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La Spal è il nostro Leicester e Ferrara sogna

La stagione da favola degli estensi che, tornati in serie B dopo ventitre anni, guardano tutti dall’altro verso il basso all’inizio del rush finale – Il giovane mister Leonardo Semplici e i gol di Mirko Antenucci – senza dimenticare il figlio d’arte Zigoni – potrebbero riportare una storica decaduta del nostro calcio in serie A dopo quasi mezzo secolo.

La Spal è il nostro Leicester e Ferrara sogna

Anche l’Italia ha il suo Leicester. E, a scanso di equivoci, parliamo del Leicester da favola dello scorso anno, non di quello, a metà strada tra farsa e incubo, di questa stagione, nobilitata, al momento, solo dal fortunoso passaggio del turno contro il Siviglia agli ottavi di Champions.

Si tratta della Spal, capolista in solitaria della nostra Serie B. Certo, la cavalcata delle Foxes nella Premier League dello scorso anno ha avuto un’altra portata, anche a livello di immaginario, ma la corsa degli estensi nella serie cadetta rappresenta una storia da raccontare e da seguire del calcio di oggi.

Ai più giovani il nome della Spal dirà poco e nulla. Del resto la compagine di Ferrara non vede i campi della nostra serie A da 49 anni, quando vi militavano Fabio Capello, Reja, Bozzao e tanti altri saliti alla ribalta maggiore. Quasi mezzo secolo, passato tra le paludi delle serie minori, con il trauma di due fallimenti nei primi anni duemila, l’ultimo dei quali nel 2013.

Da quelle ceneri è nata la Spal dei patron Francesco e Simone Colombarini e del presidente Walter Mattioli. Guidata da un allenatore neanche quarantenne, Leonardo Semplici, gli estensi sono risaliti lo scorso anno dalla Lega Pro, tornando in B per la prima volta dopo un’assenza durata ventitre anni.

La squadra si riaffacciava alla cadetteria con l’ambizione di una salvezza tranquilla o poco più, ma le reti di Mirko Antenucci e del figlio d’arte Zigoni (raggiunti a gennaio da un giocatore dal pedigree importante come Sergio Floccari), oltre alla solidità difensiva e ad un ottimo ruolino di marcia casalingo, hanno spinto la Spal oltre ogni più rosea aspettativa, a guardare tutti dall’alto verso il basso dopo trenta partite, anche una corazzata come il Verona, costruito, sulla carta, per ammazzare il campionato.

Così, quella che era una presenza stabile nella serie A degli anni ’50 e ’60, prima di scomparire nel calcio che non conta, o che conta poco, per circa mezzo secolo, la squadra che ha lanciato, tra gli altri, una leggenda del calcio italiano come Fabio Capello, potrebbe finalmente tornare a sedersi al tavolo dei grandi.

A pochi anni dal fallimento e dalla ripartenza dai Dilettanti, sarebbe una bellissima favola. Anche se a fare le favole sono i loro finali. Quindi, rimaniamo a guardare.

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