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La Fed allontana il rialzo dei tassi e riporta il Toro a Wall Street: Milano prova a riscattarsi

La Fed non si fida della ripresa americana e rinvia il rialzo dei tassi: a Wall Street, che contagia l’Asia, è subito festa mentre il dollaro si indebolisce – Oggi tocca a Piazza Affari e alle Borse europee tentare il rimbalzo – Ebola manda in tilt i viaggi e WdF paga il conto – Vigilia effervescente per lo sbarco della Fiat a Wall Street: Marchionne resta.

La Fed allontana il rialzo dei tassi e riporta il Toro a Wall Street: Milano prova a riscattarsi

SEGNALI SOFT DALLA FED. E  WALL STREET TORNA A VOLARE. CARICA DEL TORO IN ASIA.  STAMANE TOCCA A PIAZZA AFFARI

Il Toro, complici i verbali della Fed, è partito alla carica a Wall Street nel pomeriggio, ribaltando gli umori del mercato  fino a quel momento depressi. Dalle minute della riunione della banca centrale del 18 settembre è emersa la preoccupazione del board per il pericolo di una frenata della ripresa Usa nel caso che ”le economie straniere si rivelassero più deboli del previsto”. In particolare, preoccupa una forza eccessiva del dollaro. Un quadro, in sintesi, assai  più cauto del previsto che allontana nel tempo il rialzo dei tassi.

Immediata la reazione positiva dei mercati. A Wall Street l’indice S&P ha messo a segno un rialzo dell’1,8%, il più alto  dall’ottobre 2013. Fa ancor meglio il Nasdaq +1,90%. Dow Jones +1,64%. Non meno forte la reazione sugli interessi dei  T-bond: il trentennale tratta al 3,039% ai minimi da 17 mesi. Il calo dei rendimenti si è riflesso sul dollaro, in discesa sull’euro a 1,2749, ai minimi da due settimane.

Ad alimentare l’ottimismo, infine, l’ ottima partenza, in serata, della stagione delle trimestrali. Alcoa ha largamente battuto le stime degli analisti: 31 cents di utile per azione contro la stima di 22. Negli scambi opo Borsa il titolo è salito del 2%. La prossima settimana sono in programma i bilanci delle grandi banche e dei colossi dell’hi tech, a partire da google (martedì 14).

In terreno positivo stamane tutte le Borse asiatiche: Tokyo +0,5%, Hong Kong +1,2%, Shanghai +0,3%. Meglio di tutte Sidney +1,8%. Continua la frana del petrolio: il Wti scende dell’ 1,9% a 86,83 dollari al barile. Il Brent arretra dell’1,2% a 90,9 dollari al barile, minimo da giugno 2012.

EUROPA IN ROSSO. EBOLA MANDA IN TILT I VIAGGI: WDF  -4,4%

E’ probabile che la scossa americana dia la carica stamani ai listini europei, reduci da un avvio di settimana fortemente negativo. Borse europee in calo ieri: Parigi -0,9%, Francoforte -1%, Madrid -0,8%. Le perdite maggiori riguardano il settore tech (Stoxx -2%), zavorrato dai ribassi della francese Alcatel -4,7% e della tedesca Sap -3,8%. A Milano StM è scesa dell’1,5%.

Piazza Affari si ha chiuso in ribasso con l’indice FtseMib che a fine seduta ha perduto lo 0,6%. Oltre all’effetto recessione, pesa sul mercato la sindrome di Ebola. La Banca Mondiale calcola in 40 miliardi di dollari l’impatto dell’epidemia sull’Africa occidentale. In forte ribasso il settore Travel&Leisure per i timori suscitati dai primi casi di Ebola nel nostro Continente, il comparto arretra dell’1,2%. A Piazza Affari, i due titoli più esposti al settore trasporti, World Duty Free e Autogrill sono caduti rispettivamente del 4,4% e del 3%.

MARCHIONNE LASCIA, MA SOLO TRA QUATTRO  ANNI

Fiat ha chiuso in parità, meglio del resto del settore. L’indice stoxx lascia sul terreno l’1,6%. La giornata è stata dominata dall’intervista di Sergio Marchionne a BusinessWeek in cui il ceo ha annunciato che lascerà la guida del gruppo a completamento del piano industriale 2015-2018. Una dichiarazione destinata a tranquillizzare Wall Street a pochi giorni dal debutto americano del 13 ottobre. 

Negative Cnh Industrial -1% ed Exor -1,63%. Pirelli perde l’1,63%. Fuori dal listino principale arretrano Brembo -4,76% e Sogefi -4,02%. 

IL PETROLIO PESA ANCHE SULLE UTILITIES. DEBOLE TELECOM

Il calo del greggio si fa sentire sui petroliferi e sulle utilities. Enel perde lo 0,66% nel giorno della conference call di Endesa: la società si appresta a incassare 5,85 miliardi di euro da dividendi in arrivo dalla controllata spagnola. Assai più pesanti i ribassi di Enel Green Power -2,3% e A2A -2,5%: il calo del greggio rischia di incidere sulla redditività.

Tra le small cap va a picco Acsm Agam -10,27%. Male Erg -4,24%. Tra i petroliferi soffre Eni -0,9%, Assai peggio Tenaris -3,2%, leader mondiale dei tubi per l’industria petrolifera. Telecom Italia perde l’1,16%.

Su richiesta delle autorità di mercato brasiliane Tim Participaçoes ha ieri precisato che l’incarico a Bradesco in Brasile non è legato ad una trattativa con Oì. ”La consulenza – recita la nota della società – si limita a fornire alla società informazioni di mercato e le potenziali implicazioni per la società”.

BANCHE IN CALO, MA NON TROPPO

Frena ma non troppo il settore del credito. L’indice Stoxx italiano è arretrato di mezzo punto circa. Unicredit arretra dell’1%. Oggi il cda esaminerà le due offerte vincolanti per Uccmb, la società del gruppo che gestisce un portafoglio di crediti il cui valore si aggira intorno ai 3,4 miliardi di euro, dopo che circa 1 miliardo è stato scorporato dal pacchetto. Intesa -0,3%.

Positiva MontePaschi +1,2%, alla vigilia del cda di oggi in cui faranno l’esordio i rappresentanti di Btg pactual e Fintech.  Fra le popolari Ubi arretra dello 0,5%, Pop.Milano sale dell’1,3%. La raccolta di settembre (284 milioni) spinge al rialzo Azimut +1,3%. Arretra Mediolanum -1,39%: 203 milioni, di cui 176 in fondi e gestioni, la raccolta del mese. Tra le assicurazioni Generali +0,31%, UnipolSai -0,28%.

IL LUSSO TORNA A SOFFRIRE

Tra i titoli retail si difende solo Luxottica +0,17%. Torna a soffrire il lusso: Moncler -1,32%, Tod’s -1,18% Ferragamo -0,9%. Fuori dal panere principale male Piquadro -6,57%, Damiani -4,26% e Moleskine -3,5%.

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