Condividi

La Fed rassicura i mercati sui tassi e le materie prime ripartono

I vertici della Federal Reserve tranquillizzano le Borse: non è ancora il momento di cambiare la politica monetaria – Anche l’Asia riparte – Pioggia di vendite sui Btp e lo spread sale

La Fed rassicura i mercati sui tassi e le materie prime ripartono

Niente paura, non si cambia. I banchieri della Fed sono scesi in campo per rassicurare i mercati sul fatto che l’aumento dell’inflazione non è tale da nemmeno sfiorare la politica espansiva di Washington. “Non è il momento, perché c’è ancora un grosso buco nel mercato del lavoro”, ha detto Richard Clarida, il vicepresidente, rivelando che “la crescita del Pil a fine anno sarà più vicino al 7 che al 6%”. Stessa musica anche da parte di Bostic e Kaplan, banchieri mobilitati per lanciare il messaggio che falchi e colombe stavolta cantano in coro. I mercati, sia in Asia che in Usa, si adeguano. Un po’ meno l’Europa, dove pesano le incertezze sul decollo del Recovery Fund e ancora di più le fibrillazioni della politica italiana.

TAIWAN RECUPERA (+5%). PIL GIAPPONESE -5,1%

Pronto riscatto del listino di Taiwan: +5% dopo il -11% di ieri. A favorire il rimbalzo è stato l’impegno del Fondo di stabilizzazione, ma più ancora la notizia che gli Usa invieranno nell’isola le dosi di vaccino prodotte sul suolo americano.

Oggi, presente Carlos Tavares di Stellantis, Foxconn, la fabbrica degli iPhone, darà il via all’accordo per produrre la sua auto elettrica con un sistema rivoluzionario. Le aziende coinvolte dal piano del colosso di Taiwan sono più di 1.200.

Vola anche la Borsa di Tokyo (+2%) grazie ai solidi profitti che mergono dalle trimestrali. Ma il Pil segna il passo: -5,1% nei primi tre mesi, peggio delle stime. Soffre il capex (-1,4%).

Netta prevalenza del segno più nel resto del continente: Straits Times di Singapore +1,7%, Hang Seng di Hong Kong +1,2%, Kospi di Seul +1%, BSE Sensex +1%. In lieve calo solo il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen.

SALE IL FUTURE SULL’INDICE S&P, BOND A 1,64%

Il future dell’indice S&P 500 di Wall Street è in rialzo dello 0,2%, all’indomani di una seduta di lievi ribassi: Dow Jones -0,10%, S&P 500 -0,25%, Nasdaq -0,38%.

Al centro dell’attenzione la nascita dell’anti Netflix: ATT (-2,69%) ha unito il suo pacchetto media, cioè Warner (a suo tempo pagata 85 miliardi), Hbo e Cnn con Discovery (-5,04%).

Poco mosso il Treasury Note a dieci anni, a 1,64%.

RIPARTONO LE MATERIE PRIME, CADE LA BORSA DEL CILE

Stamattina il petrolio WTI è in rialzo dello 0,4%, a 66,5 dollari il barile. Sono ripartite un po’ tutte le materie prime: l’indice Bloomberg Commodity è in rialzo dello 0,6%, di nuovo a ridosso dei massimi degli ultimi sei anni.

Da segnalare il tonfo della moneta del Cile e della Borsa di Santiago, -10% alla vigilia di un delicato confronto sulla riforma della Costituzione. A rischio l’attività delle miniere.

PIOGGIA DI VENDITE SUI BTP, LO SPREAD SCHIZZA A 123

Avvio di settimana ad alta tensione per il debito pubblico italiano. Lo spread rispetto al Bund è schizzato a 123 punti sotto la spinta degli acquisti sui titoli tedeschi da parte di operatori, che, nel dubbio, si attrezzano di fronte ad una possibile frenata degli acquisti da parte della Bce.

Al termine della giornata la pressione si è in parte ridotta: il Bund decennale chiude a -0,12%, al top da due anni contro un rendimento del Btp di pari durata dell’1,06 (massimo da agosto a 1,11%).

Il tasso del trentennale ha toccato il massimo da metà luglio, a 2,14%.

IL CDS ITAIA È PIÙ CARO DI QUELLO GRECO

Da segnalare che il Credit Default Swap italiano, che misura il rischio insolvenza di un Paese, ha chiuso più alto di quello della Grecia. Il paradosso in parte si spiega con le dimensioni ridotte del mercato degli hellenic bond rispetto a quello dei Btp, ampiamente usati come materia prima del carry trade, che consiste nell’indebitarsi a tassi più bassi per puntare sulle Borse o altri asset rischiosi. Una pratica che, in tempi di inflazione in ascesa, sta passando di moda, mentre spunta il rischio che dal prossimo vertice la Bce possa iniziare a parlare di “tapering”, cioè una riduzione degli acquisti che penalizzerebbe in primis l’Italia.

In realtà, almeno per ora, i dati non giustificano questo timore: nel corso dell’ultima settimana, la Banca centrale europea ha completato acquisti netti nell’ambito del programma Pepp per 18,96 miliardi di euro (contro 16,29 miliardi una settimana fa). Qualcosa in più sulle intenzioni della Bce si potrebbe sapere più avanti nel corso della settimana: mercoledì parla il capo economista Philipp Lane, giovedì Christine Lagarde.

BORSE, MILANO È LA MIGLIORE (+0,14%)

Con un progresso dello 0,39%, a 24.862 punti, Piazza Affari è stata ieri la piazza azionaria migliore in Europa.

Piatte Amsterdam e Madrid, chiudono in rosso gli altri mercati europei. Francoforte e Londra -0,15%, Parigi -0,28%.

ARRETRA RYAN AIR, DEUTSCHE TELEKOM AL TOP

Ryanair -2,37%. La compagnia aerea ha registrato, nell’anno terminato il 31 marzo, le perdite annuali più ampie degli ultimi 35 anni, pari a 815 milioni di euro. Tuttavia, la società vede una ripresa a breve.

La migliore blue chip è Deutsche Telekom (+2,5%). Si mett in evidenza anche Adidas (+2%). In calo Airbus (-2%).

A PIAZZA AFFARI RISCOSSA DI DIASORIN, BUY PER AKROS

Non pochi gli spunti positivi sul listino italiano. Spicca il balzo di Diasorin (+2,07%). Banca Akros ha alzato il giudizio da accumulate a buy, con prezzo obiettivo a 197 euro. “Sulla base del forte potenziale di rialzo ai prezzi attuali aumentiamo la raccomandazione da accumulate a buy”, spiegano gli analisti. Banca Akros ha confermato le sue stime 2021, che sono “sostanzialmente in linea con la guidance”. Equita sim, invece, ha ribadito la raccomandazione hold, riducendo però il prezzo obiettivo da 170 a 151 euro con una guidance 2021 leggermente inferiore alle attese.

Le turbolenze sui titoli del debito italiano non hanno messo in difficoltà le utility. Bene Hera (+2,35%) al pari di altre società come Italgas (+2,06%) e A2a (+1,36%).

MEDIOBANCA: ESCE FININVEST, SALE DEL VECCHIO

Fininvest ha ceduto attraverso la piattaforma di Borsa italiana l’intera partecipazione detenuta in Mediobanca (+0,56%), pari a 17.713.785 azioni, corrispondenti a circa il 2% del capitale sociale dell’istituto, per un controvalore di circa 174 milioni di euro. Un’operazione «di razionalizzazione e di ribilanciamento del proprio portafoglio di investimenti finanziari», ha scritto Fininvest in una nota. La vendita, infatti, ha fruttato poco più dei 167 milioni che serviranno a Fininvest per comprarsi il 5% di azioni Mediaset che la rivale francese Vivendi s’è impegnata a cederle nella recente pace siglata dopo anni di carte bollate. A comprare il pacchetto è stato probabilmente Leonardo del Vecchio, che così sale sopra il 15% in piazzetta Cuccia.

GENERALI, ARRIVA LA TRIMESTRALE

Generali +0,50% in attesa dell’uscita stamane dei conti trimestrali. Non ha avuto alcun impatto, per ora, la nuova sortita di Caltagirone, in aperto contrasto con la gestione di Philippe Donnet.

SCENDONO I SINISTRI, CORRE UNIPOL

Gli ottimi numeri dei sinistri auto per effetto della pandemia si sono invece riflessi sui tre mesi di Unipol (+2,59%): Mediobanca alza il target price a 5,50 euro.

Tra gli altri finanziari, acquisti su Banco Bpm (+1,98%) e Unicredit (+1%). L’ad di Mediocredito Centrale parla della possibilità di acquistare le filiali del Sud Italia del Monte dei Paschi.

STELLANTIS: OGGI L’ACCORDO CON FOXCONN

Bene Stellantis (+1,63%). Il gruppo ha fatto sapere che sta per chiedere una partnership strategica con Foxconn: i dettagli dell’intesa, una delle tante che segneranno l’esordio del gruppo di Taiwan partner di Apple nel campo dell’auto elettrica, saranno diffusi oggi nel corso di una conference call con Carlos Tavares.

Leonardo +0,2%. Glass Lewis ha raccomandato agli azionisti di Leonardo di votare per un’azione di responsabilità promossa dall’investitore Bluebell contro l’amministratore delegato del gruppo.

ACCORDI PER SAIPEM IN ARABIA E COLOMBIA

Eni (+0,33%) ha scelto Goldman Sachs e Mediobanca come advisor per lo spinoff delle attività rinnovabili e retail, spiegano due fonti. Recupera Saipem (+1,80%). A spingere il titolo, la notizia dell’estensione di due contratti per attività di perforazione onshore in Arabia Saudita e di un altro in Colombia della durata di 4 anni.

I titoli dal rosso più acceso sono Atlantia (-2,02%); Finecobank (-1,59%); Leonardo (-0,92%); Exor (-0,73%) ed Enel (-0,57%).

MAZZATA SU CAIRO, RCS -6,16%

Mazzata su Cairo Communication (-3,14%) e Rcs Mediagroup (-6,16%), che hanno pagato l’esito del Lodo arbitrale sulla vendita a Blacsktone del complesso immobiliare di Via Solferino a Milano, che non ha riconosciuto al gruppo alcun risarcimento per l’operazione.

Nell’editoria perde anche la società editoriale Il Fatto (-4,35%).

MID CAP: RIPARTE JUVENTUS, CORRONO ERG, FILA ED ESPRINET

Fuori dal paniere principale, Gabetti +18,4% dopo i conti del primo trimestre 2021.

Juventus (+3,01%) è rientrata nella corsa per la partecipazione alla Champions League.

In rally Fila (+6,64%), in scia ai risultati dei primi tre mesi dell’anno.

Erg +2,58%, a 23,9 euro, promossa da Banca Akros a buy da accumulate, con un target price di 29 euro per azione. Sale anche Esprinet (+4,12%), dopo risultati del primo trimestre oltre le attese.

Commenta