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Lavoro, giovani, cuneo fiscale: il Governo prepara questi incentivi

Con la prossima legge di Bilancio l’esecutivo potrebbe introdurre un nuovo sgravio triennale per favorire l’assunzione stabile di 300mila under35 ogni anno

Dimezzamento triennale dei contributi (dal 30 al 15%) sul primo contratto a tempo indeterminato per 300mila under35 ogni anno. Il costo per lo Stato, ipotizzando uno sconto massimo di 3mila euro per ciascun datore di lavoro, arriverebbe nel 2018 a 900 milioni di euro, per poi salire a 1,5-2,5 miliardi a regime. Secondo le anticipazioni riportate da Il Sole 24 Ore, sarebbe questo il contenuto del maxi incentivo alle assunzioni stabili dei giovani che il governo potrebbe mettere in campo il prossimo autunno, con la nuova legge di Bilancio.

La misura “sarà un po’ più selettiva della precedente – spiega Marco Leonardi – a capo del team economico di Palazzo Chigi – Non bisognerà infatti avere avuto rapporti a tempo indeterminato nei mesi passati e la misura punterà essenzialmente a premiare le aziende che non licenziano. Si confermerebbero invece modalità di fruizione dello sgravio telematiche e piuttosto agevoli. Pensiamo di replicare il meccanismo messo a punto per il bonus occupazionale di Garanzia giovani, che scadrà a fine anno, finanziato con 200 milioni di fondi Ue, e che sta funzionando piuttosto bene: da gennaio a maggio sono state presentate all’Inps oltre 38mila domande per ottenere l’incentivo”.

L’operazione è delicata, perché il governo non vorrebbe disincentivare l’utilizzo del contratto di apprendistato, per il quale è prevista una contribuzione ridotta al 10% per tre anni, quattro in caso di stabilizzazione (per quello “scolastico” si scende al 5% quest’anno). Senza dimenticare che l’apprendistato impone all’azienda anche l’obbligo di formare il nuovo assunto.

Quanto al contratto a tempo indeterminato, all’inizio i contributi sono al 30-33% (senza impegni formativi per l’impresa) ma dall’anno prossimo, appunto, potrebbero calare al 15% per i primi tre anni di assunzione stabile.

I contorni della nuova misura sono già chiari, ma la sua effettiva realizzazione dipenderà dalle risorse che il governo avrà a disposizione per la prossima manovra. Grazie alla maggiore crescita rispetto alle stime dell’ultimo Def e soprattutto alle entrate aggiuntive fornite dal contrasto all’evasione fiscale, l’esecutivo potrebbe trovarsi a gestire una dote superiore a quella attualmente prevista dal Mef. Se così fosse, il piano potrebbe cambiare. In due direzioni: taglio dell’Irpef sulle famiglie, come vorrebbe Matteo Renzi, o intervento più consistente sul cuneo, come preferirebbe il Tesoro.

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