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L’accordo Opec+ rilancia Wall Street, ma Apple delude

La pressione di Washington ha spinto l’Opec+ a confermare l’aumento di produzione del petrolio, che viaggia sotto i 70 dollari – Apple vende meno iPhone del previsto – C’è un nome per il dopo-Weidmann alla Bundesbank

L’accordo Opec+ rilancia Wall Street, ma Apple delude

La variante Omicron non distoglie gli Stati Uniti dalla lotta al nemico numero uno: l’inflazione. Si moltiplicano gli interventi dei membri della Fed a favore di un’accelerazione del tapering. Intanto, a sorpresa, la pressione di Washington ha spinto l’Opec+ a confermare l’aumento di produzione del petrolio, nonostante i timori per un rallentamento delle attività economiche. Si capirà presto la contropartita politica offerta a Mohammad Bin Salman per obbedire alla richiesta di Washington.

Per ora resta la sensazione di un cambio di passo nella lotta alla pandemia: nessuna chiusura delle attività, ma una nuova strategia che prevede, tra le altre cose, test gratuiti a casa, dosi booster per tutti e nuove regole per i viaggi internazionali.

L’Europa, intanto, fa passare in secondo piano lo spread sui tassi d’interesse, preceduto dallo spread sanitario, materia in cui l’Italia vanta conti eccellenti. I mercati premiano il new look, in attesa dei dati sul lavoro, a conferma del buon stato di salute dell’economia Usa.

SOLO MUMBAI E SEUL CHIUDONO LA SETTIMANA CON IL SEGNO PIÙ

In Asia, il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,6% nel finale di seduta: -2,8% il bilancio settimanale. Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen guadagna lo 0,6%, (+0,5% la settimana). Kospi di Seul +0,9% (+1,2% la settimana). Il BSE Sensex di Mumbai è in lieve calo, ma il bilancio settimanale è uno dei più positivi nell’area, +2,2%.

Vacilla Hong Kong, il listino più legato alla tecnologia. L’Hang Seng perde lo 0,8% (-2% la settimana). L’Hang Seng Tech perde oltre il 2% e si porta sui minimi da agosto, a un passo dai minimi della sua storia: Bilibili crolla del 18%, Meituan -10%, Alibaba-8%.

DIDI LASCIA GLI USA, BOEING SPINGE IL DOW

Didi Global, la Uber cinese, ha scritto su una piattaforma social cinese di aver avviato la procedura per il delisting dalla borsa degli Stati Uniti. Ieri il titolo ha chiuso a 7,80 dollari, -44% dallo sbarco al NYSE nel giugno di quest’anno.

In forte recupero invece ieri i listini Usa: Dow Jones +1,82% sotto la spinta di Boeing (+7,5%) dopo l’approvazione delle autorità cinesi, S&P 500 +1,42%, Nasdaq +0,88%.

In fortissima ripresa i titoli delle compagnie aeree: +7,5%, il maggior aumento dal 19 novembre 2020, giorno dell’annuncio dei vaccini anti Covid-19.

In una seduta piuttosto volatile, Apple ha chiuso in calo dello 0,6%, dopo le indiscrezioni di Bloomberg su un rallentamento delle vendite di iPhone 13.

RIYAD ACCONTENTA WASHINGTON: PETROLIO SOTTO 70 DOLLARI

Risale il petrolio all’indomani della decisione dell’Opec+ di confermare il piano di incremento della produzione. Il WTI tratta a 67,8 dollari il barile, +1,8%, Brent a 69,97. I Paesi dell’Opec+ hanno “concordato di lasciare aperta la sessione in attesa di ulteriori sviluppi della pandemia. Il cartello continuerà a monitorare da vicino il mercato e ad apportare modifiche immediate se necessario”. È stato inoltre esteso “il periodo di compensazione fino alla fine di giugno 2022 come richiesto da alcuni Paesi’”. La prossima riunione ministeriale dei Paesi Opec+ è stata fissata per il 4 gennaio 2022.

BUNDESBANK: SARÀ JOACHIM NAGEL A PRENDERE IL POSTO DI WEIDMANN

Joachim Nagel, oggi alla Banca dei Regolamenti internazionali, è il candidato principale a prendere il posto di Jens Weidmann alla guida della Bundesbank. Nagel, già consigliere dei socialdemocratici, lavora negli Stati Uniti dagli anni Novanta e sembra gradito a tutte le componenti del governo “semaforo”. Il neocancelliere Scholz ha voluto puntare su un banchiere piuttosto che su un accademico per la banca centrale. Il cambio della guardia avverrà subito dopo la riunione della Bce del 16 dicembre, dedicata all’eventuale prosecuzione degli acquisti sul mercato dopo la fine del programma Pepp.

PATTO DI STABILITÀ, LA BCE LO VUOLE VERDE

L’Unione europea dovrebbe cambiare le sue regole fiscali per renderle più favorevoli alla crescita e agli investimenti nella lotta al cambiamento climatico e nella digitalizzazione, così come per rendere più realistici gli sforzi per la riduzione del debito. Lo ha detto la Banca centrale europea in un intervento scritto per un dibattito sull’imminente riforma del Patto di Stabilità e Crescita (Psc), la questione più “calda” a dieci giorni della riunione del vertice, come suggeriscono i dati pubblicati da Eurostat.

INFLAZIONE UE AI MASSIMI DA 25 ANNI, SALE L’OCCUPAZIONE

I prezzi alla produzione della zona euro sono balzati oltre le attese a ottobre, spinti prevalentemente dalla crescita dell’energia. I prezzi alla produzione nei 19 paesi di Eurolandia sono cresciuti del 5,4% su base mensile e del 21,9% su base annua, una misura superiore alle attese. L’inflazione ha infatti raggiunto il 4,9%, il punto più alto da 25 anni, mentre la disoccupazione è scesa ancora (7,3% contro 7,4%) grazie a un’economia che continua a riprendersi dalla recessione indotta dalla pandemia.

L’ECCEZIONE ITALIANA: L’OCCUPAZIONE RISTAGNA

Per Olli Rehn, governatore della Banca centrale finlandese, l’ascesa dei prezzi resta un fenomeno transitorio: “Riconosco che l’esperienza dei nostri cittadini alle stazioni di benzina sia molto diversa dalla lettura dei banchieri centrali – ha detto – ma a nostro avviso il fenomeno resta ancora transitorio”. Anche Fabio Panetta ha ammonito che “non solo siamo ancora a una certa distanza dall’aver riportato l’economia ai ritmi pre-pandemia, ma l’attività dei servizi e gli investimenti rimangono ben al di sotto dei livelli pre-pandemia”. In Italia, caso unico, l’occupazione cresce poco: +35 mila addetti, un risultato insufficiente a colmare l’aumento dei disoccupati, dato da leggere assieme a quello degli inattivi.

BTP, RENDIMENTI IN FRENATA

Si placa intanto la febbre sul secondario: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata segna 135 punti base (-2,2%), con i tassi rispettivamente a +0,94% (contro 1,02% della vigilia) e -0,41%. In termini relativi, la performance della carta italiana risulta migliore di quella ‘core’, come dice il restringimento degli spread non soltanto sulla scadenza decennale ma in particolare sul tratto a due anni.

MILANO -1,4%, HERMES E RICHEMONT NELLO STOXX 50

Milano arretra dell’1,39% a 26.005 punti. Parigi segna -1,25%. I marchi del lusso Hermes e Richemont sono in rosso, nonostante il recente ingresso dell’indice Euro STOXX 50.

In terreno negativo anche Amsterdam (-1,5%), sotto la pressione dei fornitori di Apple. Madrid -1,75%; Londra -0,55%.

Francoforte cede l’1,36%: Angela Merkel, a un passo dall’uscita di scena, ha annunciato un lockdown per i non vaccinati e l’obbligo vaccinale a partire da febbraio.

CROLLA STM, ANCORA RIFLETTORI SU TELECOM

Tiene banco anche a Milano il crollo dei tecnologici in scia al rallentamento della domanda dell’iPhone segnalato da Bloomberg. Stm, che destina un 24% circa della produzione al cliente Apple, lascia sul terreno il 6,6%.

Tra le blue chip si mette in luce Telecom con un rialzo del 2%. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, osserva che per ora da parte di Kkr c’è solo una manifestazione d’interesse, quindi non c’è ragione di esercitare il golden power. Ma lo stesso ministro apre ad eventuali sinergie fra Telecom e Open Fiber.

GENERALI, LA CONSOB PRENDE TEMPO

La politica del “wait and see” è stata adottata anche dalla Consob sul dossier Generali. Sollecitata dai quesiti di Francesco Gaetano Caltagirone sulla lista del consiglio uscente per il rinnovo 2022 (e già attiva sul dossier), per il momento la Commissione non ha preso posizione sul caso specifico e ha rilanciato la palla al mercato, sottoponendo un “Richiamo di attenzione” per sondarne gli umori.

FRENA UNICREDIT, ENI SCOMMETTE SULLA FUSIONE NUCLEARE

Giù le banche dopo l’impennata della vigilia. Ritracciano Unicredit (-0,7%) e Intesa (-1,1%). Giù anche Mps (-1,9%) dopo lo spettacolare balzo della vigilia (+ 16,7%) in scia alla notizia che l’istituto senese ha iniziato un dialogo con il Tesoro per riavviare un negoziato con Bruxelles, che deve dare il via libera a un nuovo business plan e al rafforzamento patrimoniale.

Eni cede lo 0,4%: il cane a sei zampe accelera il suo impegno sul fronte della fusione nucleare con il finanziamento di Spark, il prototipo di reattore che potrebbe cambiare il quadro della generazione di energia. La raccolta fondi segue di settimane l’esperimento condotto con il magnete a tecnologia superconduttiva “Hts”, che per la prima volta è riuscito a generare più energia di quanta servisse per il test. Nemmeno i cinesi ce l’avevano fatta, un anno e mezzo fa, quando fecero funzionare per 110 secondi un simile reattore, ma senza creare energia netta dalla fusione generata.

STELLANTIS, CONTINUA LA CRISI DEI CHIP

Nell’auto, poco mossa Stellantis dopo il dato sulle immatricolazioni del gruppo in Italia, scese a novembre del 33,33%, a fronte di un calo dell’intero settore del 24,63%. Secondo Equita, “il calo su tutti i mercati è principalmente imputabile alla nota scarsità di semiconduttori, leggermente peggiore rispetto alle attese”.

Tra le note negative, il forte calo di Tod’s (-3,4%), mentre continua la discesa di Diasorin (-2,45%).

I BROKER SCOPRONO I PICCOLI: SERI +6,6%

Tra i minori: Seri Industrial +6,6% dopo l’avvio della copertura da parte di Kepler con rating “Buy”.

Sale anche Seco (+3,1%) dopo che Berenberg ha iniziato la copertura con “Buy” e prezzo obiettivo di 11 euro.

EGM, PIROETTA DI EDILIZIA ACROBATICA (+191%)

Sull’EGM ha brillato Edilizia Acrobatica (+4,56%), che ha chiuso il mese di novembre 2021 con un incremento del 191% dei contratti sottoscritti nei primi 11 mesi dell’anno (pari a 114,7 milioni di euro) rispetto al 2020 (quando si era fermata a 39,4 milioni).

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