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L’auto cerca una scossa elettrica e si rivede Fca-Renault

Il Salone di Francoforte è lo specchio della crisi dell’auto, ma le case cercano di reagire puntando sull’elettrico – Il ribaltone in Nissan può rilanciare l’alleanza Fca-Renault – I mercati aspettano Draghi

L’auto cerca una scossa elettrica e si rivede Fca-Renault

È una cornice triste quella in cui s’ inquadra l’apertura del Salone dell’Auto di Francoforte: l’attività, segnala l’indice Pmi del settore, è scivolata ai minimi dal 2009, né s’intravvede un cambio di passo, a partire dalla Germania, la più colpita dagli effetti diretti ed indiretti della guerra dei dazi. Ma l’industria cerca una scossa: oggi Volkswagen, Daimler e Honda presentano i primi modelli elettrici di massa con l’obiettivo di far decollare in pratica da poco più di zero un segmento di mercato che oggi rappresenta solo il 2,7% delle vetture vendute nel mondo. È una sfida in salita: sono previsti 145 miliardi di investimenti per sostenere la trasformazione che, peraltro, coincide con l’avvio l’anno prossimo di regole più severe sulle emissioni in Europa e con la frenata delle vendite (-2% nel Vecchio Continente, -5% in Cina).

In questo clima, dominato dall’incognita dei dazi e dalla minaccia della recessione, stanno maturando le prossime decisioni delle banche centrali che senz’altro offriranno un aiuto ai mercati ma che da sole appaiono troppo deboli per una svolta energica della congiuntura. La vera scossa, insomma, deve ancora arrivare. Intanto, in attesa degli stimoli della Bce (e della Fed) si è già spento l’effetto degli ultimi incentivi della Banca centrale cinese.

FRENA LA CINA, RIBALTONE IN CASA NISSAN

L’indice di Shanghai e Shenzhen ripiega stamane dello 0,4% dopo sette sedute consecutive di rialzo in seguito alla decisione di permettere alle banche di ridurre le riserve obbligatorie a fronte dei crediti concessi a famiglie ed a imprese. 

L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen, giunto ieri sui massimi degli ultimi cinque mesi, stamattina è in calo dello 0,4%. L’indice dei prezzi alla produzione è sceso dello 0,8%, ai minimi dall’agosto 2016. Non deve ingannare il rimbalzo dei prezzi al consumo +2,8%, drogati dall’impennata (+47%) dei prezzi della carne di maiale per l’allarme provocato da un’epidemia.

Lo yuan si apprezza leggermente sul dollaro, a 7,11. Lo yen si indebolisce a 107,4 sul dollaro, un livello che non si vedeva da un mese. 

Tokyo sale dello 0,3% nel giorno del ribaltone in casa Nissan. Esce di scena il Ceo Saikawa, riprende slancio il negoziato per rivedere l’alleanza con Renault. Secondo Les Echos non è escluso che riprendano quota l’accordo con Fca, che stavolta comprenderebbe anche la casa giapponese.

Salgono in Asia i mercati azionari della Corea del Sud (Kospi +0,5%) e dell’India (BSE Sensex +0,4%). In calo la Borsa dell’Australia (-0,7%).

IL FONDO SINGER ALL’ATTACCO DI AT&T

Poco mossa ieri Wall Street: Dow Jones +0,14%, S&P 500 -0,01%. Nasdaq -0,19%.

Anche negli Usa si guarda all’appuntamento della Bce di giovedì. Poche novità sul fronte dei dazi, anche se il segretario al Tesoro Steve Mnuchin ha definito la ripresa del dialogo un “gesto di buona volontà” da parte di Pechino.

A vivacizzare la giornata ci ha pensato Elliott partners. Il fondo attivista (azionista di controllo del Milan) ha annunciato di aver investito 3,2 miliardi di dollari in At&t con l’obiettivo di incidere nelle strategie del colosso delle tlc: investite di più nel 5G, è il monito, meno in Cnn, ipotesi che è piaciuta a Donald Trump, nemico della catena tv. Dopo il balzo iniziale (+6%), il titolo At&t ha ridotto il rialzo all’1,5%.

PETROLIO IN RIALZO, ARAMCO VERSO LA BORSA

Il petrolio Brent è in rialzo dello 0,2%, a 62,7 dollari il barile, quinto giorno consecutivo di rialzo, anche per effetto della notizia del cambio al vertice dell’industria petrolifera saudita. Khalid al Falih, sostituito da un membro della famiglia reale nel ruolo di ministro dell’energia, paga probabilmente il fatto di non essere riuscito a portare in Borsa la compagnia petrolifera di Stato, Aramco, alle valutazioni che il re Salman aveva richiesto. 

A Piazza Affari sale Eni (+1,1%), ancor di più Saipem (+2,25%).

BERLINO STUDIA UN BILANCIO OMBRA PIU’ ESPANSIVO

L’euro dollaro è poco mosso stamane a due giorni dalle comunicazioni della BCE. I mercati stanno puntando su misure in grado di supportare l’economia, senza indebolire le banche, strangolate dai tassi ultra-bassi ed incapaci di agire da cinghia di trasmissione della politica monetaria. Con l’inflazione della zona euro ben al di sotto del target stabilito da Francoforte, i mercati attendono che nell’incontro di giovedì l’istituto centrale tagli il tasso sui depositi overnight per la prima volta dal 2016, adottando un regime modulato cui è favorevole anche Christine Lagarde, prossima a prendere il posto di Mario Draghi.

A tre giorni dal vertice della Bce arriva peraltro dalla Germania un’indiscrezione bomba: Berlino, secondo Reuters, sta prendendo in considerazione la creazione di un ‘bilancio ombra’ che consentirebbe di incrementare gli investimenti pubblici oltre le restrizioni sul debito previste in Costituzione. La notizia ha spinto al rialzo l’euro (+0,26% a 1,1057 sul dollaro) anche se le aspettative di un ulteriore allentamento da parte della Bce contribuiscono a contenere i guadagni.

MILANO +0,19%. CONTE SUPERA IL PRIMO SCOGLIO

Piazza Affari ha chiuso in rialzo dello 0,19%, a 21.989 punti, dopo aver varcato la soglia dei 22 mila punti nel corso della seduta. Non ha riservato sorprese il discorso programmatico del premier Giuseppe Conte: “La sfida più rilevante, per quest’anno – ha detto – sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale…a totale vantaggio dei lavoratori”, ha detto confermando intenzione di introdurre il salario minimo.

Sono contrastate le altre piazze dell’Eurozona: Francoforte +0,27%; Parigi -0,27%; Madrid +0,16%.

NUOVO KO PER JOHNSON CHE NON SI FERMA

Sempre più agitate le acque della Manica. Londra -0,7%. John Bercow ha annunciato l’intenzione di rinunciare alla sua carica di speaker della Camera dei Comuni britannica.

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha provato per la seconda volta a convocare elezioni anticipate ma ha subìto una nuova sconfitta ai Comuni.

Il cambio euro sterlina è sceso ieri sera sui minimi dell’ultimo mese e mezzo. Un frustrato Boris Johnson, arrivato al sesto voto parlamentare contro il suo governo, ha preso la parola stanotte in aula per affermare che nelle prossime settimane cercherà con impegno di trovare un accordo con l’Unione Europea. 

SPREAD A 154, IN ARRIVO 7,75 MILIARDI DI BTP

Il Btp ha chiuso la seduta in territorio negativo in attesa della fiducia al Conte bis alla Camera che è poi arrivata in serata.

Lo spread ha toccato quota 154 punti base, dai 152 dell’avvio.

Il tasso del decennale si è attestato in area 0,96% (massimo a 0,97%) dopo aver chiuso a 0,88% la seduta precedente.

Il tasso del Bund decennale ha toccato il massimo da un mese a -0,568%.

Nell’asta di giovedì 12 settembre il Tesoro offrirà fino a 7,75 miliardi di titoli a medio-lungo termine. Sono previsti 3,5 miliardi per le emissioni a 3 anni, 2,25 miliardi per il sette anni e 1,5 miliardi di trentennali.

PRENDONO IL VOLO LE BANCHE ITALIANE

Banche in volo, utilities con il freno a mano tirato. È questa, in estrema sintesi, la cronaca di una seduta che ha visto la prevalenza del ritorno al rischio. L’indice Stoxx delle banche europee ha guadagnato negli ultimi cinque giorni il 6%, sono salite soprattutto le italiane, ma anche Commerzbank e Deutsche Bank hanno guadagnato oltre il 10%.

Intesa Sanpaolo +1,5%. La società ha comunicato di aver ricevuto dalla Bce l’autorizzazione a calcolare i coefficienti patrimoniali tenendo in considerazione il valore delle attività assicurative, in precedenza considerate negative.

A guidare la corsa Ubi Banca +3,4% davanti a Bper (+3,38%). Unicredit (+3%), Ubi Banca (+3,4%). Fuori dal paniere principale spicca Banca Popolare di Sondrio (+5,45%).

PIRELLI SUPERSTAR, SOTTO TIRO ATLANTIA, ACEA E RECORDATI

Il titolo leader di giornata è stato però Pirelli (+4,29%) su cui JPMorgan ha ribadito la raccomandazione overweight e il prezzo obiettivo a 7,2 euro.

Fiat Chrysler +0,9%. Il governo francese ha chiarito che in questo momento, la priorità in materia automotive, è il rafforzamento dell’alleanza Renault-Nissan.

Ferrari +0,2% dopo che Charles Leclerc ha vinto il Gran Premio d’Italia.

Atlantia -1,91%. Il premier Giuseppe Conte ha garantito oggi che il “governo porterà a completamento il procedimento avviato a seguito del crollo del Ponte Morandi, un anno fa, “senza nessuno sconto per gli interessi privati”. La possibilità che Autostrade per l’Italia (Aspi), del gruppo Atlantia, si veda revocare la concessione è ancora in piedi, ha confermato il capogruppo Pd Graziano Delrio.

Perde colpi nel settore utility Acea (-3%). La società genera una parte rilevante nella gestione della fornitura di acqua potabile. Su questo tema, oggi Conte ha preso questa posizione in questo modo: “Intendiamo approvare in tempi celeri una legge sull’acqua pubblica, completando l’iter legislativo in corso”.

Recordati è la peggior blue chip di giornata con una perdita del 4,6% a 38 euro: Goldman Sachs ha tagliato la raccomandazione da Buy a Neutral, target price invariato a 43 euro.

Venduti anche altri titoli difensivi.

Snam (-1,9%) sta lavorando alla presentazione di un’offerta per la quota in un gasdotto in costruzione negli Stati Uniti nord-orientali.

Enel -1,5%, Terna -1,12%.

In forte frenata Amplifon (-3,95%), che ritraccia dai massimi dell’anno di una settimana fa.

Realizzi anche su Moncler (-1,31%). Non aiuta la promozione di Hsbc a ‘buy da ‘hold’.

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