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La Cina sostiene il Pil, duello Trump-Fed, attesa per Bce

La Cina pompa 300 miliardi per sostenere la sua economia che crescerà tra il 6 e il 6,5% nel 2019 ma l’accordo sui dazi con gli Usa sarà solo di principio – Duello Trump-Fed su tassi e dollaro – Le Borse aspettano le mosse della Bce – Manovre gialle su Maserati e Cnh

La Cina sostiene il Pil, duello Trump-Fed, attesa per Bce

L’euforia per la pace sui dazi è durata solo lo spazio di poche ore. A frenare gli entusiasmi sono stati i segnali di frenata dell’economia globale, dalla Cina all’Europa fino agli stessi Usa: le spese per l’edilizia a dicembre, a sorpresa, risultano in calo.

E i capitali alle azioni preferiscono i bond, sostenuti dai rendimenti. Con grande rabbia del presidente Donald Trump che è tornato a lanciare i suoi strali contro la Fed, colpevole a suo dire di una politica troppo restrittiva. “Abbiamo alla Fed un signore a cui piace un dollaro molto forte. Io voglio un dollaro forte ma non così forte che ci renda proibitivo trattare con altre nazioni”, ha detto intervenendo al CPac, il più grande raduno dei conservatori americani.

Intanto Goldman Sachs ha ridimensionato la portata dell’intesa “storica” che i due Grandi sigleranno il prossimo 27 marzo. Donald Trump e Xi Jinping si limiteranno a firmare un accordo di principio, privo di dettagli. Il documento dovrebbe essere quindi solo la base di partenza per ulteriori trattative.

SHANGHAI +0,1%, SALE L’INDIA

In questa cornice si è aperto a Pechino il Congresso annuale del Partito che si chiuderà con il discorso del presidente Xi. L’economia cinese salirà quest’anno “tra il 6 e il 6,5%” in linea con il “6% circa” del 2018. Ma per centrare l’obiettivo, il più debole dai giorni della crisi di Tien An Men nel 1989, il governo dovrà ridurre le tasse per quasi 2.000 miliardi di yuan, trecento miliardi di dollari circa, portando il rapporto deficit/Pil al 2,8%.

È questo il messaggio lanciato dal premier LI Kequiang in apertura del Congresso del Partito che riunisce 3 mila delegati in arrivo da tutte le province del Paese, l’occasione per manifestare (a porte chiuse) il disagio per la crisi dell’economia, solo in parte legata alla stretta sui dazi. La Borsa cinese si è limitata a prendere atto della notizia, ampiamente prevista.

Dopo il robusto rally che ha accompagnato le anticipazioni sul prossimo accordo con gli Usa, l’indice Csi di Shanghai e Shenzhen chiude con un modesto rialzo dello 0,1%, grazie alla spinta dei titoli hi tech di Shenzhen. L’Hang Seng di Hong perde lo 0,1%. Le Borse della Corea del Sud e del Giappone sono in calo dello 0,6%.

In rialzo Mumbai (+0,2%) anche se dagli Usa giunge la notizia che Donald Trump intende precedere a cancellare i privilegi fiscali (5,6 miliardi di dollari) concessi all’export indiano. Stesso trattamento per la Turchia.

SALE IL PETROLIO, BRILLA SAIPEM

Quarto giorno di ribasso per l’oro, scivolato a 1.283,10 dollari l’oncia.

Il petrolio mantiene stamane buona parte dei rialzi di ieri, dopo una settimana terminata in perdita di circa tre punti percentuali. Stamane il Brent tratta a 65,55 dollari al barile, il Wti a 56,41.

A spingere i prezzi hanno contribuito i dati di Baker Hughes che hanno mostrato una discesa delle piattaforme petrolifere attive negli Stati Uniti al livello più basso da maggio.

Anche sul mercato italiano brillano gli oil equipment: Saipem +2,5% grazie anche all’upgrade di Berenberg a ‘buy’. Il broker parla di processo di riorganizzazione che prosegue sulla buona strada. In territorio positivo anche Eni che chiude a +0,5%.

Seduta all’insegna del ribasso ieri a Wall Street che ha però chiuso sopra i minimi della seduta: Dow Jones -0,79%, S&P500 -0,39% a 2.792 punti, dopo aver fallito di nuovo la scalata alla vetta tecnica dei 2.800 punti, un muro che respinge da giorni il Toro. Nasdaq -0,23%.

PIAZZA AFFARI +0,11%, TOKYO SCARCERA GHOSN

Contrastati anche i mercati europei, ormai concentrati sulla prossima riunione della Bce. Stamane verranno rilasciati i dati finali del prodotto interno lordo italiano.

Piazza Affari (+0,11% a 20.718 punti) ha chiuso in lieve progresso una seduta contrastata: dopo un avvio in rialzo insieme alle altre borse europee, l’indice ha accelerato al ribasso in tarda mattinata per poi recuperare terreno nel primo pomeriggio. Infine, una nuova frenata in sintonia con Wall Street.

Senza bussola anche gli altri listini continentali: Francoforte -0,1%; Parigi +0,41%; Madrid -0,13%. Londra +0,39%.

La magistratura giapponese ha rilasciato dal carcere in libertà vigilata, Carlos Ghosn dopo tre mesi di prigionia.

STABILE LO SPREAD. VISCO: NON CI FU RICATTO SUL BAIL-IN

“L’economia italiana credo che abbia tutte le possibilità di tornare a crescere e anche di chiudere il gap di crescita con il resto dell’eurozona non soltanto di seguirla a distanza. Ma è necessario costruire fiducia e sicurezza, altrimenti non ci sono manovre che tengano”, ha detto ieri il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Poco mosso il mercato secondario, già concentrato sulla riunione della Bce di giovedì prossimo. Il Btp decennale rende ora il 2,75% dal 2,73% di venerdì. Lo spread chiude a 257 punti.

Nell’attesa della riunione di Francoforte continua l’uscita di capitali dall’euro verso l’area dollaro, a causa dei maggiori rendimenti garantiti dai titoli Usa. La forbice tra i decennali benchmark di Usa e Germania si è allargato raggiungendo il massimo da quasi tre mesi a 257 punti base, rispetto ai 240 punti base di inizio anno.

Secca replica tedesca ai rilievi di Banca d’Italia sulla normativa del bail-in: la normativa attuale per le banche in difficoltà è uno degli strumenti chiave per il salvataggio degli istituti di credito, ha detto un portavoce del ministero delle Finanze tedesco rispondendo agli ultimi commenti di via Nazionale.

Il governatore Ignazio Visco ha intanto smentito l’esistenza di un “ricatto” tedesco all’origine dell’adozione del provvedimento.

Dopo la promozione da parte dell’agenzia Moody’s del rating della Grecia a ‘B1’ da ‘B3’, outlook stabile, Atene ha annunciato il varo di un nuovo titolo decennale. Ieri il rendimento dei titoli ellenici è sceso a 3,609 %, sul livello più basso da tredici anni.

SBANDA BREMBO, MANOVRE GIALLE SU MASERATI E CNH

Piazza Affari ha bocciato i conti di Brembo (-4,1%), peggior titolo del listino. La società ha chiuso il 2018 con ricavi in crescita del 7,2% a 2,64 miliardi di euro (+9,6% a cambi costanti), un margine operativo lordo (Ebitda) cresciuto del 4,4% a 500,9 milioni e un debito finanziario netto in forte calo, da 240,7 a 136,9 milioni. Ma l’utile netto è diminuito del 9,5%, a 238,3 milioni, appesantito da un aumento delle svalutazioni e degli ammortamenti (+16,5% a 155,8 milioni). E’ stata annunciata l’introduzione del voto maggiorato.

Nell’automotive salgono Pirelli +1,3% e Ferrari+1,1%. Dopo un avvio ruggente si ridimensiona il rialzo di Cnh Industrial+0,5%, sostenuta dalla notizia dell’interesse della cinese Geely per Iveco. Il costruttore cinese è tornato alla carica anche su Maserati. Nel 2018 c’era già stato un incontro con John Philip Elkann, ma le richieste di Exor erano state ritenute eccessive. Novità potrebbero maturate al prossimo salone di Ginevra. Fca – 0,8%.

I conti trimestrali e il piano industriale portano invece bene a Saras +0.9% che ha toccato una punta del 4% dopo la pubblicazione del piano industriale.

AMPLIFON SUPERSTAR, RECORDATI AL TOP

Il titolo migliore è stato Amplifon: +4,4% in attesa dei conti che saranno comunicati oggi.
Brilla il comparto healthcare/farmaceutico. Recordati +1,8%, tocca il prezzo più alto da giugno 2018.

TAMBURI DÀ LA CARICA A OVS +12,1%

Incerti i bancari che chiudono in parità, in linea con lo stoxx di settore europeo. Giù Unicredit (-1%), male anche Banco Bpm (-0,5%) e Bper (-0,3%).

In terreno positivo Intesa (+0,4%) e Ubi Banca (+0,5%).

Fuori dall’indice principale strappa Ovs a +12,1% dopo l’accordo per il passaggio della partecipazione di Coin a Tamburi Investment Partner.

Sul titolo Kepler Cheuvreux ha confermato il rating buy alzando il target price a 1,85 euro da 1,7.

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