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La City si prepara a perdere 25mila posti di lavoro nel settore finanziario

A Londra previsti 25mila posti di lavoro in meno nel settore finanziario entro il 2012. Secondo uno studio del Center for Economics and Business Research il dato riporterebbe il numero di impiegati al livello del 1996. La City sempre meno leader della finanza globale, scalzata da crisi e dalle nuove piazze asiatiche.

La City si prepara a perdere 25mila posti di lavoro nel settore finanziario

Il posto in banca non è più l’isola felice per chi vuole un lavoro stabile e sicuro. E questo quanto emerge dagli ultimi dati occupazionali nel settore finanziario da inizio crisi a oggi. Ultimo in ordine cronologico il dato di Londra. La City avrà 25 mila posti di lavoro in meno nel settore finanziario entro il 2012. 

E’ il numero di licenziamenti previsti dal Center for Economics and Business Research, un dato che riporterebbe il numero di impiegati nel settore finanziario al livello del 1996, sedici anni fa. Una stima che l’isitituto di ricerca ha rivisto al ribasso. Entro l’anno infatti il numero di impiegati scenderà a 255 mila. A perdere il lavoro sarà quasi un impiegato su dieci. E molti dei licenziamenti, secondo il Cebr, sono già stati fatti. 

Il resto sarà effetto della crisi dell’euro zona e del suo sistema bancario, nonostante le ignezioni di liquidità della Banca centrale europea. Il sistema soffre e la liquidità agli istituti di credito, sostiene il Cebr, non avrà gli effetti sperati dal governatore Mario Draghi. 

Colpa del 2011, annus horribilis del sistema bancario europeo che ha lasciato un segno troppo profondo sugli istituti di credito, e delle nuove regole previste per gli isitituti di credito, insieme al calo dei profitti. Le principali banche di Stati Uniti, Europa e Asia in totale hanno già annunciato tagli al personale per più di 130 mila posti di lavoro, secondo un calcolo fatto dalla Reuters.
Probabile una ripresa dell’occupazione nel sistema bancario dal 2016. Almeno per quanto riguarda Londra, che comunque rimane la città leader della finanza globale. Anche se la sua leadership è sempre più a rischio, colpa da un lato della crisi, dall’altro delle nuove piazze asiatiche.  

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