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La finanza cerca la riscossa a Piazza Affari. Asia in ripresa e occhi sulla Fed

Mercoledì al via l’Opa cinese su Pirelli – Marchionne pensa all’Ipo della Ferrari e insiste sulla fusione con Gm ma glissa sull’Opa – Telecom Italia sempre più targata Vivendi – Prove di rilancio di Unicredit e del risparmio gestito – Aria di ripresa sui mercati asiatici ma occhio alle mosse della Fed sui tassi

La finanza cerca la riscossa a Piazza Affari. Asia in ripresa e occhi sulla Fed

Partenza positiva per i mercato asiatici, dopo la vacanza di tre giorni delle borse cinesi. Sia Shanghai +0,9% che Shenzhen si muovono in terreno positivo compensando così gli effetti della chiusura negativa di Wall Street (oggi chiusa per il Labour day) di venerdì. Timido rialzo ad Hong Kong (+0,2%).

Tokyo +0,1%, assai pesante in apertura (-1,8%, sulla scia dei dati di venerdì sulle nuove assunzioni Usa) è così risalita in terreno positivo. Buona performance di Toshiba +3% che rifatto il bilancio (300 milioni di dollari di perdita) dopo lo scandalo dei conti “truccati”. 

Debole il petrolio (Brent sotti 50 dollari). Sul fronte valutario nuova caduta del ringgit malese (-1,2%), ai minimi dal 1998, in piena crisi asiatica. 

In sintesi, dall’Asia non arrivano segnali chiari in vista dell’apertura europea. Anche i futures sugli indici Usa (trattati in Asia nonostante la chiusura della piazza americana) segnalano un lieve e fragile rialzo. 

PECHINO RASSICURA IL G20. L’ENIGMA DEI TASSI USA

La ripresa dei listini del Drago riflette i risultati del G20 di Ankara che ha assolto con riserva Pechino dopo le turbolenze sui mercati. “L’intervento dello Stato nel mercato azionario ha evitato che la caduta del mercato avesse conseguenze epocali”, ha scritto sul sito web della banca centrale il governatore Zhou Xiaochuan, che ha ammesso che Pechino ha sottovalutato la formazione della bolla azionaria. Anche il cambio dello yuan, ha aggiunto, è ormai vicino al livello adeguato. 

Ma gli operatori sono già rassegnati a vivere una settimana difficile, alimentata dall’incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve e dal rischio crescente di un deterioramento dell’economia globale. Ad Ankara Stanley Fischer, che ha sostituito ancora una volta Janet Yellen, se l’è cavata con una battuta: “Volete sapere cosa decideremo sui tassi? Non lo so ancora”.

Prosegue intanto la ripresa italiana: “Ciò che è importante dire è che abbiamo avuto negli ultimi tre anni è stata una recessione vera e propria e siamo fuori dalla recessione”, ha dichiarato il governatore Ignazio Visco al termine del G20.

MARKET MOVERS: L’ATTESA DELLA FED, APPLE. E L’IMMIGRAZIONE

La Cina è al centro anche dei dati macro della settimana. Nel week end l’istituto di statistica ha rivisto al ribasso il Pil del 2014 (+7,3% invece di 7,4%). Domani saranno rilasciati i dati sull’andamento dell’export della repubblica popolare: è previsto un calo del 6,7% rispetto a dodici mesi prima.

In attesa del meeting della Fed della prossima settimana non mancano gli appuntamenti delle banche centrali. Spiccano i vertici della banca del Brasile e di quella della Russia, entrambe sotto pressione per il calo delle materie prime ed il rafforzamento del dollaro. Non meno interessante il meeting della Bank of Canada: il paese è entrato in recessione, nonostante due tagli consecutivo del costo del denaro. 

Attesa anche per la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Bank of England, utili a capire perché la Grey Lady, contro le attese, ha rinunciato ad alzare il costo del denaro.

Per l’Europa l’appuntamento chiave è il discorso sullo stato dell’Unione di Jean-Claude Juncker, l’occasione per fare il punto sull’impegno, insufficiente, della Ue sul fronte dei migranti: la politica monetaria, ha detto Mario Draghi, può fare ben poco di fronte alla “orribile” tragedia. Ma la novità storica impone un cambio di rotta alla politica fiscale Ue. 

Apple, dopo i recenti rovesci borsistici, sembra matura per una riscossa: mercoledì a San Francisco sarà presentata l’ultima versione dell’iPhone 6, con una fotocamera potenziata.

A MILANO IL RIALZO DELL’ANNO SI E’ RIDOTTO AL 12,9%

Il recupero dei listini dopo la settimana nera tra il 18 ed il 24 agosto (Usa- 14%, Europa -12%, Giappone -18%), si è bruscamente interrotto. Le Borse hanno fatto di nuovo rotta verso i minimi.

Piazza Affari, con un ribasso del 2,4%, ha ridotto i guadagni da inizio anno al 12,9%. Fa peggio Francoforte (-2,7%). L’indice Eurostoxx 600 (in ribasso in tre delle ultime quattro settimane) ha perduto il 2,5%.

La peggiore performance della settimana al FtseMib è stata quella di Salvatore Ferragamo, che ha ceduto l’8,42%, in scia ai tagli di target price decisi da alcune banche d’affari. La maison fiorentina stata anche la peggior blue chip del mese di agosto con una perdita totale del 16%. Goldman Sachs ha confermato la raccomandazione Buy e ha fissato un target price a 30,80 euro da 35,10 euro precedente.

Male anche Saipem e Cnh Industrial che hanno perso entrambe il 6,7%. Ottava positiva, invece, per Autogrill, che ha guadagnato l’1,2%.

TIENE LO SPREAD, GIOVEDI’ LE ASTE DEL TESORO

Ancora più marcati i ribassi delle Borse Usa: S&P500 -3,4%, Dow Jones -3,3%, Nasdaq -3%. In ribasso anche il Brent (-1%), sotto i 50 dollari al barile. L’oro è sceso dell’1% a 1.122,36 l’oncia. Assai meno turbolento il mercato dei titoli di Stato, protetto dal Quantitative Easing: la differenza di rendimento tra il titolo italiano (Btp giugno 2025) e quello tedesco ha oscillato attorno ai i 120 punti. Il rendimento del decennale italiano è sceso all’1,88%. Oggi il Tesoro annuncerà le caratteristiche dei Bot che saranno emessi giovedì 10 settembre. Venerdì sarà la volta dei Btp.

AL VIA MERCOLEDI’ L’OPA CINESE SU PIRELLI 

Mercoledì prenderà il via l’Opa di ChemChina su Pirelli. Il documento di offerta sarà pubblicato domani, mentre il periodo di adesione, sia pe le azioni ordinarie che di risparmio, si concluderà il 13 ottobre, salvo proroghe o riaperture. L’Opa obbligatoria sulle azioni ordinarie Pirelli e quella volontaria sui titoli di risparmio avverranno entrambe a 15 euro per azione. Il pagamento sarà effettuato il quinto giorno di borsa successivo alla chiusura del periodo di adesione e quindi il 20 ottobre. 

A lanciare l’Opa sarà la Marco Polo Industrial Holding, controllata da ChemCina per il 65% e per il 35% restante da Camfin. Mercoledì il Cda di Pirelli si era pronunciato sul prezzo offerto giudicandolo congruo.

MARCHIONNE INSISTE: GM IL PARTNER IDEALE. NO COMMENT SULL’OPA

General Motors resta il partner ideale per noi”. Sergio Marchionne, a margine del GP di Monza, ha ribadito il concetto, nonostante la chiusura netta dei vertici Gm. Nessun commento su una possibile scalata al gigante di Detroit, ventilata da Bloomberg. “Non sono bravo a fare previsioni sul futuro”, ha tagliato corto l’ad di Fiat Chrysler, prodigo di elogi verso Matteo Renzi: “Con lui progressi formidabili”.

Tante cose, al solito, bollono intanto nel pentolone di Fiat-Chrysler. Al primo posto figura la prossima Ipo di Ferrari, possibile dal prossimo 12 ottobre (ci vuole un anno dalla quotazione di Fca a Wall Street). Stamane tornano i lavoratori a Mirafiori, dopo cinque anni di cassa integrazione. Partono i corsi di formazione a ai primi prototipi del modello Levante (Maserati). 

TELECOM ITALIA SEMPRE PIU’ TARGATA VIVENDI

Oggi dovrebbe esser siglata l’intesa sugli esuberi Telecom Italia già raggiunta a fine luglio (assente la Cgil). Intanto Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi, ha ribadito l’intenzione del gruppo transalpino di “restare a lungo” nel capitale della società italiana “con cui faremo grandi cose”. “Non è in agenda” invece lo sbarco in Mediaset, ha aggiunto il manager del gruppo guidato da Vincent Bolloré. 

“La strategia di Telecom Italia – ha fatto eco il presidente del gruppo, Giuseppe Recchi – è quella di essere la società che ha i migliori contenuti, il miglior servizio diffuso nel migliore dei modi alla propria base clienti”. Per il gruppo italiano il focus di settembre sarà rivolto al Sud America: il prossimo investor day si terrà a San Paulo, prima del Cda in Brasile del 22 settembre.

UNICREDIT E RISPARMIO GESTITO, PROVE DI RISCOSSA 

Prove di rimbalzo stamane per i titoli finanziario più colpiti dalla pioggia di vendite di venerdì. E’ stato, in particolare, un finale di settimana da incubo per Unicredit (-4,7% a 5,61 euro). Pesano le indiscrezioni sul prossimo piano che prevede drastici tagli (10 mila unità) in Austria, Germania ed Italia. JP Morgan ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Overweight, abbassando il target price a 6,20 euro da 7,30 euro precedente.

L’ad Federico Ghizzoni ha intanto smentito il coinvolgimento del gruppo in una holding per il salvataggio di Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche e Popolare Etruria, con l’impegno di circa 1,5 miliardi da parte degli altri istituti italiani.

L’elevata volatilità dei listini azionari ha pesato anche sull’andamento dei titoli della società che operano nell’Asset Management. Venerdì FinecoBank ha perduto il 6,4%, Mediolanum il 4%, Anima -3%, Banca Generali -3,7%. In linea Azimut (-4,7%) che, tramite la propria holding lussemburghese, ha acquisito il 30% che ancora non possedeva di Azimut Bosphorus Capital Portfoy Yonetimi (AZB) per poi procedere alla sua fusione con l’altra società prodotto del gruppo in Turchia. La nuova entità avrà oltre 700 milioni di euro di patrimonio in gestione con una quota di mercato pari al 4,9%. 

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