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La tecnica dei tunnel sottomarini per salvare le barriere coralline

Al largo dell’isola di Miyakojima, nalle prefettura di Okinawa (l’isoletta è più vicina a Taiwan che al Giappone), la Taipei ha calato 600 blocchi di cemento, che hanno attirato larve dei minuscoli animaletti; questi sono andati sviluppandosi fino a costituire una colonia.

La tecnica dei tunnel sottomarini per salvare le barriere coralline

Mentre le barriere coralline in tutto il mondo tropicale sono minacciate dall’effetto serra, una grossa società giapponese di costruzioni, la Taisei Corp. ha usato tecniche impiegate per la costruzione di tunnel sottomarini per favorire la ricostruzione di barriere coralline in zone dell’ecosistema corallino minacciate da alghe e variazioni di temperatura. 

Al largo dell’isola di Miyakojima, nalle prefettura di Okinawa (l’isoletta è più vicina a Taiwan che al Giappone), la Taipei ha calato 600 blocchi di cemento, che hanno attirato larve dei minuscoli animaletti; questi sono andati sviluppandosi fino a costituire una colonia. 

Kazunori Ito, direttore del dipartimento di ingegneria ambientale  della Taisei, ha dichiarato: “Speriamo di contribuire a ricreare queste risorse naturali che sarebbero altrimenti perdute”. Per determinare il punto più favorevole per l’ambientazione dei coralli la Taisei ha usato una tecnologia sviluppata in sede per prevedere la forza delle maree sulla base della configurazione morfologica del fondo marino, della direzione dei venti e di altri fattori.

Dopo lo schiudersi delle uova le larve di corallo sono trasportate dalle maree e vanno ad aderire a rocce o ad altre sostanze sul fondo marino fino a uno stadio ‘giovanile’, quando raggiungono una misura di alcuni centimetri. I blocchi calati nelle locazioni determinate dalla tecnologia della Taisei erano stati intenzionalmente ‘solcati’ così da assomigliare a rocce.


Allegati: Asahi

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