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L’America e Brexit colpiscono la Borsa

I deludenti dati di maggio sul lavoro americano (solo 38 mila nuovi posti di lavoro) e sul rallentamento dei servizi fa cadere Wall Street, che sembra sottovalutare la possibilità di un nuovo rinvio del rialzo dei tassi della Fed ma la cattiva performance della Borsa Usa contagia anche i listini europei, già spaventati dagli ultimi sondaggi su Brexit – Milano perde l’1,53% anche per effetto del nuovo calo delle banche.

Arrivano da Oltreoceano e da Oltremanica le grandi paure dei listini europei, che chiudono la settimana in rosso sulla scia della negativa apertura di Wall Street, dopo i deludenti dati americani sul mercato del lavoro e sui servizi, e del crescente timore per l’esito del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea, che pare tutt’altro che scontata leggendo gli ultimi sondaggi.

Piazza Affari chiude a -1,53%, Parigi -0,99%, Francoforte -1,03%, Londra +0,39%. Milano è dunque la peggiore e le vendite colpiscono ancora una volta soprattutto i bancari: Banco Popolare, Mps, Bper e Unicredit perdono tutte oltre il 4% (Banco Popolare -5,18%) e sono i quattro titoli peggiori del Ftse Mib, insieme a Exor che pure perde il 4%. In controtendenza un altro titolo della galassia Agnelli, Cnh Industrial, che beneficia di un positivo report di Goldman Sachs sull’agricoltura americana e chiude guadagnando oltre il 3%. Si salvano anche Snam +0,2% e Campari +0,06%. Invariata Ferragamo.

Fuori dal paniere principale l’exploit di giornata è del gruppo EEMS, che guadagna il 6,6%. La società, costituita nel 1994 a seguito dello spin-off delle attività di Texas Instruments Italia e tra i primi operatori a livello mondiale nell’assemblaggio, collaudo e finitura di memorie a semiconduttore, dall’inizio della settimana ha quasi raddoppiato il suo valore in Borsa (+92%).

La freddezza sull’azionario si traduce in acquisti sui titoli di Stato con i rendimenti del decennale Usa ai minimi di un mese e vicino ai minimi del 2016 (a 1,714%). In calo anche i rendimenti del Bund a 0,074% (0,05% il record intraday di aprile 2015). Lo spread Btp-Bund è pressoché stabile intorno ai 135 punti base, mentre l’euro si rafforza sul dollaro rompendo anche quota 1,13 e portandosi ai massimi delle ultime due settimane: sfiorata in giornata quota 1,135 dollari.

I segnali poco incoraggianti in arrivo dagli Usa non si limitano a un incremento inferiore alle aspettative dei nuovi posti di lavoro: anche l’indice dell’attività dei servizi a maggio negli Usa si è rivelato sotto le stime. Il petrolio nel corso della giornata supera quota 50 dollari al barile, ma poi cala nel finale e il Brent chiude a 49,6, col Wti a 48,7.

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