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La manovra slitta: per le bollette è in arrivo un decreto

Si allungano i tempi per l’approvazione della legge di Bilancio, che dovrebbe arrivare fra Natale e Capodanno – Il governo pensa quindi di anticipare in un altro provvedimento i soldi per mitigare i rincari di luce e gas

La manovra slitta: per le bollette è in arrivo un decreto

I tempi per il via libera alla manovra si allungano. Il voto finale dovrebbe arrivare fra Natale e Capodanno, visto che gli emendamenti del governo – compreso quello per il taglio dell’Irpef – arriveranno in commissione al Senato solamente domani e saranno esaminati a partire da sabato. Il voto sul maxiemendamento dovrebbe svolgersi a Palazzo Madama il 23, per cui la Camera non avrà alcun margine di modifica e dovrà limitarsi a ratificare il testo entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio (che quest’anno sarebbe particolarmente pericoloso, perché rischierebbe di far slittare il trasferimento della prima rata di aiuti europei).

Proprio a causa di questo rallentamento, lunedì il governo ha deciso di anticipare in un decreto lo stanziamento di 3,8 miliardi volto a mitigare i rincari delle bollette di luce e gas in arrivo dal primo gennaio. Il provvedimento dovrebbe essere approvato oggi in Consiglio dei ministri, in modo che l’Autorità per l’Energia abbia la certezza dei fondi a disposizione e il tempo sufficiente a ricalcolare i nuovi importi calmierati.

Quanto ai sindacati, Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale di giovedì prossimo. In risposta, il governo ha prima lasciato trapelare di non aver alcuna fretta di incontrare nuovamente i rappresentanti dei lavoratori, poi ha mandato un invito alle tre sigle confederali (anche la Cisl, quindi, che pure non aderisce alla mobilitazione). L’appuntamento è per lunedì prossimo alle 15.30 e all’ordine del giorno c’è l’eterno dibattito sulla riforma delle pensioni.

Intanto, tra le modifiche dell’ultima ora alla manovra rientra anche una norma già ribattezzata “salva-Napoli”, che punta ad aiutare tutti i grandi Comuni in stato di pre-dissesto – a cominciare da quello guidato dall’ex ministro Manfredi – ad evitare la bancarotta sbloccando al contempo le assunzioni. A questi enti saranno garantiti nuovi fondi da restituire in 10 anni in cambio di misure molto stringenti come l’aumento delle addizionali e dei diritti d’imbarco per porti e aeroporti.

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