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L’Alta velocità punta a collegare tutta l’Italia

Investimenti già in corso per il nuovo progetto dell’Alta velocità – Secondo uno studio dell’Università di Napoli sono le infrastrutture a trainare lo sviluppo – Tanti progetti in cantiere – L’ad di FS Battisti incontra i vertici Ue

L’Alta velocità punta a collegare tutta l’Italia

Il dibattito sugli investimenti ferroviari nel nostro Paese è ormai all’ordine del giorno e al centro troviamo il dilemma se siano le infrastrutture a generare sviluppo o viceversa. A dimostrazione della prima è l’Alta velocità. Come confermato dagli studi dell’Università Federico II di Napoli, le città escluse dal circuito Tav, crescono meno rispetto a quelle che sono dentro. È proprio per questo motivo, che le autorità locali e le imprese stanno “alzando la voce” per essere raggiunte anch’esse dall’Alta velocità.

Guardando i risultati, le città dotate di stazioni Alta velocità hanno assistito ad un incremento del Pil del 10% dal 2008 al 2018, contro il 3% delle province sprovviste di tale servizio. Per non parlare di quelli ambientali, secondo cui il traffico aereo, della strada e della ferrovia tradizionale si sono notevolmente ridotti.

L’Alta velocità conta 40 milioni di passeggeri l’anno, un numero spropositato se si pensa ai 6,5 milioni con cui era partita una decina d’anni fa. Riuscendo a collegare le città fuori dal circuito Tav, in modo da incrementare la loro crescita, si potrebbero aggiungere oltre 10 milioni di passeggeri annui a quelli attuali. Molti progetti sono in corso, ma prima di tutto bisogna potenziare i treni per Reggio Calabria, Bari e Lecce, Palermo-Catania-Messina, Ancona, Pescara, Genova e Trieste.

Finalmente dopo anni di promesse fatte e poi infrante alla città pugliese, arriva un treno diretto verso Napoli, avviato da Trenitalia per marzo. In Sicilia, entro il 2028, i tempi di percorrenza saranno ridotti sia per la tratta Catania-Palermo (di quasi un’ora) che per Catania-Messina (di circa 25 minuti), per un costo totale di 6 miliardi. Per quanto riguarda Genova-Milano, invece, con il terzo valico la riduzione sarà significativa entro il 2023, di un’ora. 

Ben più complessa è la situazione della Salerno-Reggio Calabria, dato che servirebbero 3 miliardi solo per la velocizzazione, ma al momento non sono disponibili più di 780 milioni. Da Venezia a Trieste, dato l’abbandono del progetto Av che avrebbe richiesto due decenni per la sua attuazione, è previsto invece un intervento di velocizzazione, del valore di 1,8 miliardi così da ridurre i tempi del 50%. Risparmi consistenti anche sulla linea adriatica, 40 minuti tra Bologna e Bari e di un’ora fino a Lecce. Non meno sono i problemi per Roma-Pescara, dato che scarseggia di finanziamenti per velocizzare il traffico e aumentare la capacità.

Si tratta di interventi infrastrutturali e tecnologici per un valore di 27 miliardi, di cui una buona parte sono già disponibili, con l’obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza e aumentare allo stesso tempo la capacità di transito dei treni, così da abbattere scali intermedi e orari eccessivamente lunghi.

Il piano d’investimenti per il Sud italia è stato inoltre uno dei temi principali che l’ad di Fs Italiane, Gianfranco Battisti, ha affrontato nel corso degli incontri svolti a Bruxelles con il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, il commissario Europeo all’Economia Paolo Gentiloni, e i deputati della Commissione trasporti del Parlamento Europeo.

Battisti non ha però dimenticato i progetti che Fs sta portando avanti oltre confine. Nel corso degli incontri si è discusso infatti della pianificazione delle attività propedeutiche all’ingresso di FS Italiane nell’Alta Velocità ferroviaria francese e spagnola, delle nuove iniziative per l’esercizio della futura rete AV inglese e della revisione della rete transeuropea in nome di una maggiore integrazione del Paese alla rete del vecchio continente.

One thought on “L’Alta velocità punta a collegare tutta l’Italia

  1. Grazie per l’interessante articolo.

    ci sono volute due settimane per liberare la linea di Lodi dai rottami dei treni e ripristinare la circolazione ferroviaria. Se alla magistratura è stato necessario un tempo così lungo per accertare le cause dell’incidente, viene da mettere in dubbio la sicurezza dell’intera rete. Il treno per la diagnostica dei binari non ha rilevato nulla?

    alla fine dei conti, gli apparati soni gli stessi che non hanno evitato i sacrifici umani di Viareggio, Pioltello e della Puglia.

    Saluti

    Marco De Antoni Ratti

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