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Lavoro a Milano: imprese investono sulla formazione e riqualifica per fronteggiare carenza di profili

Secondo l’Osservatorio di Assolombarda l’attenzione delle imprese è indirizzata principalmente a Amministrazione, digitale, lingue straniere e capacità di adattamento. Questi elementi sono al centro della formazione interna per avere candidati con le competenze giuste

Lavoro a Milano: imprese investono sulla formazione e riqualifica per fronteggiare carenza di profili

Le imprese investono sempre di più in formazione per aggiornare e riqualificare le proprie risorse, anche alla luce delle difficoltà di reperimento di candidati con le competenze necessarie nel mercato del lavoro. E l’aggravarsi del gap domanda offerta. Come spiega anche l’Osservatorio “Il lavoro a Milano”, realizzato da Assolombarda – insieme alle sigle sindacali territoriali di CGIL, CISL e UIL, analizzando i piani formativi di oltre 800 imprese di Milano, Monza, Lodi e Pavia – dedicato alla formazione interna nelle aziende ed evidenzia i fabbisogni e i trend formativi delle imprese del territorio sul tema.

“L’analisi evidenzia la crescente attenzione riservata dalle aziende alla qualificazione del capitale umano – ha dichiarato Diego Andreis, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Politiche del lavoro, Sicurezza e Welfare -. Questa tendenza va nella direzione di valorizzare le risorse interne, anche per far fronte alle difficoltà di reperimento di competenze adeguate sul mercato del lavoro: ai lavoratori vengono richieste, in particolare, capacità di adattamento proattivo e capacità di leggere i fenomeni nella loro complessità con un approccio interdisciplinare”.

“Le competenze, anche per i continui progressi tecnologici, diventano in fretta obsolete e per questo è fondamentale mantenerle aggiornate – sottolineano i Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL di Milano, Massimo Bonini, Carlo Gerla, Enrico Vizza -.  Chi non si riqualifica rischia di perdere di ruolo all’interno dell’organizzazione aziendale, se non addirittura il posto di lavoro, e incontrerà maggiori difficoltà nella ricerca di nuove opportunità di impiego, soprattutto di qualità. Dobbiamo agire insieme, sindacati e imprese, anche nei confronti delle istituzioni, per valorizzare la formazione-lavoro e superare qualche resistenza culturale che permane ancora oggi e ostacola una più capillare diffusione delle attività formative”.

Sono 822 le aziende che hanno presentato piani di formazione

Nel dettaglio, sono state 822 le aziende che hanno presentato piani di formazione (per un totale di 998 piani formativi) per accedere ai finanziamenti previsti. La gran parte (62%) appartiene alla classe dimensionale intermedia (26-249 dipendenti), mentre si conferma marginale la quota di imprese di grandi dimensioni (250 dipendenti e oltre) che utilizza questo canale.

Degli oltre 200mila dipendenti, quelli coinvolti in piani di formazione finanziata nel corso del 2021 risultano essere quasi 21mila, ovvero il 10,3% della forza in organico. Ai corsi pianificati hanno partecipato più di 23mila persone, per un numero di ore di formazione complessivamente pari a 1.185.878 (51,3 ore per partecipante).

Formazione più intensa sul personale femminile

Focalizzando l’attenzione sulla formazione relativa alle competenze professionali, nel 2021 le imprese hanno previsto interventi sul 19,3% dei propri organici. Nel periodo osservato la formazione è stata più intensa sul personale femminile (22,2%) rispetto a quello maschile (18,9%).

La formazione ha interessato principalmente figure impiegatizie (personale di front office, contabili, impiegati generici) e tecniche (tecnici specializzati in ingegneria e nel life science, tecnici informatici e amministrativi), ma anche operai specializzati, in particolare metalmeccanici. Non a caso si tratta di quelle figure per le quali le imprese manifestano maggiore difficoltà di reperimento e puntano sull’aggiornamento professionale di tecnici e operai specializzati già in organico.

Amministrazione, digitale, lingue e capacità di adattamento al centro della formazione

Per quanto riguarda le finalità della formazione, le ore dedicate al rafforzamento delle conoscenze si concentrano sulle materie amministrative (quasi 350mila, 38% delle circa 880 mila ore totali) e tecnologiche (210mila, 24%); seguono marketing ed economia (rispettivamente 200mila e 160mila ore). Le ore di formazione si concentrano anche su: team building (330mila, il 38% delle circa 880mila ore complessive), comunicazione e pubbliche relazioni (230mila, 26%), problem solving e controllo qualità (entrambe con circa 200mila ore).

Quanto alla riqualificazione digitale del personale, nel corso del 2021, sono state dedicate circa 90mila ore, quelle che rientrano nella categoria “competenze informatiche di base”.

Nel 2021 la capacità di adattamento è l’attitudine personale che più la formazione pianificata si propone di rafforzare: sono ben 350mila ore, quasi la metà delle 880mila complessivamente dedicate al consolidamento delle competenze. Segue per importanza l’indipendenza (240mila ore) e poi un gruppo di caratteristiche – tolleranza allo stress, responsabilità, affidabilità – per le quali sono stati previsti interventi formativi che generano tra le 150mila e le 175mila ore.

La conoscenza delle lingue risulta essere sempre centrale e oggetto di significativi interventi formativi, ma anche una delle competenze più richieste ai candidati ricercati esternamente.

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