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La Germania frena su una vigilanza bancaria europea

A Berlino crescono gli oppositori all’idea di un controllo capillare della Bce sull’intero sistema bancario europeo a partire dal 2013 – La polemica ruota intorno alle casse di risparmio e alle cooperative – Meister (Cdu): “Non c’è alcuna necessità di trasferire a livello europeo la vigilanza sulle banche non sistemiche o con attività non transfrontaliere”.

La Germania frena su una vigilanza bancaria europea

Giù le mani! L’oggetto è sottinteso e sono le casse di risparmio e le banche cooperative tedesche. E’ questo il titolo di un editoriale di Oliver Stock apparso nei giorni scorsi sulla versione online del quotidiano economico Handelsblatt. L’establishment politico-economico tedesco è infatti in allarme per le indiscrezioni, secondo cui la Commissione europea starebbe preparando una proposta di regolamento per modificare l’attuale assetto della vigilanza europea. L’obiettivo sarebbe di affidare alla Bce un controllo capillare sull’intero sistema bancario europeo a partire dal 2013. In origine si era parlato di una nuova vigilanza europea per i venticinque gruppi bancari più grandi, con ramificazioni in più Stati membri. Ora la Commissione starebbe pensando di allargare il cerchio. E la reazione tedesca non si è fatta attendere. Secondo Stock la Bce sarebbe già sufficientemente impegnata nel tentativo di mantenere la stabilità dei prezzi e non sarebbe quindi saggio affidarle l’ulteriore compito di vigilare sul settore bancario; compito per il quale non è stata creata e che anzi ne comprometterebbe l’indipendenza. Al massimo se ne potrà parlare dopo che la crisi sarà finita, dice Stock, non ora.

Opinioni condivise da gran parte della classe politica tedesca, che teme un depotenziamento delle funzioni della BaFin, l’agenzia che dipende dal Ministero delle Finanze, che, con la Bundesbank, si divide il compito di controllare il sistema bancario tedesco. Per Michael Meister, vice-capogruppo parlamentare della CDU al Bundestag, «non c’è alcuna necessità di trasferire a livello europeo la vigilanza sulle banche non sistemiche o con attività non transfrontaliere». Per Meister, insieme alla proposta di regolamento sulla vigilanza bancaria, Bruxelles dovrebbe presentare anche un progetto per sottoporre a procedura di insolvenza le banche europee; questione quest’ultima divenuta ormai tabù ai piani alti della Cancelleria, ma che per diversi deputati tedeschi è di centrale importanza. Nei giorni scorsi Frank Schäffler, deputato liberale che lotta contro le politiche di salvataggio, ha pubblicato un articolo su Project-Syndicate, indicando la via per assoggettare a fallimento il sistema bancario. Lo stesso Schäffler è stato tra i primi parlamentari ad esprimersi negativamente sulla proposta della Commissione ancora in itinere: «Siamo di nuovo caduti nella trappola; – ha detto all’Handelsblatt – circoscrivere l’unione bancaria soltanto alle grandi banche è qualcosa su cui la Germania non riuscirà ad imporsi, visto che non sarà di alcun aiuto alle casse di risparmio spagnole». Insomma, secondo Schäffler, l’unione bancaria si farà in funzione delle banche spagnole e sarà un modo per redistribuire da un capo all’altro dell’Europa i soldi dei risparmiatori. 

Perplesso anche il presidente del gruppo delle casse di risparmio tedesco ed ex Ministro delle Finanze bavarese Georg Fahrenschon: «Non è né necessario, né realistico che la Bce controlli 8400 istituti in giro per l’Europa». Non molto diverso il giudizio di Gerhard Hoffmann del gruppo delle banche popolari, secondo cui «le autorità nazionali sono meglio qualificate per svolgere questo compito». Controcorrente il pensiero delle banche private, che ancora a fine giugno si erano dette contrarie all’ipotesi cui aveva dato il via libera la signora Merkel. Stando ad un documento dell’associazione di categoria (Bundesverband deutscher Banken), reso pubblico da Reuters e Handelsblatt nella giornata di martedì, le banche private tedesche sarebbero favorevoli ad un trasferimento a Francoforte di ogni competenza in materia di vigilanza. BaFin e Bundesbank verrebbero attivate soltanto su iniziativa della Bce. Nel documento si evidenziano però anche alcune criticità del progetto, visto che non è ancora chiaro come l’Eurotower potrà rendere vincolanti le proprie sanzioni, né come gli istituti di credito potranno difendersi contro decisioni che non ritengano adeguate. Le risposte in autunno.

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