in rialzo dello 0,25, a 68,26 dollari al barile.

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